di Michael Soncin
Silvia Montemurro, classe 1987, consegna alle stampe un romanzo da leggere senza interruzioni, ambientato negli anni ’30 in pieno nazifascismo, in cui immaginazione e realtà si fondono per raccontare un fatto della storia, meno conosciuto ai più. Stiamo parlando della squadra segreta delle SS, la Sonderstab Musik, e della depredazione che mise in atto, privando i legittimi proprietari ebrei dei più rari e preziosi beni musicali, strumenti, spartiti e manoscritti.
Al centro della vicenda vi è un violino, non uno qualunque, ma l’esclusivissimo Guarneri. Su queste corde s’incontrerà il destino di due donne. C’è Elsa, tedesca, sposata con Heinrich, un nazista che riceverà un importante incarico, riservatissimo, che non potrà assolutamente condividere con la moglie. C’è poi Adele, una ragazza ebrea di origini italiane, eccellente musicista. Ed è proprio questo il segreto che Elsa scoprirà: Heinrich si è impossessato del violino di Adele. Elsa, mettendo a rischio la propria esistenza, farà di tutto per ritrovare la proprietaria e restituirle ciò che le apparteneva.
«Pensai al violino nascosto nell’armadio e a quello che stava per fare mio marito. Una cosa mi fu chiara: dovevo restituire il Guarneri del Gesù ad Adele». Di lei non aveva che una foto e il suo quaderno dove erano riportate alcune frasi: «Questo violino ha il magico potere di farmi sentire protetta… Quando suono, esisto».
Silvia Montemurro, L’orchestra rubata di Hitler, Salani, pp. 352, € 16,80.