La stampa ebraica in Italia: una ricerca ripercorre il suo ruolo di coesione interna e comunicazione con l’esterno

Libri

di Esterina Dana
Il libro del collaboratore di Mosaico-Bet Magazine Nathan Greppi, La stampa ebraica in Italia (Giuntina, 2024), rappresenta un felice connubio tra il rigore del ricercatore e la passione per il giornalismo. Analizza con puntualità la nascita e lo sviluppo della stampa ebraica nella penisola italiana dal Risorgimento ai giorni recenti. Diviso in capitoli introdotti da sintesi sul contesto storico, il libro mappa le testate ebraiche nate nelle varie regioni, cogliendone i caratteri, le problematiche e i protagonisti. Il libro verrà presentato il 6 giugno alla Biblioteca del CDEC.

Le pubblicazioni, rivolte principalmente a un pubblico ristretto, rivelano la vivacità culturale della piccola popolazione ebraica italiana e la capacità rabdomantica di intercettare dialetticamente i grandi e piccoli mutamenti storico-politici e sociali dell’epoca, che contribuiscono alla costruzione dell’identità ebraica italiana. La stampa ebraica, presente in Europa già dalla fine del 1600, in Italia si sviluppa con l’emancipazione degli ebrei sancita dallo Statuto albertino del 1848, che concede diritti civili e politici (art. 24) e libertà di stampa (art. 28). Questo avvio di integrazione civile e sociale si accompagna al timore di assimilazione e perdita dell’identità ebraica. Greppi esamina le caratteristiche ideologiche delle testate, spesso dibattute tra riformismo e tradizionalismo, nazionalismo e socialismo, lealtà patriottica  e fedeltà alla propria identità. Fondatori, direttori e redattori sono spesso teologi e rabbini, filosofi, accademici o scrittori, attenti al contesto storico e nel contempo impegnati a trasmettere un’educazione ebraica per contrastare l’assimilazione.

L’emergere del sionismo crea un acceso dibattito, registrato puntualmente sulla stampa, tra una maggioranza che, favorevole all’integrazione nelle società occidentali, lo percepisce come una minaccia, e una minoranza che lo considerava un’opportunità per porre fine alle persecuzioni millenarie del popolo ebraico. Il movimento sionista porta, nella stampa ebraica italiana degli anni ’90 dell’Ottocento, un rinnovato fermento, che riflette il crescente interesse sul tema tra le élite culturali. La Prima guerra mondiale accentua la polarizzazione tra le comunità ebraiche italiane, con contrapposizioni tra interventisti e neutralisti. Durante il fascismo, c’è chi promuove fedeltà all’Italia e alla monarchia, contrastando il sionismo e gli ebrei antifascisti, ma con le leggi razziali del 1938, la stampa ebraica subisce una battuta d’arresto.

Dopo la liberazione dell’Italia dal nazifascismo, la stampa ebraica è essenziale per la ricostruzione delle comunità, con pubblicazioni come il Bollettino della Comunità Israelitica di Milano e la Rassegna Mensile di Israel. Fondante, dopo il trauma della Shoah,  è la nascita dello Stato di Israele che modifica il giudizio del mondo ebraico verso la causa  sionista. Le pubblicazioni registrano gli eventi delle guerre arabo-israeliane, gli effetti dell’esodo degli ebrei dai paesi arabi che influenzarono la composizione delle comunità ebraiche italiane, ma anche temi di attualità politica, italiana ed estera, e argomenti di carattere civile e sociale.

Inizialmente rivolte a fasce colte e impegnate politicamente, le riviste ebraiche, diventano “di massa” dopo la Seconda Guerra Mondiale, raggiungendo un pubblico più vasto grazie a Internet. Con la rivoluzione tecnologica degli anni ’90 del Novecento, nascono siti web, blog e podcast ebraici italiani, che ampliano il pubblico e l’impatto delle testate ebraiche. La stampa ebraica tradizionale si  adegua alla nuova realtà digitale, con redazioni virtuali e collaboratori sparsi in diverse città. Siti web come Informazione Corretta, Mosaico e Progetto Dreyfus hanno contribuito a diffondere conoscenze sull’ebraismo e Israele in Italia. Ma già dagli anni ’70, nuovi spazi informativi erano emersi anche in televisione e radio, con programmi come Sorgente di vita. Questi sforzi oggi risultano indispensabili per sondare e conoscere, nonché contrastare in tempo reale, l’ondata di antisemitismo dilagante.

L’ottimo contributo  di Greppi manifesta quanto i media abbiano svolto, e continuino a svolgere, un ruolo cruciale “nel preservare la coesione sociale degli ebrei italiani” e nel mantenere un dialogo aperto con il mondo esterno.

 

Nathan Greppi, La stampa ebraica in Italia, Giuntina, 2024, pp. 236, 18 euro