Gli occhi di allora sono gli occhi di una bambina ebrea, Mirjam, che in seguito alle leggi razziali del 1938 è costretta a lasciare la casa di Padova e a rifugiarsi con la famiglia ad Assisi, ove grazie all’aiuto del Vescovo, di alcuni sacerdoti e di altri, si sottrae sotto falsi nomi alla furia antisemita. Una narrazione che mostra un lato poco noto degli eventi tragici di quegli anni: a volte la salvezza venne agli ebrei da uomini e donne che, contro l’ideologia imperante, seppero ascoltare l’umano che era in loro, ritrovandolo negli ebrei in fuga.
Una storia scritta con levità, senza voler giudicare: “Lo scrivere queste pagine è anche il mio modo, oggi, per dire grazie a tutti coloro che mi hanno fatto sentire che la vita anche nei momenti più oscuri può essere bella, se qualcuno ti è vicino, ti tende una mano o semplicemente, anche con il suo stesso silenzio, è insieme a te: se qualcuno con la sua presenza rompe il guscio della tua solitudine e della paura”.
Mirjam Viterbi Ben Horin è nata da una famiglia ebraica padovana. Nel ’43/ ’44 si è salvata dalla persecuzione nazista ad Assisi.
Diplomata in pianoforte nel ’54, laureata in Medicina e Chirurgia (1960) e specializzata in Neurologia e Psichiatria (1963) all’Università di Roma. Nel 1975 si stabilisce in Israele. Vive a Gerusalemme, con frequenti soggiorni in Italia.
Ha pubblicato: Il sogno di Giacobbe (Boria 1988) e Verso l’Uno (Dehoniane 2005).
Mirjam Viterbi Ben Horin, Con gli occhi di allora, , Morcelliana, pp. 89, euro 10,00