di Nathan Greppi
A due anni di distanza dal suo esordio letterario, il giornalista e ricercatore Niram Ferretti pubblica un nuovo saggio per analizzare la demonizzazione di Israele da parte degli occidentali, Il capro espiatorio.
Come nel precedente Il sabba intorno a Israele, del quale è quasi un seguito, anche in questo libro vengono analizzate le varie cause di tale fenomeno, ampliate tuttavia da uno sguardo sui fatti più o meno recenti: dalle recenti ondate di antisemitismo in Francia agli scandali nel Labour di Jeremy Corbyn, dall’infatuazione dell’Unione Europea per l’Iran al sostegno ai palestinesi da parte dell’estrema sinistra dopo la Guerra dei Sei Giorni.
A finire sul banco degli imputati sono in particolare quegli occidentali di sinistra che dal ’68 in poi, tormentati dai sensi di colpa per il passato razzista e colonialista dei loro paesi, ripudiano la civiltà in cui sono nati in nome di un terzomondismo che divide il mondo in buoni e cattivi, dove l’Occidente è il cattivo. Essi avrebbero abbandonato le loro radici ebraico-cristiane per avere i diritti umani e l’antirazzismo militante come nuove religioni laiche, e hanno sostituito la lotta di classe con quella dei poveri del Terzo Mondo. A tutto ciò, secondo l’autore, si unisce un antisemitismo strisciante e mai veramente scomparso nel nostro continente, ma che ha semplicemente cambiato forma, perché oggi si traveste da antisionismo per usare Israele come “capro espiatorio”.
Molto spazio è dedicato alla politica estera francese, filoaraba e ostile a Israele sin dai tempi del generale De Gaulle, e al fatto che proprio in Francia l’antisemitismo è riemerso con particolare forza negli ultimi anni. Uno scenario poco confortante, dove è difficile vedere una luce in fondo al tunnel.
Niram Ferretti, Il capro espiatorio. Israele e la crisi dell’Europa, Lindau, pp. 272, 19,50 euro.