La serenità ritrovata sotto l’albero delle giuggiole

Libri

di Ester Moscati

Gila Almagor ci porta in un Paese tutto da inventare, approdo  di radici e memorie confuse,  nel quale il suono di una nuova lingua, l’ebraico, plasma  la percezione dell’identità

Quanta tenerezza fanno questi bambini perduti, con le loro memorie indicibili, divisi tra quelli nati e quelli nati qua, i sabra, figli di storie di strappi emotivi che li hanno resi “quasi” orfani.

è invece l’Europa delle deportazioni e della Shoah, delle famiglie sterminate, dei fratellini bruciati, delle sorelle con le lunghe trecce, così simili a quelle di Aviha. Gli equilibri sono fragili come vetro sottile. Nella comunità di Udim, dove sono radunati i profughi della “Alyià dei giovani”, irrompe la questione dei risarcimenti dalla Germania. Israele si spacca sulla decisione di accettare un “compenso per lo sterminio” e le discussioni dei bambini non sono meno feroci: come si può pensare che esista un possibile indennizzo per la vita di mamma e papà, dei nonni, dei fratellini cancellati? Ma c’è chi pensa al proprio futuro, a quello che potrà avere con “quei soldi” “tanto nessuno può restituire l’infanzia perduta”, ma almeno…

 

Aviha è sempre alla ricerca della verità sulle sue origini, sul padre bellissimo e ignoto della fotografia, quell’uomo di cui la madre, nella sua follia disperata, si rifiuta di parlare. Dopo L’estate di Aviha, in Sotto l’albero delle giuggiole la ragazzina è cresciuta e conosce i primi battiti del cuore, si innamora di Jurek, uno nato , con le nostalgie e le ombre che questo comporta, ma anche capace di tenerezza. Sono gli anni ‘50, Israele è tutta da costruire, e queste piccole anime sono la speranza del futuro.

Ma quello che incanta in queste pagine è la capacità di Gila Almagor di raccontare la forza vitale di ragazzi giovanissimi dal passato feroce che, nel mondo protetto di Udim, nonostante tutto, sanno vedere la bellezza dei fiori che sbocciano sulla “collina olandese”, sanno essere solidali, amici preziosi, sanno crescere nell’etica del lavoro e della responsabilità collettiva, sanno prendersi cura gli uni degli altri con sensibilità e rispetto. Sanno amare. E quando hanno bisogno di pace, di un momento per sé, di pensare e ricordare, si incamminano, in modo ordinato, sulla collina, sotto l’albero delle giuggiole.

Gila Almagor, Sotto l’albero delle giuggiole, trad. Paola Maria Rubini, Acquario,
pp. 185, 15,00 euro.

 

Foto in alto: Gila Almagor (© Maariv)