di Nathan Greppi
Sin da quando, nel 2004, si decise di commemorare la Brigata Ebraica alle manifestazioni del 25 aprile, questa è sempre stata contestata da estremisti che ne ignoravano la storia. Tuttavia, non sono mancate le iniziative per ricordare le gesta di quei soldati ebrei che combatterono anche per l’Italia; a confermarlo è la pubblicazione della graphic novel La Brigata Ebraica, dell’autore belga Mark Van Oppen, più noto come Marvano.
Il volume raccoglie tre storie (Il giustiziere, TTG, Hatikwà), pubblicate in origine nell’arco di tre anni: tutte e tre seguono le vicende di Leslie Toliver, un soldato ebreo della brigata che nelle prime due storie, ambientate in Europa nell’estate del 1945, dà la caccia ai criminali nazisti che cercano di fuggire o nascondersi, mentre nel terzo si trova nella Palestina Mandataria proprio quando il nascente Stato d’Israele è in procinto di essere attaccato dagli eserciti arabi. Lungo la strada, egli riceverà l’aiuto di personaggi come Ari, suo commilitone ebreo, o la giovane Safaya, unica sopravvissuta al massacro della sua famiglia per mano dei nazisti.
Nel corso dei tre capitoli, i personaggi dimostrano più volte una certa complessità: spesso si pongono dubbi sul fatto che sia giusto o meno uccidere per vendetta, o se devono perdonare o meno i tedeschi. Ma alla fine tutti condividono lo stesso desiderio di garantire un futuro al popolo ebraico in Eretz Yisrael.
Attraverso una ricostruzione storica dettagliata e un uso magistrale dei colori, Marvano racconta con grande abilità un capitolo di storia troppo poco conosciuto, e rende omaggio a quegli eroi che rappresentarono un barlume di speranza per quegli ebrei ai quali era rimasta solo quella: hatikwà, la speranza.
Marvano, La Brigata Ebraica, traduzione di Marco Cedric Farinelli, Mondadori Comics, collana “Historica”, pp. 152, 12,99 euro.