Neuroscienze: come la vita diventa memoria

Libri

di Fiona Diwan

Perché si forma un ricordo? Quali attimi restano scolpiti nelle stanze del cervello per sempre?

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“La mente che ricorda è una casa degli specchi… Abituati come siamo a pensare che il ricordo restituisca fedelmente la vita, rimaniamo stupiti di fronte alla sua autonomia”; ed ecco che ricordiamo un evento più bello di come effettivamente fu, un dolore più leggero rispetto al dolore che provammo un tempo. La parte più infinitesimale di noi, le nostre cellule, e la parte più immateriale di noi, la memoria: come si costruisce il legame tra questi due elementi? Che cosa accade e perché si forma un ricordo? I ricordi si possono costruire? Andrea Levi, neurobiologo che ha insegnato al Weizmann di Rehovot, al CNR, a Bethesda, analizza la “meccanica” dei ricordi, le tracce che la vita lascia dietro di noi dopo che è passata. “La plasticità della memoria fa sì che essa ristrutturi se stessa per consentirci di giocare con i ricordi a seconda di quanto a noi conviene”, scrive Levi. Neuroni parlanti, oblio, dimenticanza o ancora attimi che restano scolpiti nelle stanze del cervello per sempre: che cosa sopravvive e perché, quale memoria si eredita dai nostri genitori e antenati, che cosa tratteniamo e cosa buttiamo.

Scienza, letteratura e vita si intrecciano in questo saggio appassionante e originale, una prosa d’impatto e piena di rimandi, capace di tenere insieme l’infinitamente piccolo delle cellule con il viaggio di Astolfo sulla luna, di Odisseo verso Itaca, di Italo Calvino con i suoi cavalieri inesistenti. Ma con in mano la bussola della genetica, del DNA, dei processi epigenetici. Un viaggio nella terra delle cose dimenticate, nei labirinti del cervello: memoria come arcipelago di isole, memoria come foglia che ondeggia e che resiste al vento, memoria come pozzanghera e come traccia di quello che resta dopo la pioggia, memoria “lunare” che come la luna nasconde e cela ciò che non gradisce, memoria come fuoco che alimenta il vivere e la narrazione di noi stessi… Andrea Levi ci fa notare che esiste una parola in giapponese capace di descrivere il processo della memoria: è il termine komorebi, un “cadere gocciolando”, e rimanda alla luce che filtrata dalle foglie degli alberi arriva a noi gocciolando, simile a una pioggia luminosa. Così avviene per i ricordi e il saggio dello studioso italiano ci sorprende con innumerevoli immagini incantevoli. Scienziato eclettico e scrittore dotato di rara immediatezza, Levi spazia in tutti gli ambiti e apre continuamente nuove finestre di conoscenza. Per capire, infine, come possano i ricordi sopravvivere alla materia che li sostiene.

Andrea Levi, Genetica dei ricordi – Come la vita diventa memoria, Il Saggiatore,
pp. 183, 17,00 euro.