di Nathan Greppi
Quando si pensa alla guerra in corso, e più in generale al conflitto tra Israele e i palestinesi, nella maggior parte dei casi lo si fa concentrandosi solo sul presente, senza approfondire nel dettaglio il retroterra storico e politico che ha portato alla situazione attuale. O, quando lo si fa, spesso lo sguardo sul passato viene filtrato dalla lente dell’ideologia.
Tra coloro che hanno tentato di contestualizzare storicamente ciò che sta avvenendo in quelle terre martoriate, è Guido Regina. Cofondatore e presidente della sezione di Bari “Alexander Wiesel” dell’Associazione Italia-Israele, e già docente di Chirurgia vascolare all’Università di Bari Aldo Moro, Regina ha raccontato le vicende che hanno portato alla nascita d’Israele in un corposo volume, intitolato per l’appunto Lo stato di Israele.
L’autore inizia raccontando come vivevano gli ebrei in Europa nel secolo precedente alla nascita del sionismo; alla crescente emancipazione dal periodo della Rivoluzione Francese, che coinvolse soprattutto le comunità dell’Europa centrale e occidentale, facevano da contraltare l’odio e le persecuzioni presenti soprattutto nell’Europa orientale, e in particolare nella Russia degli zar. I pogrom e le persecuzioni spinsero molti ebrei ad emigrare; tra questi, già tra la fine dell’800 e i primi anni del ‘900, diversi scelsero di partire per l’allora Palestina, quando faceva parte dell’Impero Ottomano.
Oltre a raccontare le vicende che hanno portato alle prime aliyot e a riportare resoconti dei primi congressi del movimento sionista, Regina sottolinea il fatto che Theodor Herzl non fu il primo intellettuale ebreo a teorizzare la nascita di uno Stato-nazione per il popolo ebraico. Prima di lui, rimanendo nella seconda metà dell’800, tra i suoi precursori figuravano alcuni dei più illustri rabbini dell’epoca, come Yehudah Alkalay di Sarajevo e Zvi Hirsch Kalischer in Prussia, e il filosofo socialista tedesco Moses Hess. Spesso, le loro teorie erano figlie di un’epoca in cui stavano emergendo in tutta Europa movimenti nazionalisti, compreso il Risorgimento italiano.
La seconda parte del libro racconta l’evoluzione del movimento sionista e i traguardi raggiunti nel periodo tra le due guerre mondiali, quando con la caduta dell’Impero Ottomano il territorio a cui ambivano passò sotto il controllo del Mandato Britannico. Vengono illustrati i rapporti degli ebrei giunti in Palestina con i dominatori turchi e inglesi e la popolazione araba, per arrivare infine alla nascita d’Israele nel 1948.
Il saggio di Regina offre resoconti esaustivi e dettagliati per capire come si è arrivati al conflitto che tutti conosciamo. Perché senza conoscere il passato, non si può progettare il futuro.
Guido Regina, Lo stato di Israele. Dalle origini al conflitto israelo-palestinese (1850-1948), Mimesis, pp. 364, 28,00 euro.