di Nathan Greppi
A molti di coloro che hanno letto il Diario di Anne Frank sarà capitato, almeno una volta, di provare a immaginare che aspetto avrebbe avuto Kitty, il nome con il quale la giovane si rivolgeva al suo diario, se fosse stata un essere umano in carne ed ossa. Hanno provato a rispondere a questa domanda il film e il romanzo a fumetti omonimo Dov’è Anne Frank, scritto dal regista israeliano Ari Folman e disegnato da Lena Guberman.
La storia, che mescola la narrazione storica con elementi magici e surreali, si svolge ad Amsterdam ai giorni nostri: durante un temporale notturno, il diario di Anne depositato nel museo a lei dedicato viene colpito da un fulmine, facendo prendere vita allo spirito di Kitty sotto le sembianze di una ragazza. Questa ha solo scarni ricordi di ciò che le scriveva Anne, e decide di intraprendere un viaggio per scoprire cosa è successo alla proprietaria del diario, scoprendo un mondo molto diverso ma non privo di dolore e sofferenza.
Questo romanzo a fumetti e il film dal quale è tratto si inseriscono in un percorso ben preciso: Folman, divenuto famoso per il documentario animato del 2008 Valzer con Bashir, aveva già adattato a fumetti nel 2017 il Diario stesso di Anne. Stavolta ha adottato un approccio diverso, raccontando nuovamente la storia della giovane nel rifugio ma da una prospettiva esterna, quella dell’amica immaginaria alla quale la ragazza confessava i suoi segreti più intimi e personali; la paura di essere scoperti, i litigi in famiglia, l’amore per il giovane Peter, la speranza di tornare ad essere libera che purtroppo si infranse.
Un aspetto controverso dell’opera sta nei parallelismi che fa tra la Shoah e la situazione politica odierna, specialmente in riferimento all’ostilità verso i migranti in Europa. Il messaggio di fondo è che la storia di Anne serve come monito per non chiudere gli occhi e cedere all’indifferenza difronte alle ingiustizie, anche se queste colpiscono una minoranza che non ci riguarda direttamente. Se da un lato gli autori agiscono in buona fede, dall’altro questo approccio rischia di provocare un’eterogenesi dei fini, sconfinando nella superficialità e nel relativismo.
Ari Folman e Lena Guberman, Dov’è Anne Frank, traduzione di Carla Palmieri, Einaudi, pp. 160, 15,00 euro.