di Marina Gersony
Io sono del mio amato, romanzo di Annick Emdin per Astoria. Chaim e Myriam, Levi e Yael. L’amore attraversa il tempo e lo spazio e impone, sempre, difficili scelte all’animo umano
Le stradine dello shtetl, erano più sentieri che stradine, e in quel momento, nonostante fosse una radiosa giornata di sole, erano quasi deserte. Da un solo edificio, la sinagoga, provenivano musica e canti; in effetti in quel giorno Chaim Kogan sposava la giovane Myriam Horowitz. Le nozze erano state preparate con molto anticipo e la notizia aveva riscaldato il cuore della maggior parte degli abitanti del villaggio, perché se c’era una cosa di cui chiunque poteva dirsi certo a Boryslav era che Chaim Kogan e Myriam Horovitz si amavano…
Le parole che avete appena letto non sono l’incipit di un romanzo inedito di uno dei fratelli Singer. Nonostante l’ambientazione e l’epoca (uno shtetl ucraino nel 1941) richiamino a prima vista certe atmosfere tipicamente singeriane, il romanzo di Annick Emdin, pubblicato dalla casa editrice Astoria (evocativa la copertina), alterna tra passato e presente le vicende di una famiglia di ebrei osservanti con il linguaggio agile tipico dei nostri tempi. Il romanzo, intitolato Io sono del mio amato ispirandosi a un versetto del Cantico dei Cantici 6,3 (Io sono del mio amato e il mio amato è mio; egli pascola il gregge tra i gigli), narra le storie di una famiglia fedele alle tradizioni, costretta ad affrontare realtà complesse per via dei rigidi precetti religiosi. È un filone che continua ad appassionare quello del mondo ortodosso ebraico con le sue leggi e le sue norme, come quelle della comunità haredi (e non solo) che ha conquistato e ispirato di recente serie televisive e documentari di successo (Unorthodox, Shtisel, One of us, per citarne alcuni). La trama di Io sono del mio amato inizia in una sperduta cittadina ucraina nel 1941 il giorno del matrimonio di Chaim. In quel preciso istante, il novello sposo non sospetta di quanto il suo destino verrà sconvolto di lì a breve. Molti anni dopo, nel 1995, suo nipote prediletto Levi Kogan, primo di sette fratelli, seguirà per volontà dello stimato nonno le stesse norme religiose nel quartiere ultraortodosso di Mea Shearim. Fino a quando, un bel giorno, il giovanotto incontra Yael, giovane soldatessa… Ci fermiamo per non togliere al lettore il gusto della lettura. In un alternarsi di epoche, segreti, stati d’animo, pensieri nascosti e intime contraddizioni, l’autrice fa rivivere le vicende di nonno e nipote ma anche lo spirito dei tempi e della grande Storia, confermando la forza dei legami famigliari.
Annick Emdin, Io sono del mio amato, Astoria, pp. 240, euro 17.00