Un importante saggio.
Tra i numerosi libri editi in Italia in occasione della Giornata della Memoria 2008 credo sia di particolare importanza questo testo, che, nelledizione originale è uno dei volumi di unopera monumentale promossa da Yad Vashem, che ha avviato, assieme ad un gruppo di storici appartenenti a vari istituti di ricerca e università, il progetto di una storia generale della Shoah che ha lobiettivo di raccogliere i risultati delle ricerche sulla Shoah condotte nel dopoguerra.
Cristopher Browning è un autore ben noto anche in Italia, in cui sono stati pubblicati alcuni dei suoi saggi. In particolare credo vada ricordato Uomini comuni, uscito da Einaudi alcuni anni fa. In quel libro egli, sulla base della documentazione fortunosamente ritrovata, ricostruiva le vicende di un battaglione di polizia tedesca trasformato di fatto in una Einsatzgruppe e che massacrò migliaia di ebrei durante linvasione tedesca dell Unione sovietica. La tesi di Browning, dimostrata in maniera inconfutabile dai documenti, era che la stragrane maggioranza dei componenti di questo battaglione di polizia non erano fanatici nazisti antisemiti, ma, appunto, uomini comuni, molto spesso riservisti dai 40 anni in su, bravi padri di famigli, bravi operai e impiegati, oppure poliziotti mai coinvolti in atti repressivi violenti antiebraici, spesso anche bravi cristiani. Appunto uomini comuni. A cui era anche consentito di ritirarsi, quando non se la sentivano più di continuare il loro lavoro nello sterminio degli ebrei dellEst, senza subire particolari sanzioni disciplinari.
Il volume, che ha per sottotitolo Levoluzione della politica antiebraica del nazismo. Settembre 1939 marzo 1942, contiene in realtà anche dei contributi di Jurgen Matthaeus, che però leditore non ha evidenziato. Sulla copertina, infatti, compare solo il nome di Browning, sicuramente più noto, e solo nellinterno si legge il nome di Matthaeus. Dal punto di vista editoriale, questo non è molto corretto.
Il libro copre il periodo che va dal settembre 1939, invasione della Polonia, al marzo 1942, quando i tedeschi si trovarono in procinto di distruggere i ghetti polacchi ed eliminare in maniera sistematica gli ebrei nelle camere a gas, far arrivare nei campi i primi deportati dalla Francia e dalla Slovacchia, riprendere le deportazioni dal Reich e avviare una seconda ondata di assassini di massa nel territorio sovietico occupato.
E noto che gli storici della shoah si distinguono,grosso modo, nelle categorie di intenzionalisti e di funzionalisti. Secondo i primi la Shoah sarebbe il frutto di un progetto coerente, presente sin dalle origini del potere nazista in Germania, di sterminio dellebraismo tedesco prima, europeo, poi. Per gli altri invece lo sterminio egli ebrei sarebbe stato frutto di una serie di avvenimenti interconnessi tra loro, in primo luogo il profilarsi della sconfitta nella campagna per distruggere lUnione Sovietica. Il progetto iniziale dei nazisti, secondo questa interpretazione, sarebbe stato davvero lespulsione degli ebrei tedeschi e poi dei territori conquistati verso lest, cioè oltre gli Urali.
Browning si è definito, in un altro volume, un funzionalista moderato. In realtà la definizione risulta valida solo se rapportata alla emanazione di decisioni ufficiali conosciute. Lenorme quantità di documenti citata da Browning ( e Matthaeus) dimostra che la Shoah iniziò nel settembre 1939, con linvasione della Polonia. La volontà sterminatrice del nazismo era chiara sin dallinizio. Dovette fare i conti con la novità della situazione (non si era mai data prima nella storia una tale volontà genocida) e con le esigenze poste dalla guerra in corso, come la necessità di avere manodopera forzata, sia qualificata che manovalanza, per far fronte alle esigenze belliche, da cui scaturì per esempio la pratica della sterminio attraverso il lavoro.
Ma tutto il libro è la storia di come i nazisti si sforzarono di superare queste difficoltà, per arrivare alla decisione finale delle camere a gas. La volontà di avere una Europa judenfrei ebbe la prevalenza persino sulla necessità di vincere la guerra.
E la dimostrazione ultima sono sicuramente i convogli diretti ad Auschwitz fin che fu possibile, sottraendo materiali e risorse allo sforzo bellico e le marce della morte cui furono costretti i sopravvissuti dei campi quando già era chiara linevitabilità della sconfitta tedesca.
Un altro problema centrale affrontato nel libro di Browning è quello del policentrismo decisionale del regime nazista, in altri termini chi prendeva le decisioni e come e a chi le comunicava.
E un problema con cui gli storici si stanno confrontando da almeno una decina di anni, e che al momento vede prevalere la tesi secondo cui lamministrazione, e i centri di potere in particolare, del terzo Reich, fossero soggetti di una sorta di anarchia autoritaria. Vale a dire che anziché il monolite burocratico di stile prussiano reso più ferreo dal Fuerherprinzip, la Germania nazista fosse una sorta di arena in cui i vari ministeri, enti, polizie concorrevano tra di loro per accaparrarsi il maggior potere possibile e farsi unici interpreti del pensiero (mai esplicitato in norme o leggi conosciute) dei grandi gerarchi, i quali a loro volta si presentavano ciascuno come lunico interprete del pensiero del capo.
Da questo punto di vista il libro di Browning si presenta di grande interesse, anche se il dibattito sullargomento resta aperto e tenendo presente che i documenti in possesso degli storici, per quanto abbondanti sono spesso lacunosi, in particolare sulle decisioni ai massimi livelli. Né aiutano più di tanto le testimonianze rese dopo la fine della guerra,durante i processi, dai gerarchi nazisti, in quanto ovviamente viziate dalla loro posizione auto-assolutoria.
Credo sarebbe molto interessante se anche gli altri volumi della Storia generale della Shoah promossa da Yad Vashem potessero essere resi disponibili al pubblico di lingua italiana.
CHRISTOPHER R. BROWNING – LE ORIGINI DELLA SOLUZIONE FINALE
IL SAGGIATORE – pp. 617 euro 35,00