di Cyril Aslanov
[Ebraica. Letteratura come vita] La letteratura neo-ebraica sviluppatasi dai tempi della Haskalah (Ottocento-primo Novecento) può essere considerata come catalizzatore del sionismo, forma moderna del sentimento nazionale ebraico. Eppure, una volta creato lo Stato di Israele, la letteratura ebraica appare piuttosto come patriottica che propriamente nazionalista. Il sionismo stesso, espressione moderna del nazionalismo ebraico, era maggioritariamente associato a ideologie di sinistra: laburismo o socialismo. È vero che la secessione revisionista iniziata da Žabotinskij (che era un grande scrittore ma più talentuoso e produttivo in russo che in ebraico) fa capire che negli anni eroici della gestazione e della nascita dello Stato di Israele, esistevano altre opzioni oltre alla scelta per difetto del sionismo di sinistra. Agnon si identificava con lo spirito centrista e liberale dei sionisti generali (sia contro lo spirito laburista o socialista del mainstream sionista di quei tempi sia contro gli eccessi nazionalisti dei revisionisti). Comunque questa sua posizione politica non si riflette nella sua opera monumentale a meno di considerare il significato simbolico di certi suoi racconti. Il vero vate nazionalista dell’orizzonte letterario neo-ebraico è stato Uri Zvi Greenberg (1896-1981), la cui produzione poetica riflette il suo impegno politico nella Brit ha-birionim (“alleanza dei forti”), una frazione quasi fascista del sionismo revisionista.Il nazionalismo puro e duro si esprime solo marginalmente nella letteratura neo-ebraica poiché negli anni di formazione dello Stato, esisteva un patriottismo piuttosto associato alla corrente principale del sionismo di sinistra. Il vero nazionalismo di ispirazione destrista era fuori dal consensus della giovine nazione. Per molti israeliani di sinistra il fatto di non condividere gli ideali del socialismo o del mondo dei kibbutzim (considerati un tempo come la parte più prestigiosa della società israeliana) era sufficente per boicottare uno scrittore percepito come fuori dell’ideologia di sinistra che dominò politicamente il paese fino alla vittoria del Likud nel 1977.
Il conformismo ideologico del mondo letterario israeliano si verifica anche a proposito di Moshe Shamir (1921-2004), la cui deriva destrista può spiegarsi dalla sua delusione dopo gli scandali scatenati contro di lui da rappresentanti dell’establishment laburista (a cominciare da Ben Gurion stesso). Ferito dall’ostracismo di cui fu vittima, Moshe Shamir diventò un partigiano della Grande Israele che secondo lui, doveva includere non solo la Giudea-Samaria ma anche il Sinai. Per far capire come alcuni patrioti della sinistra israeliana diventarono passionari del nazionalismo di destra si può considerare l’esempio parallelo della famosa poetessa-cantante Naomi Shemer (1930-2004), autrice della famosa canzone Yerushalaim shel zahav “Gerusalemme d’oro”, che pur venendo dal mondo socialista dei kibbutzim venne considerata verso gli anni Ottanta come un simbolo iconico del nazionalismo di destra. Il caso di Nathan Alterman (1910-1970) costituisce un altro esempio di un percorso dal patriottismo di sinistra (espresso nel famoso poema Magash ha-kesef “vassoio d’argento”) al nazionalismo di destra. Il catalizzatore di questa evoluzione fu la vittoria del 1967 che pose il problema dell’occupazione militare della Giudea-Samaria: questo evento fu una prova dirimente che provocò una polarizzazione crescente fra il patriottismo moderato della sinistra e il nazionalismo esaltato della destra.
In quegli anni che precedettero o seguirono la frattura del 1967, nuovi talenti letterari emersero nell’orizzonte letterario israeliano: A. B. Yehoshua; Amos Oz; David Grossman; Meir Shalev. Chi più chi meno, questi autori famosissimi si identificarono con il campo della pace che milita per una risoluzione del conflito con i palestinesi e la promozione della soluzione di due Stati per due nazioni. Gli autori che non corrispondevano a questa linea politica non sono stati così apprezzati dal lettorato israeliano e non furono sempre giudicati degni di essere tradotti dall’ebraico. Due esempi di questa reazione di rigetto nei confronti di autori considerati come troppo di destra sono David Shahar (1926-1997) (con un passato di destra, ma che poi diventò apolitico piuttosto che destrista) e il rabbino Haim Sabato, decisamente affiliato al sionismo religioso di destra. Shahar è stato molto apprezzato in Francia ma rimase quasi sconosciuto in Israele. Per quanto riguarda Sabato, è molto letto negli ambienti sionisti religiosi ma è praticamente ignorato dall’establishment culturale di sinistra, ormai spesso diventato post-sionista.
Foto: la poetessa-cantante Naomi Shemer (1930-2004), autrice della famosa canzone Yerushalaim shel zahav “Gerusalemme d’oro”