di Nathan Greppi
“Creatore di eroi, mondi, miti”: così veniva definito dal sito specializzato Fumettologica dopo la sua morte, avvenuta il 12 novembre 2018. Eppure, nonostante si sia detto tanto su di lui, il fumettista Stan Lee, considerato il creatore della maggior parte dei supereroi Marvel, è una figura sulla quale continuano a circolare pettegolezzi e leggende: chi era veramente? Quanto celebri personaggi quali l’Uomo Ragno, Hulk, Iron Man e i Fantastici Quattro sono frutto della sua mente e quanto di collaboratori ai quali non è stato dato il giusto riconoscimento?
A questi e molti altri interrogativi ha provato a rispondere il giornalista americano Abraham Riesman, in una biografia di Stan Lee da lui scritta che è stata tradotta da poco in italiano. Pubblicata originariamente negli Stati Uniti nel 2021, con il titolo True Believer: The Rise and Fall of Stan Lee, è una testimonianza fondamentale per provare a scoprire chi era davvero l’uomo di cui tutti abbiamo imparato a riconoscere il viso per le sue brevi apparizioni nei film Marvel, ma della cui carriera non tutti conoscono i retroscena.
Attingendo sia a precedenti biografie che a migliaia di materiali d’archivio, nonché ad oltre 150 interviste esclusive a persone che lo hanno conosciuto da vicino, Riesman ricostruisce la vita del celebre fumettista: nato a New York esattamente 100 anni fa, il 28 dicembre 1922, da genitori ebrei immigrati dalla Romania, in origine si chiamava Stanley Martin Lieber. Iniziò a lavorare nel mondo del fumetto in un’epoca in cui questo non era ancora riconosciuto come una vera forma d’arte, e anzi veniva disprezzato dagli strati più alti della società; il ché lasciò campo libero ad imprenditori e autori ebrei che avevano molti meno tabù.
Sebbene l’autore cerchi di apparire imparziale, buona parte delle testimonianze appaiono poco lusinghiere nei confronti di Lee: molte fonti contraddicono ciò che lui raccontava di sé, e in molti ne parlano come di un uomo spesso egoista e narcisista, simbolo di un’ambiente lavorativo dove lo sfruttamento, le pugnalate alle spalle e i comportamenti sleali erano all’ordine del giorno. Inoltre, emerge come nonostante provenisse da una famiglia molto praticante, con il passare del tempo smarrì il legame con le sue radici ebraiche.
In conclusione, questa biografia è un pugno nello stomaco per gli ammiratori più affezionati di Stan Lee. Ma indubbiamente merita di essere letta, se si vuole conoscere la sua vita e, più in generale, la storia del fumetto americano.
Abraham Riesman, Stan Lee. La storia della Marvel nella vita di un creativo e uomo d’affari amato e controverso, traduzione di Enrico Zigoni, Rizzoli Lizard, pp. 496, 25,00 euro.