di Ruth Migliara
“Scrivere poesia dopo Auschwitz è un atto di barbarie”. Così afferma il filosofo tedesco Adorno nel 1949. Eppure Adler non solo lo fa, ma ci riesce anche egregiamente, offrendo una dolcissima trasfigurazione poetica di un’amara tragedia nel suo capolavoro. È Il viaggio (Die Reise) scritto a Londra nei primi Anni ‘50. H.G. Adler è un ebreo praghese, sopravvissuto ai campi. Nel 1947 fugge in Inghilterra e decide di dare voce alla propria esperienza, scrivendo in tedesco un romanzo sull’Olocausto. Una sorta di luttuoso silenzio letterario avvolge in quegli anni le vicende legate alla Shoah. Forse per questo Adler trova solo nel 1962 una piccola casa editrice disposta a pubblicare il suo lavoro.
Il romanzo non ha fortuna, nonostante gli elogi di molti, tra cui Elias Canetti, a cui il libro è dedicato.
Quarant’anni dopo Peter Filkins, traduttore dal tedesco e poeta, lo ritrova impolverato tra gli scaffali di una libreria di Harvard.
Lo legge e se ne entusiasma. Riesce a farlo pubblicare nuovamente da Random House nel 2008.
L’opera ottiene solo allora entusiastiche recensioni.
Un viaggio è scritto con una prosa nitida e scorrevole, in cui temi insostenibili subiscono una metamorfosi poetica che sembra renderli lievi e inoffensivi.
Qualunque immagine scorre leggera in un flusso di coscienza che ricorda Joice.
Non esistono uno spazio e un tempo precisi.
È la trasfigurazione onirica di una immane tragedia in cui carnefici e vittime non sono mai nominati direttamente. In un’ironia devastante i soldati vengono chiamati “Eroi” e diventano archetipi universali di chi maschera il sopruso e la violenza sotto le false spoglie di un’arbitraria giustizia. Adler racconta, in un fluire continuo di immagini e pensieri, l’alienazione di chi non ha più un nome e per il quale “vivere è divieto, un divieto del quale non sempre si è consapevoli per il semplice fatto che non si è smesso di vivere”.
In una lettera all’autore, Elias Canetti dirà che questo romanzo ha “ridato speranza alla letteratura moderna”, quella speranza inesauribile di cui Adler narra, per l’appunto, il viaggio.
H. G. Adler, Il viaggio, Fazi editore, pp. 383, euro 19,50