“Darsi le giuste regole e seguirle, ci aiuta a vivere meglio. Non solo: è un buon affare, conviene sempre. Lebraismo è pieno zeppo di regole e per ciascuna cè un senso profondo, che connette il fare con il perché del fare. Senza regole, o con regole sbagliate, non si sviluppa niente, né la spiritualità, né leconomia, né la personalità. Senza regole, governare una società sempre più complessa, dove i servizi hanno un peso crescente rispetto ai prodotti, è impossibile”.
Un tema quindi di alto valore anche per la Governance di uno Stato e così, martedì 26 ottobre, gli autori Roger Abravanel e Luca D’Agnese hanno dibattuto di Regole, il nuovo libro dell’ex Mr McKinsey Italia, a Montecitorio con un panel costituito dal Presidente della Camera Gianfranco Fini, il Vicepresidente Maurizio Lupi, il Ministro Maria Stella Gelmini, l’On. Enrico Letta, il Direttore Generale del Tesoro Vittorio Grilli, la presidente di Confindustria Emma Marcegaglia e moderato da Gianni Riotta.
Come il precedente libro Meritocrazia ha inteso avanzare “Quattro proposte concrete per valorizzare il talento e rendere il nostro paese più ricco e più giusto” – come recitava il sottotitolo dell’opera- , presentando Regole al Parlamento Roger Abravanel, ha voluto illustrare cinque proposte per rilanciare la cultura di regole in questo paese. “Queste proposte richiederanno nuove regole e leggi da parte della politica e un’altra grande aspettativa è sul ruolo della Confindustria, rappresentata dalla sua presidente Emma Marcegaglia. Vorrà accettare la sfida esposta nelle conclusioni di Regole di rappresentare i ‘Baroni della Magna Charta italiana’ che contribuiranno al nascere di una nuova cultura di regole perché conviene alle proprie imprese?” si chiede Abravanel.