Confini geografici, confini fra Stati, fra nazioni, culture; e poi confini più intimi, fra persone e persone, fra conscio e inconscio, fra uomo e Dio. Qualunque sia, il confine è qualcosa che può essere elemento di separazione ma anche linea di congiunzione fra mondi diversi. E proprio il concetto di “confine”, è il tema del prossimo Festival Internazionale della Letteratura Ebraica di Roma. “Oltre i confini” è il titolo della quinta edizione della manifestazione che si svolgerà dall’8 al 12 settembre ed è organizzata dalla Comunità ebraica insieme all’Assessorato alle Politiche Culturali e Centro storico di Roma.
Anche quest’anno molti gli appuntamenti in programma, a cominciare dalla Notte della Cabala che accompagnerà il pubblico del festival con una no-stop di eventi dalle 21.00 di sabato 8 settembre fino alle prime ore del giorno della domenica. Molti anche gli ospiti attesi, sia del mondo della letteratura che della musica e dell’arte. L’inaugurazione di sabato 8 settembre si apre con l’intervista del giornalista e scrittore Pierluigi Battista, allo scrittore, pittore e regista Marek Alter – la cui vita è stata segnata da continui passaggi di confine geografici, culturali e storici.
Sono attesi subito dopo, il filosofo Moshe Idel, e il rabbino capo della Comunità di Roma, Riccardo Di Segni, che insieme discuteranno di cabbala; mentre più tardi, verso la mezzanotte, ci sarà l’incontro fra il rabbino Roberto Colombo e Yarona Pinhas, uno delle maggiori studiose di mistica ebraica.
Più tardi, presso la galleria Ermanno Tedeschi, è prevista la performance di uno dei maggiori artisti israeliani di murales, Rami Meiri.
Contemporaneamente per gli appassionati i musica, l’ospite più atteso è il chitarrista israeliano David Broza. Altrettanto atteso è lo spettacolo di Mario Piazza, “Jewish Flash Mob”, un mix di danza, teatro, canto e cinema.
Per i giorni successivi al Palazzo della Cultura di Roma, sono da segnalare gli appuntamenti con lo scrittore americano Shalom Auslander (domenica 9 settembre), – che con le sue opere, secondo molti, ha superato i confini del “dicibile” – e con l’israeliano Yoram Kanyuk (lunedì 10 settembre) che con il romanzo “1948” è andato oltre il confine della memoria per narrare la sua esperienza di soldato nella guerra per la fondazione dello Stato di Israele. Per mercoledì 10 è atteso invece, reduce dal festival di Mantova, Etgar Keret, rappresentante al “confine” fra la vecchia e la nuova generazione di scrittori israeliani, ma anche autore di opere “confinanti” come il romanzo e la graphic novel.
Il programma completo delle giornate romane del Festival della letteratura, è consultabile qui.