I libri dell’estate. Quando ogni vita (ebraica) è un romanzo

Libri

di La redazione del Bollettino

Soldatesse israeliane di pattuglia ai check point e rabbini che scappano dalle fogne di Roma imperiale, vecchi profeti che piangono e mamme paranoiche che strepitano… Romanzi, saggi storici, libri per bambini, racconti… Nuovi e vecchi titoli, lettura e rilettura. A sfondo ebraico, ovviamente. Tra i repechage imperdibili di titoli usciti qualche tempo fa – o da recuperare su Amazon per l’estate -, c’è il fondamentale saggioRequiem tedesco di Amos Elon (Mondadori), una storia degli ebrei tedeschi dal Settecento al 1933 che è tra le migliori risposte al perché inaudito della Shoah, opera che unisce rigore storico a una scrittura coinvolgente come un romanzo. O ancora, Risvegli nel buio, dell’australiana Shira Nyman (Einaudi), anche qui una tra le migliori rielaborazioni psicologico-narrative dei sopravvissuti ai lager e del rapporto-eredità da lasciare ai loro figli. O ancora, il bellissimo Questo è stato, di Piera Sonnino (Saggiatore), l’appassionante, modernissima e struggente storia di una famiglia ebraica italiana in fuga dalla crisi economica e dalle Leggi razziali. E infine, I custodi del libro, dell’australiana Premio Pulitzer Geraldine Brooks, sulla mitica Haggadà di Sarajevo, un’avvincente spy story a sfondo storico, di eccellente livello, una vicenda che è anche il simbolo del destino ebraico. Questi e altri i consigli di lettura della redazione del Bollettino e dei suoi collaboratori. Eccoli, qui di seguito.

Fiona Diwan

È il punto di vista di una ventenne sulla Tzavà, sulla guerra, sulla vita in Israele, sui rapporti umani che si intrecciano all’ombra del pericolo. Una finestra spalancata sul mondo emozionale e mentale dei giovani israeliani di oggi, una generazione che ancora deve dire la sua. Opera prima di Shani Boianjiu, nata a Gerusalemme nel 1987 e segnalata tra i migliori 5 giovani autori dalla National Book Foundation americana -e non a caso Boianjiu ha scelto di scrivere in inglese invece che in ebraico-, è un romanzo che narra dell’iniziazione di tre amiche, tre ragazze soldato in Galilea: gli amori, l’amicizia, il nemico, le vite perdute, il dolore di crescere… Quasi un diario, intimo, feroce, intenso, addolorato. Unico nel suo genere, mai compiaciuto.
La gente come noi non ha paura, Shani Boianjiu, Rizzoli, pp. 340, 18,00 euro.

Avventura, antichità romane, suspence, erudizione e la prosa straordinaria di un maestro, Stefan Zweig. Ci voleva l’editore Skira per ripubblicare in italiano un gioiello narrativo uscito nel 1937 e poi scomparso dagli scaffali. La Menorah del Tempio di Gerusalemme portata a Roma da Tito viene trafugata dai Vandali di Genserico nel 455. Undici rabbini e un bambino di sette anni, Beniamino, partono al suo inseguimento, una peregrinazione che li porterà fino a Costantinopoli, alla corte dell’antisemita Giustiniano, per riprendersi la reliquia. Ma la Menorah può diventare forse un idolo?, il Sacro Graal dell’ebraismo? Tra misteri e stratagemmi, riuscirà Beniamino a riportare a Roma il prezioso candelabro? Echi eruditi da Procopio da Cesarea e riferimenti alla Roma medievale descritta da Gregoriovius si mescolano alle domande etico-filosofiche che ebraicamente il ragazzo pone agli anziani rabbini… Stefan Zweig, Il candelabro sepolto, Skira, traduzione Anita Rho, pp.184, 15,00 euro.


Ester Moscati

Un altro mondo, in tutti i sensi, è La svastica sul sole, di Philip K. Dick, mai abbastanza osannato scrittore di fantascienza, fantastoria, utopie negative, ucronie, storie disperate e ad alto impatto emotivo. Scrive quest’opera nel 1962 (molto prima quindi di Fatherland, il giallo fantapolitico del 1992, bestseller mondiale, dello scrittore e giornalista britannico Robert Harris). Dick immagina un mondo alternativo, dove la Seconda Guerra Mondiale è stata vinta dalla Germania nazista e dal Giappone, che si sono spartiti il mondo. I pochi ebrei superstiti sono ancora perseguitati e in America, divisa in settori come la Germania post-bellica, vivono dissimulando la propria origine. Protagonista è l’orafo ebreo Frank Frink che deve in qualche modo entrare in relazione con lo scrittore Hawthorne Abendsen, autore de La cavalletta non si alzerà più, un romanzo proibito (un “metalibro” nel romanzo…) in cui si immagina un universo alternativo in cui il Terzo Reich è stato sconfitto dagli Alleati… Un libro magnetico, malinconico, sorprendente. La svastica sul sole, Philip K. Dick, Fanucci, traduzione di Maurizio Nati, pp. 304, € 9,90, ebook € 7,00.

Altro consiglio, sentito e sincero, è Il terzo giorno, di Chochana Boukhobza, finalista del premio letterario Adei Wizo 2013. È la storia di tre giorni nella vita di due donne, Elisheva e Rachel, maestra e allieva di violoncello, che tornano a Gerusalemme per un concerto, una grande occasione per la giovane musicista. Ma c’è molto di più: un’attesa inquietante; incontri tra anime tormentate; un Israele vero e quotidiano, senza epica né retorica. La scrittura, nella traduzione di Emanuelle Caillat è rapida, pulita, con dialoghi serrati e intensi. Fino all’epilogo, la tensione è sempre alta, come la temperatura e il sole di Israele che accompagnano i lettori con sensazioni ed emozioni difficili da dimenticare. Il terzo giorno, Chochana Boukhobza, Einaudi, pp. 320, € 19,00. Traduzione di Emanuelle Caillat.


Ilaria Myr

Luci e ombre dell’amicizia. Quattro ragazzi trentenni, uniti e affiatati come fossero fratelli; quattro caratteri diversi, con obiettivi e visioni del mondo differenti. E, soprattutto desideri diversi: come quelli che hanno trascritto la sera dei Mondiali di calcio su dei bigliettini, ripromettendosi di tenerli segreti fino ai prossimi Mondiali, per vedere se si sono avverati. Con un linguaggio rapido, divertente e realistico, Eshkol Nevo riesce a descrivere in modo unico il vincolo sacro, ma anche un po’ profano, dell’amicizia, fatta di affetto, amore, generosità, ma anche invidia e tradimenti. Un Nick Hornby israeliano ma più intenso e riflessivo.
La simmetria dei desideri, Eshkol Nevo, Neri Pozza, traduzione Raffaella Scardi e Ofra Bannet, pp. 351, 9,00 euro.

Per i più piccoli, sogni sereni con David Grossman. Ruti è una bambina che la mattina non vuole andare all’asilo; Rachel ha un’amica del cuore immaginaria; Ben è un bimbo che si interroga sulla propria identità e su cosa significhi essere unicoper la sua mamma. Sono storie comuni, lette e anche vissute da tutti, quelle che David Grossman racconta in questo libro di fiabe per bambini, con quel suo approccio critico e introspettivo che lo rende uno scrittore speciale non solo nella letteratura per adulti, ma anche per i più piccoli. Un libro tenero e vero, da leggere al mare con i nostri bambini. Ruti vuole dormire e altre storie, David Grossman, Mondadori, traduzione di Alessandra Shomroni, pp. 55, 17,00 euro.


Roberto Zadik

Rimasto immobilizzato a causa di un incidente, il critico letterario August Brill viene travolto da una serie di infausti eventi: la morte di sua moglie Sonia e la separazione dal marito della figlia Miriam. Immaginazione e realtà, narrazione e invenzione, si mescolano così nelle fantasie di Brill che si rifugia nella letteratura, immaginando trame di romanzi. Due storie si riuniscono, Brill che si immedesima nella vita di Owen Brick, personaggio immaginario che da prestigiatore per bambini diventa soldato…, alter ego del protagonista. Ma riuscirà Brill a uscire dalla sua fantasia per vivere finalmente la realtà e i suoi drammi? Sospeso fra sconforto, immaginazione e improvvisi colpi di scena, il breve, forse più bel romanzo dello scrittore ebreo newyorchese Paul Auster, si dipana fra situazioni al limite del paradossale. Specialmente quando il protagonista, che ha 72 anni e si trova solo in una grande casa nel Vermont, apprende di dover assassinare un uomo… Ma dov’è allora la verità? Tutti i personaggi inventano storie, cambiano le proprie esistenze, poi succede qualcosa di improvviso, di inaspettato e tutto cambia (come nella vita)…
L’uomo nel buio, Paul Auster, Einaudi, traduzione di Massimo Bocchiola, pp. 152, euro 17,00.

Una sorta di Dubliners di Joyce riveduto in salsa israeliana. Si tratta di Yehoshua Kenaz, firma di punta della narrativa dello Stato ebraico. Cosa c’entrano fra loro Clara, sopravvissuta ai lager, Daasa Elihu, uno squilibrato appena scarcerato ma per nulla redento, un bambino abbandonato dal padre e una miriade di altri personaggi che si scontrano, s’incontrano e vivono paralleli e distinti tra loro? L’autore ci racconta vicende di apparente normalità, appassionate e intense, descritte con una scrittura espressiva che scava nei personaggi. Temi impegnativi come la vecchiaia, la follia, la solitudine trattati con abile leggerezza. Risultato? Nove racconti che lasciano nel lettore tracce di persistente inquietudine. Un caleidoscopio umano non banale, che ci trafigge.
Appartamento con ingresso nel cortile, Yehoshua Kenaz, Giuntina, traduzione di Elena Loewenthal, pp. 200, 15,00 euro


Laura Brazzo

Monika Bulaj è uno scricciolo di donna. Ma l’aspetto inganna perché Bulaj è una reporter tra le più toste, fotografa e scrittrice che gira a piedi, in macchina, con mezzi di fortuna tra villaggi dell’Europa dell’Est che sembrano dimenticati dagli uomini e da Dio. Ma chi in quei luoghi ci vive, Dio non l’ha dimenticato. Tutt’altro. Genti di Dio, ebrei soprattutto, ma anche rom, ortodossi, cristiani, è un reportage di fotografie di una bellezza da lasciare senza fiato, che restituisce “le emozioni vive dell’ebrezza chassidica del divino”, accompagnato da racconti intrisi di una magia immersa in atmosfere di altri secoli, di altre galassie. Non un libro da portare in spiaggia, ma da leggere nella frescura delle sere estive alla riscoperta di una spiritualità perduta.
Genti di Dio, Monika Bulaj, Postcart, pp. 328, 49,00 euro.

Il titolo può spaventare ma appena lo si comincia è quasi impossibile abbandonarlo. Novecento, scritto da Tony Judt, uno dei più fini intellettuali inglesi, editorialista del New York Times, scomparso ancor giovane lo scorso anno, ci ha lasciato questa storia del ‘900, scritta a quattro mani con Timothy Snyder che è una rilettura della nostra storia recente. Il libro attraversa alcuni momenti chiave del pensiero politico europeo del XX secolo, dalla Shoah intesa come questione ebraica e tedesca, al sionismo e alla sue origini europee, passando per fascismo, antifascismo, marxismo, liberalismo, fino alla pianificazione sociale europea e americana. Insomma un libro raffinato e piacevole, secondo la migliore tradizione anglosassone, alla scoperta della nostra identità europea.
Novecento, il secolo degli intellettuali e della politica, Tony Judt e Timothy Snyder, Laterza, pp. 414, 22,00 euro.


Benedetta Guetta

Bastano 45 voci di un dizionario immaginario per raccontare una vita intera? Ci ha provato Bruno Osimo, che nel suo piccolo dizionario affettivo della lingua ebraica ha raccolto, come fa Pollicino con le briciole, tutti i pezzi del suo personale puzzle esistenziale, fatto della presenza di una mamma apprensiva (quale mamma non lo è?), di un ebraismo un po’ in sordina ma costantemente in via di definizione, e di tante piccole, gustose storielle familiari che hanno costituito nel tempo l’identità dell’autore. Divertente, estivo, poetico.
Dizionario affettivo della lingua ebraica, Bruno Osimo, Marcos y Marcos, pp. 304, 16,00 euro.

Lei è la madre ebrea più famosa di tutti i tempi, Maria, ma la sua storia è ancora sconosciuta; la porta in pagina Colm Tóibín in una delle sue più straordinarie prove letterarie recenti. Maria, anziana e solitaria, racconta con distacco ai discepoli del figlio Yehoshua, gli ultimi giorni e la morte di Gesù, un uomo dal quale sembra separarla una grande distanza, fatta di incomprensioni, rifiuti, critiche, dubbi. La donna che secoli di iconografia e letteratura ci hanno descritta come docile e partecipe ai piedi della croce appare qui in una luce nuova, più umana, quella di un’eroina tragica come Antigone, Medea, Elettra. Sovversivo e femminile e la chiave di lettura ebraica della figura di Maria.
The Testament of Mary, di Colm Tóibín, ed. Scribner, pp. 81, da 10 euro su Amazon


Marina Gersony

Quando uscì nel 1922, La città senza ebrei di Hugo Bettauer (1872-1925) vendette nel giro di un paio di anni oltre 250mila copie. Lo scrittore austriaco descrive una vicenda paradossale che si rivelerà premonitrice dello sterminio degli ebrei in Europa. Immagina un giorno X in cui il Parlamento austriaco promulga un editto per scacciare gli ebrei dall’Austria, nel rispetto della legalità. Con laEntjudung, la pulizia etnica, la popolazione è convinta che la città risorgerà a migliore vita, descrive Bettauer. Ma una volta espulsi gli ebrei, tutto precipita in una mortale e igienica noia. Un libro profetico, scritto nel 1921. Un capolavoro dimenticato, un romanzo di dopodomani.
La città senza ebrei, Hugo Bettauer, Donzelli, traduzione Matilde de Pasquale, pp. 128, euro 12,91.

Immaginate sei madri che s’incontrano in paradiso. Sei madri di sei figli geniali e per giunta ebree… Se poi si chiamano Amalia Freud, Jeanne Proust, Pauline Einstein, Minnie Marx, Louise Cohen, Nettie Königsberg (madre di Woody Allen) e Mina Kacew (madre di Romain Gary), la storia si fa interessante… Morte defunte ma ancora straripanti di vita, queste yiddish mame sono il Tutto: affettuose, determinate, possessive, paranoiche, angosciate e angoscianti, insopportabili e generose. Un divertissement erudito, spassoso, da non perdere.
Le madri ebree non muoiono mai, Natalie David-Weill, Gremese Editore, traduzione Rosalita Leghissa, pp. 240, euro 14,00.