Gli ebrei di Este e la riscoperta del campo di concentramento di Vo’

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di Michael Soncin
Ci troviamo durante gli anni del fascismo, nel bel mezzo del II Conflitto Mondiale, in un piccolo comune del Veneto meridionale, dove vive una piccola comunità ebraica: Este, città di origini antichissime situata in provincia di Padova, a sud dei Colli Euganei.

 La Shoah cancellò completamente le uniche due famiglie ebree che vi risiedevano. Il saggio Da Este ad Auschwitz a cura di Francesco Selmin è una ricerca di storia locale, dove viene affrontata la condizione degli ebrei in una piccola realtà italiana, documentata attraverso fotografie, pagine dei giornali, manifestini di propaganda antisemita, schede anagrafiche degli ebrei estensi.

Dai racconti emerge il coraggio e soprattutto la solidarietà degli italiani, non di tutti, che rifiutando la deplorevolezza delle leggi razziste, hanno aiutato i concittadini ebrei perseguitati. Ed è il caso di Alberto Salom. Ci sono poi gli Zevi, che hanno invece vissuto il dramma in pieno: dalla persecuzione, alla deportazione, fino allo sterminio.

Il campo di concentramento di Vo’ Vecchio è stato dimenticato per anni dalle memorie. Durante il periodo nazifascista, da lì attraverso la risiera di San Sabba si arrivava al lager di Auschwitz. Esther Hammer e Bruna Namias, compagne di internamento, sono per pura fortuna riuscite a sopravvivere e a raccontare la propria testimonianza. Perché hanno deciso di parlare della propria esperienza? Per portare il messaggio ai giovani, al posto di chi non è riuscito a salvarsi, i “sommersi”.

“Un bel mattino sono arrivati due camion con quelli delle SS e hanno caricato le donne su un camion e gli uomini su un altro camion. Ci hanno portato via tutto quello che avevamo, perché noi da Padova avevamo portato gli orologi, qualche gioiello, dei soldi. Perché non si sapeva dove ci portavano e non si sapeva quando e come. E ci hanno portato via tutto”, spiega Hammer.

La storica Liliana Picciotto è tra le persone menzionate che hanno collaborato alla realizzazione di questo volume, una ricerca apparsa nel 1987, ed ora da poco pubblicata per conto dell’editore Cierre. Una delle missioni è anche quella di voler far conoscere la trascurata parte di storia – in origine anche dagli stessi enti della zona, come ribadisce il curatore – per non dimenticarla. Presente anche un saggio dello storico Riccardo Calimani, oltre ad una lettera elogiativa di Primo Levi sul lavoro condotto.

Ad unire le vicende di questo paese con il resto d’Italia e l’Europa intera non è altro che il tragico destino che le riguarda, tutte quante, con una capillarità travolgente.

 Da Este ad Auschwitz, Storia degli ebrei di Este e del campo di concentramento di Vo’, A cura di Francesco Selmin, Cierre edizioni, pp. 80, euro 12,00 

Nella foto in alto: il ghetto di Este alla fine degli anni Sessanta.