Sharon Nizza (al centro) con Yuval Bitton e sua sorella Yael, madre di Tamir Hadar ucciso e rapito il 7.10, il cui corpo è ancora ostaggio a Gaza.

‘Il giorno più lungo’: dal 2 ottobre in edicola con Repubblica il libro sul 7 ottobre di Sharon Nizza

Libri

di Redazione
Dal 2 ottobre uscirà come supplemento del quotidiano La Repubblica “Il giorno più lungo”, un libro in cui la giornalista Sharon Nizza, italo-israeliana che collabora per il quotidiano, ricostruisce la dinamica del massacro del 7.10, un progetto che l’ha vista impegnata negli ultimi mesi, nel tentativo di dare un volto a solo una piccola parte delle innumerevoli tragiche storie che hanno marchiato indelebilmente la pagina più nera della storia d’Israele.

Dall’introduzione di Enrico Franceschini:
“Un piccolo territorio, un piccolo popolo, con un nemico sulla porta di casa, colpito da un massacro con il sapore di un incubo che si credeva estirpato per sempre. Sono tutti questi elementi ad aver scandito in modo indelebile la data del 7 ottobre nella psiche israeliana”.

Dalla quarta di copertina:

“Il 7 ottobre 2023 il mondo ha assistito in diretta alla più devastante tragedia nella storia dello Stato di Israele: un eccidio, orchestrato da Hamas, in cui sono state massacrate 1204 persone, 310 tra soldati e poliziotti, 817 civili israeliani e 77 cittadini stranieri; 251 persone sono state rapite, di cui 37 cittadini stranieri, e 25 soldati. Sharon Nizza ricostruisce, tramite una cronaca dettagliata, i momenti cruciali che a partire dalle 6:29 hanno scandito l’orrore di quel sabato nero, intrecciando testimonianze dirette, filmati, documenti, messaggi e telefonate, per riuscire a descrivere ciò che è apparso per quell’intera giornata totalmente indescrivibile. Ripercorreremo quelle tragiche sequenze attraverso gli occhi dei civili travolti dall’ondata di distruzione e morte, che li ha colti di sorpresa con incursioni quasi simultanee; così come attraverso le parole della “Tribù del Nova”, la multiforme e idealista comunità di giovani che si erano radunati in un festival per celebrare la musica e la libertà; e infine attraverso le reazioni dell’esercito, che è stato testimone non solo della gravità e profondità dell’attacco, ma anche del proprio fallimento nel fornire una risposta rapida e coordinata alla popolazione.
A un anno di distanza, tre prospettive che restituiscono un quadro complesso, doloroso ma necessario, per capire i contorni di una ferita aperta e sicuramente lontana dal rimarginarsi per la società israeliana che piange ancora le proprie vittime, si mobilita per il ritorno degli ostaggi e conta migliaia di soldati al fronte per combattere una sanguinosa guerra con impatti devastanti sulla popolazione palestinese”.

 

Foto in alto: Sharon Nizza (al centro) con Yuval Bitton e sua sorella Yael, madre di Tamir Hadar ucciso e rapito il 7.10, il cui corpo è ancora ostaggio a Gaza