di Marina Gersony
Novant’anni e una forza interiore fuori dal comune. Edith Eva Eger, psichiatra, è nata a Košice (attualmente in Slovacchia) nel 1927 ed è sopravvissuta insieme alla sorella ad Auschwitz, dove ha perso i genitori inviati alla camera a gas su ordine del boia Mengele. Per la maggior parte delle persone che come lei hanno vissuto quel periodo devastante, la guerra è rimasta un marchio indelebile. Di più: diversi studi hanno dimostrato come il trauma patito dai sopravvissuti alla Shoah si è tramandato di generazione in generazione non solo attraverso le loro parole, ma anche biologicamente (Vedi Mount Sinai Hospital di New York e la rivista Biological Psychiatry). Determinata a non farsi sopraffare dal passato, la dottoressa Eger ha saputo rielaborare e trasformare il suo vissuto tragico in un lodevole progetto di vita mirato ad aiutare psicologicamente i sopravvissuti, ma anche le persone afflitte da stress e disturbi post traumatici, tra cui reduci di guerra dall’Afghanistan, donne che hanno subito violenza e persone afflitte da sofferenze o da choc dovuti a lutti o malattie gravi. Dopo la guerra, Eger si è trasferita negli Stati Uniti dove ha studiato psicologia. Si è specializzata, ha iniziato a spiegare ai suoi pazienti come affrontare i propri fantasmi e infine a riorganizzare la propria vita superando ostacoli e difficoltà. In breve, ha insegnato e continua a insegnare loro a guarire, perché «il peggior campo di concentramento è la propria mente» e libertà, conoscenza, consapevolezza e guarigione iniziano quando impariamo a guardare in faccia il nostro dolore.
La scelta di Edith – Una psicologa sopravvissuta ai lager ci insegna a superare i traumi attraverso la resilienza, è il libro fresco di stampa della psichiatra; un libro prezioso dalla scrittura asciutta e trascinante che fonde le competenze professionali dell’autrice e la sua personale esperienza, dimostrando come ognuno di noi possa uscire da un trauma e da una ferita profonda guardando con nuovo slancio al futuro. «La missione di Edith è aiutarci a capire che se possiamo agire come carcerieri di noi stessi, possiamo anche diventare i liberatori di noi stessi», sintetizza nella prefazione Philip Zimbardo.
Oggi Edith Eva Eger ha novant’anni e continua a danzare. Le sue conferenze, anche online, testimoniano la sua empatia e la traboccante voglia di vivere. È una signora minuta, elegante, dotata di sense of humor; una sopravvissuta sempre pronta ad affrontare con un vasto sorriso sulle labbra le tourbillon de la vie.
Edith Eva Eger, con Esmé Schwall Weigand, La scelta di Edith, traduzione di Lucia Corradini Caspani, Editore Corbaccio, pp. 351, € 18,60