di Nathan Greppi
In occasione del 27 gennaio, segnaliamo due libri di recente pubblicazione destinati ai ragazzi dai 12 anni: uno dedicato alle Pietre d’Inciampo, e l’altro alle storie di internati di Auschwitz.
La storia dietro le pietre d’inciampo
Spesso le vediamo in giro per le nostre città, collocate davanti ai palazzi dove vivevano coloro ai quali sono state dedicate, e che raccontano di come in quei palazzi un tempo vivessero degli ebrei che sono stati deportati durante la Seconda Guerra Mondiale. Tuttavia, se le pietre d’inciampo sono ormai un elemento comune a Milano e in altre località, tanto che ad oggi se ne contano più di 2.000 sparse in tutta Italia, raramente ci si chiede come è nata questa idea, e soprattutto da chi è stata concepita.
Per raccontare la vita e le vicende del creatore delle pietre d’inciampo, l’artista tedesco Gunter Demnig, lo scrittore di Aosta e insegnante delle superiori Federico Gregotti (pseudonimo di Federico Zoja) ne ha pubblicato per il Giorno della Memoria una biografia, intitolata per l’appunto Le pietre d’inciampo, nella collana per ragazzi ‘Semplicemente Eroi’, pubblicata da Einaudi ragazzi.
Per essere più precisi, il volume non racconta solo la storia di Demnig, ma anche quelle di 13 persone alle quali egli ha dedicato 12 pietre d’inciampo. Storie raccontate in prima persona degli stessi personaggi, che fanno immergere il lettore nelle loro emozioni e aspirazioni, stroncate dalla guerra e dalla Shoah. Alcuni di loro sono conosciuti, come l’artista ebrea tedesca Charlotte Salomon, deportata ad Auschwitz nel 1943 e uccisa all’età di 26 anni.
I deportati dei quali vengono raccontate le vicende appartengono a varie nazionalità: italiani, tedeschi, spagnoli. Tra quelli le cui pietre d’inciampo si trovano in Italia, alcune storie spiccano in maniera particolare: come quelle di Virginia Montalcini e Franco Tedeschi, entrambi studenti del Liceo classico Massimo d’Azeglio di Torino, dal quale furono allontanati nel 1938 a causa delle Leggi Razziali. Vennero deportati nel 1944, e morirono rispettivamente ad Auschwitz e a Mauthausen.
Ci sono stati anche casi di ebrei stranieri che tuttavia trovarono la morte in Italia: è successo a Blanchette Fernandez Diaz, ebrea greca originaria di Salonicco, la quale nel 1943 venne catturata dalle SS assieme ad altri 21 ebrei rifugiatisi nel Grand Hotel Victoria di Meina, sul Lago Maggiore. All’età di 12 anni, venne assassinata assieme ad altri 15 prigionieri.
Già autore di biografie dedicate a Liliana Segre e Primo Levi, Federico Gregotti racconta storie toccanti che fanno rivivere nella mente del lettore la memoria di quel periodo buio, per ricordagli quanto sia importante non dimenticare ciò che è stato.
Federico Gregotti, Le pietre d’inciampo, Einaudi Ragazzi, pp. 160, 11,00 €.
I ricordi degli internati di Auschwitz
C’è Henrik Mandelbaum, che ad Auschwitz lavorava come Sonderkommando vicino ad uno dei crematori, vedendo con i propri occhi i cadaveri di coloro che erano stati uccisi nelle camere a gas; c’è Jan Liwacz, detenuto polacco e fabbro di professione, che nel forgiare le lettere della famosa scritta “Arbeit macht frei” inserì intenzionalmente una “b” saldata sottosopra, come gesto di ribellione nei confronti dei suoi carcerieri; c’è Otto Wolken medico che per anni, pur non potendo usare medicine, cercò di curare gli ammalati del campo di concentramento, tra cui Luigi Ferri, uno dei pochissimi bambini di Auschwitz che riuscì a sopravvivere; e c’è Henryk Krol, violinista giunto ad Auschwitz all’età di trent’anni il quale, pur facendo parte dell’orchestra dei prigionieri, non scampò alle violenze che subivano i suoi compagni di prigionia.
Queste e molte altre storie riecheggiano nel saggio storico Destinazione Auschwitz, dello scrittore Frediano Sessi, destinato a ragazzi dai 12 anni.
In occasione degli 80 anni dall’apertura dei cancelli di Auschwitz, vengono raccontate e riproposte diverse testimonianze dei sopravvissuti al campo di concentramento nazista, oltre ad una accurata ricostruzione storica dei fatti basata sia sui documenti dell’epoca che su analisi successive.
Il libro è suddiviso in due parti: la prima racconta la storia del campo di concentramento di Auschwitz, dalla costruzione e l’internamento dei primi prigionieri fino alla liberazione al termine della guerra, con un bilancio finale del numero delle vittime. Nella seconda parte, invece, vengono descritte le uccisioni degli internati, dove avvenivano e chi erano gli esecutori.
Alle testimonianze dei superstiti e alle descrizioni storiche del contesto, vengono affiancate anche delle mappe dettagliate del campo di Auschwitz, per consentire al lettore di capire meglio dove si verificavano i fatti raccontati.
Nel complesso, Destinazione Auschwitz è un volume assai utile ai fini della divulgazione storica su quei tragici fatti, per ricordare ciò che è stato nella speranza che non si ripeta.
Frediano Sessi, Destinazione Auschwitz, Einaudi Ragazzi, pp. 160, 12,00 €.