di Nathan Greppi
Sebbene Israele abbia “solo” 70 anni, nel corso della sua esistenza ha non solo partorito grandi talenti musicali, ma lo ha fatto nei generi più disparati: dal rock alla classica, dal metal al rap, senza dimenticare la tipica musica del posto, detta “misrachi”. Una varietà in cui non è per niente facile selezionare e catalogare i maggiori rappresentanti, soprattutto per chi israeliano non è. Eppure, questo è ciò che è riuscito a fare Roberto Zadik, giornalista del Bet Magazine/Bollettino e già autore di racconti brevi, che ha deciso di dedicare alla musica israeliana il suo primo saggio.
Di ogni genere, egli riporta in ordine alfabetico i maggiori esponenti, di cui descrive le generalità, la vita e le canzoni più famose. Si trova di tutto: sia i grandi direttori d’orchestra come Zubin Mehta e Daniel Barenboim, sia le grandi star del passato come Arik Einstein e Yehoram Gaon, sia le giovani promesse come Chen Aharoni e Adi Bezait. Inoltre, egli ha riportato i testi e le traduzioni delle sei canzoni israeliane ed ebraiche più famose al mondo, come Evenu Shalom Alechem e Hava Nagila, e di ognuna ha raccontato la storia.
L’opera di Zadik, in vendita alla Libreria Claudiana e sul sito di Proedi, può tornare di grande utilità soprattutto in un periodo in cui, da un lato, su youtube si possono trovare innumerevoli canzoni straniere, ma dall’altro ci sono troppe offerte, e serve una buona guida per avventurarsi in questo mondo. E questo libro è senza dubbio un’ottima guida. Una volta che il lettore avrà ascoltato gli artisti citati, potrà chiedersi solo una cosa: se questo Paese è riuscito a produrre così tanto in 70 anni, quali sorprese ci riserverà in futuro?
Roberto Zadik, Isramix, Proedi, pp. 192, euro 15,00