Il VII Premio letterario Adei Wizo, dedicato alla narrativa ebraica per far conoscere il mondo ebraico nelle sue molteplici realtà, premia quest’anno, fra i molti volumi pubblicati nel 2006, autori di diversi paesi. Il 1° classificato per la sezione narrativa è Una tromba nello uadi, dello scrittore israeliano candidato al Premio Nobel e Presidente dellAssociazione israeliana per i diritti umani Sami Michael (Ed. Giuntina). Il 1° classificata per la sezione narrativa ragazzi è invece Dieci bottiglie verdi della scrittrice canadese Vivian Jeanette Kaplan (Ed. Il punto dincontro). Entrambi gli autori presenziano alla cerimonia di Firenze, a Palazzo vecchio, il 17 ottobre, insieme a Erminia DellOro, scrittrice; Ziva Fischer, presidente nazionale Adei-Wizo; Evelina Gabbai. presidente Sezione Firenze; Amira Meir, docente universitaria di studi biblici; Fiamma Nirenstein, giornalista e scrittrice; Shulim Vogelmann, scrittore.
Sami Michael, autore e Presidente dellAssociazione per i diritti umani in Israele, è nato a Baghdad nel 1926. Alletà di 15 anni si è unito a un gruppo clandestino comunista che lottava contro loppressivo regime iracheno per laffermazione dei diritti umani e i valori democratici. Nel 1947 ha iniziato i suoi studi in ingegneria allUniversità americana di Baghdad. Nel 1948 un tribunale iracheno ha emesso un mandato darresto nei confronti di Michael che è stato costretto a fuggire in Iran. Da qui, nel 1949, non potendo tornare in patria, si è recato in Israele.
Per quattro anni è stato opinionista per Al Itihad e Al Jadid, i giornali in lingua araba del Partito Comunista israeliano. Nel 1955 abbandonerà il Partito. Ha lavorato per anni come idrologo, amministrando le risorse idriche al confine con la Siria. Nel frattempo è riuscito a laurearsi in Idrologia, in Psicologia e in Letteratura araba allUniversità di Haifa.
Con perseveranza e volontà, senza averlo precedentemente studiato, Michael ha imparato lebraico perfettamente, e nel 1974, alletà di 48 anni, ha pubblicato il suo primo romanzo, Gli uomini sono uguali, ma alcuni lo sono di più.
A oggi, Michael ha scritto 11 romanzi, 3 saggi incentrati su aspetti culturali e politici della storia di Israele e 3 opere teatrali. Le complesse relazioni tra le diversità intessono le trame dei suoi romanzi, ebrei e musulmani, musulmani e cristiani, nazionalisti e comunisti, iracheni e israeliani, uomini e donne: romanzi che vogliono sempre essere simbolo di speranza, di pace e convivenza. La Giuntina ha pubblicato i suoi libri Una tromba nello uadi e Victoria e presto uscirà il romanzo Rifugio.
Per la sua attività di scrittore e per il suo impegno per la pace, i diritti umani e la giustizia, Michael ha ricevuto numerose onorificenze e premi tra i quali: il Premio del Ministero del consiglio israeliano, il Premio ONU per lo sviluppo internazionale, il Premio della società per lo sviluppo del Medio Oriente; il Premio internazionale del Rotary; il Premio del Ministero delleducazione israeliano, il Premio WIZO francese e italiano, il Premio ACUM, Il Premio Brenner e il Premio della Presidenza della Repubblica israeliana. Inoltre, Michael ha ricevuto tre lauree honoris causa dalle Università di Gerusalemme, Haifa e Negev. Sami Michael è stato tradotto in numerosi paesi, tra cui Egitto e Iraq, dove i suoi libri (pubblicati in Germania dalleditore arabo Al Jamelia) vengono venduti tramite il mercato clandestino e vanno a ruba.
Infine, Sami Michael è candidato al Premio Nobel per la Letteratura.
Il suo romanzo Una tromba nello uadi è ambiantato a Haifa nel 1982. Sul tetto Alex suona la tromba e affida al mare la sua nostalgia. Sotto, Huda ascolta quella melodia straniera e abbandona alla musica il suo corpo dolente. Mary, la sorella bella e trasgressiva, nasconde un segreto scandaloso per la gente del quartiere arabo. Nonno Elias sorride con i suoi occhi verdi mentre fuma il narghilè sullottomana. La mamma siede in cucina con Jamilla, la vecchia vicina golosa di caffè, nei cui occhi è riflessa la storia del suo popolo.
In un paese minato dalle divisioni e dalla guerra, si fa strada una storia damore toccante e poetica tra una giovane donna araba e un ebreo immigrato dalla Russia.Una tromba nello uadi è un richiamo alla convivenza e un grido di pace, oltre che un delicato, ironico e appassionante romanzo.
Vivianne Jeanette Kaplan è nata a Shanghai, luogo in cui i suoi genitori si sono sposati. All’età di due anni si è trasferita con la famiglia a Toronto, in Canada, dove si è laureata, studiando inglese, francese e spagnolo. Porta avanti da trent’anni un’attività di import-export di oggettistica e arredamento con l’estremo Oriente.
Dieci bottiglie verdi è la sua prima opera.
Nini Karpel è giovane, spensierata, innamorata della vita e della sua terra, l’Austria. È una Vienna di primo Novecento a cullare i suoi ovattati sogni di bambina, a consolarla nei momenti difficili, a vegliare sui suoi giochi con le sorelle e il fratellino, a vederla sbocciare in una ragazza spigliata e felice. Ma Nini è anche ebrea e la sua appartenenza a una cultura che l’Europa si sta preparando a rifiutare fa sì che la sua amata Austria le volti le spalle, costringendola a diventare adulta ancor prima di aver potuto vivere appieno la sua giovinezza. Negli anni Trenta, infatti, una spirale d’odio si insinua nell’ex capitale asburgica e l’antisemitismo si diffonde in modo sempre più violento. L’unica soluzione, purtroppo, è cercare rifugio all’estero.
Obbligata assieme alla famiglia ad abbandonare la terra che l’ha vista nascere e crescere, Nini si ritrova dunque a Shanghai, uno dei pochi luoghi che, in un mondo sempre meno disposto ad accogliere l’esodo degli ebrei europei, ancora mantiene aperte le sue frontiere. L’ambiente in cui la famiglia Karpel tenta di ricostruirsi una vita è un ambiente esotico, inquietante e ostile. Eppure, anche in un luogo di miseria, così lontano dai fasti di Vienna e con lo spettro del nazismo sempre presente, Nini dimostra un coraggio e un’intraprendenza che le permetteranno non solo di sopravvivere, ma di conservare quella dignità che la coronerà come vera vincitrice.
Il racconto di Vivian Kaplan esprime tutta la positività, il coraggio, la perseveranza, e lintraprendenza che hanno permesso a Nini di superare le sue esperienze: con la forza di volontà è possibile affrontare anche gli eventi più drammatici. Cè infatti molto dolore nel suo racconto, ma non scoraggiamento, non si lascia abbattere dalle disgrazie, ma reagisce sempre e questo messaggio sembra essere una delle colonne portanti del libro. Attraverso il senso della famiglia, la solidità e la compattezza dei legami tra i membri della comunità emerge lidea che non si è mai soli, nemmeno nei momenti peggiori.
Dieci bottiglie verdi è la storia della lotta per la sopravvivenza che Nini Karpel ha raccontato alla figlia Vivian quando questa era piccola. Ora Vivian a sua volta si fa narratrice e racconta una storia vera, che ripercorre le traversie di una famiglia vittima di una persecuzione feroce, del suo esodo e della sua determinazione a non soccombere ai drammi della vita. Narrato attraverso un stile piacevolmente semplice e avvincente, che rifugge dai luoghi comuni e commuove nella sua disarmante sincerità, Dieci bottiglie verdi è un racconto dalla voce cristallina, che, nel suo dolore, ci parla del valore della vita. Nel giugno 2003 il libro ha vinto il premio letterario Canadian Jewish Book Award.
Mercoledì 17 ottobre, ore 17,00, Salone dei 500 Palazzo Vecchio, Firenze