di Nathan Greppi
Sebbene oggi non restino altro che monumenti e documenti scritti a testimoniarlo, nel nostro paese sono tante le piccole città e i borghi che nei secoli passati ospitavano importanti comunità ebraiche, estintesi prima ancora della Shoah perlopiù per i trasferimenti dai piccoli centri a quelli più grandi.
In questa cornice rientra la storia della presenza ebraica a Conegliano, in provincia di Treviso, durata per secoli dal ‘300 fino agli inizi del ‘900. Una storia che è stata recentemente ripercorsa nel libro La Conegliano ebraica, scritto dalla giornalista e archeologa Chiara Dall’Armellina e dalla guida turistica Laura Pasin.
Alternando fotografie e testi divulgativi, il saggio ripercorre la storia delle famiglie ebraiche che hanno vissuto in questo piccolo centro del trevigiano descrivendone anche i luoghi-simbolo. Le prime documentazioni su questa presenza risalgono al 1392, in un periodo in cui la Repubblica di Venezia consentì l’apertura in quella zona di banchi di prestito anche per riprendersi da gravi crisi.
Inizialmente godevano di una certa libertà per i parametri dell’epoca, al punto che nel 1604 venne fondata a Conegliano un’importante yeshivah. Tuttavia, con il passare dei decenni anche loro furono costretti a vivere entro i confini di un ghetto, in quella che viene chiamata la Contrada del Siletto. L’epoca dei ghetti finì nel 1797, con la caduta della repubblicana veneziana nelle guerre napoleoniche, durante le quali agli ebrei vennero riconosciuti gli stessi diritti degli altri cittadini. Oggi, il monumento più importante di questa storia è il cimitero ebraico, situato in collina (nella foto).
Verso la fine del libro, si trovano brevi biografie degli esponenti più illustri dell’ebraismo coneglianese: come Angelo Fuchs (1848 – 1920), che fu un architetto di successo nonché sindaco di Gardone Riviera, nel bresciano; o Amedeo Grassini (1848 – 1908), anch’egli politico affermato a livello locale nonché padre dell’intellettuale Margherita Sarfatti. Inoltre, proprio a Conegliano nel 1876 venne fondata la Scuola enologica per volontà del deputato ebreo Luigi Luzzatti, che nel corso della sua carriera fu anche Presidente del consiglio, ministro e co-fondatore dell’Università Ca’ Foscari di Venezia.
Nonostante oggi non vi sia più una vera comunità, Conegliano conserva ancora le tracce di quelle famiglie ebraiche che, tra periodi di tolleranza e altri di discriminazione, hanno lasciato un segno indelebile nella storia della città.
Chiara Dall’Armellina e Laura Pasin, La Conegliano ebraica. Itinerario turistico-culturale, De Bastiani, pp. 176, 15,00 euro.