Saggi storici, romanzi, memoir, poesia, cucina, pensiero ebraico, storia d’Israele… E poi riscoperte
e riedizioni di grandi classici, da Philip Roth a I. B. Singer, da Romain Gary a Yoram Kaniuk…
Tutte le novità da leggere e da portare in vacanza. Perché chi legge un libro vive mille vite
Non c’è che l’imbarazzo della scelta. Dalla prosa d’evasione di due ebrei americani sulle rotte dell’Odissea e di Ulisse fino ai classici scostumati ed esilaranti di Philip Roth; dal genere apocalittico-fantasy dell’israeliano Ishai Sarid, ai racconti napoletano-ebraici di P. P. Punturello; dalla riscoperta del primo capolavoro di I. B. Singer ai versi di due bravi poeti milanesi, Miro Silvera e Giovanna Rosadini. E poi saggi storici e sulla storia d’Israele. Settanta libri tra cui scegliere. Per divertirsi, sognare, approfondire, curiosare, riconoscersi. Un tempo ritrovato e lento, il passo molle di un demone meridiano che trova riparo all’ombra di un salice, le miti serate sotto vaghe stelle dell’Orsa. Ma con un libro in mano. Ecco le novità, i 70 titoli di una ricca offerta estiva che include tutti i generi del vasto scaffale della complessità ebraica (e universale).
Narrativa
Le pegrinazioni di Theo attraverso l’Europa del primo dopoguerra, la lunga strada a piedi dai campi di concentramento fino all’Austria della sua infanzia, una via percorsa in solitudine “in linea retta, senza deviazioni, da solo”, senza compagni e in compagnia dei ricordi. Senso di attesa, di timore, di speranza. Appelfeld ci ha abituato alla sua prosa sospesa, dolente e incantata, ai suoi sospiri estremi: paesaggi, incontri, campi, notti stellate e il sussurro interiore del giovane Theo. Un altro capolavoro del più europeo e grande tra gli scrittori israeliani, scomparso pochi mesi fa. (Fiona Diwan)
Aharon Appelfeld, Giorni Luminosi, Guanda, trad. E. Loewenthal, pp. 279, euro 19,00
Nove racconti, nove istantanee di vita ebraica a Napoli, nove sguardi sul mondo che si dipanano da Via Cappella Vecchia 31, ossia il palazzo secolare che custodisce l’antica Sinagoga. Dai suoi scranni lignei, dalla sua Tevà, prende vita la voce colorata della partenope ebraica, si alzano i canti dello Shabbat in un tempio dove c’è sempre minian. Qui, tra il mitico golfo, Montedidio e Piazza dei Martiri, si incrocia una storia ebraica secolare e il suo testardo monoteismo, quasi una “resistenza partigiana” in una delle città più pagane d’Italia. Un viaggio che è anche il diario di bordo di un’identità ebraica molto speciale, che mischia una napoletanità innamorata delle dispute con uno sguardo fatalista, noncurante e spettinato sulla vita. Storie di famiglia tra passato e presente, ritratti di personaggi, la commedia umana che di rado trascolora in commedia dell’arte, mantenendo quell’aplomb ebraico di cui Rav Punturello è il talentuoso narratore. Toccante. (F. Diwan)
Pierpaolo Punturello, Napoli, Via Cappella Vecchia 31 – Voci ebraiche da dietro il vicolo, Editore Belforte, pp. 99, euro 14,00
Siamo abituati da decenni alle sue contraddizioni irrisolte, che a volte sono state anche le nostre: rimanere testardamente attaccato al proprio provinciale universo ebraico e contemporaneamente sognare di allontanarsene e quasi ripudiarlo. Sfrenato, irriverente, impudico, indecente, certo il più inquieto e politicamente scorretto scrittore d’America: in 50 anni di romanzi, Philip Roth ci ha abituato alle sue oltranze, a una classicità egoriferita capace di balzi teatrali, stilistici e sperimentali sorprendenti. “L’anima affonda nel ridicolo proprio nel momento in cui lotta per la propria salvezza”, dice il suo doppio narrativo, Nathan Zuckerman. Curato da E. Mortara e P. Simonetti, il volume raccoglie otto romanzi di Roth, Goodbye, Columbus (1959), Lamento di Portnoy (1969), La mia vita di uomo (1974), Lo scrittore fantasma (1979), Zuckerman scatenato (1981), La lezione di anatomia (1983), L’orgia di Praga (1985) e La controvita (1986). Un’occasione unica per riprendere in mano le storie esilaranti e vertiginose del gigante di Newark. Irrinunciabile. (Fiona Diwan)
Philip Roth, Romanzi 1959-1986, Meridiani Mondadori, pp. 2016, euro 80,00
Scritto in lingua yiddish nel 1935 e pubblicato in seguito in inglese nel 1955 con il titolo Satan in Goray, è il primo romanzo di Isaac Bashevis Singer, nonché unanimamente riconosciuto come il suo capolavoro. Tradotto in Italia nel 1960, oggi Adelphi lo ritraduce e ripropone. Presenti tutti i temi centrali legati all’ebraismo e al mistero (la lotta fra bene e male, la debolezza dell’essere umano, la codardia, l’illusione, la fede, lo scetticismo, l’estasi mistica, la lascivia, lo smarrimento e, non ultimi, i falsi profeti); temi affrontati con sublime originalità narrativa e universali nella loro particolarità. In un crescendo rossiniano di dramma e perdizione, tutto inizia alle soglie del 1666 quando in Polonia si diffonde la notizia che per gli ebrei la fine dell’Esilio è imminente, specie dopo i massacri di un feroce ataman cosacco. Chi potrà salvarli? Il Messia (falso) si rivela essere Shabbatay Tzvi e presto una «nuvola sarebbe apparsa e li avrebbe portati tutti in Terra Santa»… Soltanto l’oscurità nel peccato consentirà l’ascesa delle anime e una redenzione. Così gli abitanti di Goraj, «la città nascosta tra le colline in capo al mondo», si abbandonano all’idolatria e alla licenza, infrangendo ogni legge… «Che meraviglioso mondo – ha scritto Henry Miller -un mondo bello e terribile, quello di Singer, benedetto sia il suo nome!». (Marina Gersony)
Isaac Bashevis Singer, Satana a Goraj, Adelphi, trad. A. Dell’Orto, pp. 182, euro 18,00
Una galleria di personaggi indimenticabili, cesellati in oro fino, anima questo romanzo di Romain Gary, scritto nel 1980, lo stesso anno del suicidio dell’autore francese, ebreo, lituano, nato Kacev, diventato Émile Ajar per vincere – inaudito – il secondo Goncourt. Neri Pozza sta traducendo l’opera omnia di questo scrittore, eroe di guerra, un personaggio egli stesso, e prezioso per diversi motivi: la sua scrittura nutre spirito e cervello come pochi sanno fare. Qui racconta una grande storia d’amore e di passione civile, la scoperta di tutto ciò che conta davvero. L’apprendistato alla vita e alla gloria di Ludo, giovane normanno che seguiamo dall’infanzia a una precoce e passionale giovinezza. C’è molto su cui meditare: l’occupazione nazista della Francia e su come gli uomini reagiscono e resistono, l’odio che si nutre di generalizzazioni mentre la saggezza sa discernere. Vividi e potenti i ritratti di Ludo e suo zio Ambroise, «postino rurale» tornato pacifista dalla Grande guerra e con una inusitata passione: costruire aquiloni. E poi Lila, una ragazzina biondissima, polacca, nobile e sognatrice, figlia di Stanislas de Bronicki, erede di un’aristocratica e ricchissima famiglia, giocatore di borsa e d’azzardo. La guerra li allontana e li fa incontrare di nuovo, mentre Ludo diventa tutt’uno con la Resistenza, all’occupante e al destino. (Ester Moscati)
Romain Gary, Gli aquiloni, Neri Pozza, trad. G. Bogliolo, pp. 352, euro 14,00
È la storia romanzata della fuga in Argentina e della vita in Sudamerica per sfuggire al Mossad che, dopo Eichmann, vuole anche lui. Un libro coinvolgente, vincitore del premio Renaudot, su Josef Mengele, l’“angelo della morte”, che sottopose migliaia di persone a esperimenti disumani nel campo di Auschwitz, causandone la morte. Scritto dal giornalista francese Olivier Guez, il libro restituisce una fotografia chiara e inquietante di quello che furono il Sud America e l’Argentina, per i nazisti in rotta: un rifugio facile e sicuro (anche grazie alla politica di Peron), dove continuare a frequentare circoli di nazisti, senza che fosse necessario cambiare il proprio nome. Fino a quando la caccia, iniziata in Europa, non arriva laggiù, con il rapimento di Adolf Eichmann da parte del Mossad. La vita, per Mengele, diventa così uno scappare continuo dai giustizieri in cerca di uno dei criminali più efferati del Novecento. (Ilaria Myr)
Olivier Guez, La scomparsa di Josef Mengele, trad. M. Botto, pp. 208, euro 16,50
“Forse essere ebreo è questo. Tu li cerchi e fuggi, loro ti accettano e ti cacciano”. Questo è uno dei tanti pensieri di Alessandro Rimon, il protagonista del nuovo romanzo di Lia Levi, candidato al Premio Strega. Con un linguaggio cristallino, essenziale ma vibrante, che colpisce al cuore, il romanzo racconta la storia di questa famiglia ebraica genovese – il padre Marc, intagliatore di diamanti, la madre Emilia, delusa e rancorosa, e Alessandro, piccolo genio mancato – nel mezzo della tempesta che si abbatté, nel 1938, sugli ebrei con le Leggi razziali. È prima di tutto il racconto della difficoltà dei Rimon – comune a tante famiglie ebraiche italiane -, di capire che cosa sta realmente succedendo e di fuggire, prima che sia troppo tardi. Ma è anche e soprattutto la storia di un bambino ebreo, che si trova escluso dal mondo scolastico, così come dalle preoccupazioni dei “grandi” che, man mano che passa il tempo, si arrovellano per capire che cosa sia giusto fare. Poi arriva l’8 settembre, e tutto precipita: la famiglia fugge in Svizzera in modo rocambolesco. Solo l’intelligenza di Alessandro, e un suo capriccio infantile, riusciranno a salvare la famiglia. Tratto dalla vicenda reale del marito dell’autrice, il saggista e giornalista Luciano Tas, è un romanzo delicato e forte, che STREGA chi lo legge. Speriamo faccia lo stesso con la giuria del Premio letterario…
(Ilaria Myr)
Lia Levi, Questa sera è già domani, edizioni e/o, pp. 217, euro 16,50
Come racconta la Torà (Gen. 38) Tamàr è una bambina quando Giuda (figlio di Giacobbe) la sottrae alla sua tribù per darla in sposa al suo primogenito Er. La sua solitudine e tristezza trovano un po’ di sollievo con l’incontro con Bilha, una moglie del vecchio Giacobbe, la “donna che combatteva con il vento”, che le ricorda tanto la sua adorata nonna Tabita, a cui si rivolge, in tutto il libro, per raccontare la propria sofferenza. Ed è proprio Bilha a introdurre nel racconto altri personaggi – Giacobbe, Rachele, Lea, Dina, Giuseppe, e molti altri -, nel modo tipico della tradizione orale, dando alla Bibbia le parvenze di un grande romanzo. Ma c’è anche Onan, il secondogenito di Giuda, che dimostra a Tamàr molta attenzione, conquistando il suo cuore, e inasprendo le relazioni fra i due fratelli. Tamàr è ritratta qui in tutta la sua essenza di sposa bambina, che diventa donna e spregiudicata, dandosi una nuova possibilità di rinascita. (Ilaria Myr)
Shlomit Abramson, Il Libro di Tamàr, Giuntina, trad. P. Sciumbata, pp. 272, euro 15,00
Il senso della vita. Questo sembrano chiedere le labbra perfette e sensuali di Himmo, divenuto “re” di Gerusalemme per la sua bellezza e seduttività. Che però ora, mentre infuria la guerra, riposa in un ospedale con il corpo mutilato, avvolto in bende, curato con devozione e amore dalla giovane Hamotal, infermiera nel monastero. Veramente, quello che le labbra chiedono ogni minuto, è “uccidimi”. Ma è una pretesa irricevibile; e così l’amore di Hamotal deve prendere una decisione. Nessun altro, a Gerusalemme, vuole farlo. (E. M.)
Yoram Kaniuk, Himmo re di Gerusalemme, Giuntina, trad. E. Loewenthal, pp. 160, euro 17,00
L’uso letterario della visione distopica consente di parlare del presente e dell’attualità politica con un occhio profetico e alienato. Israele, tra qualche anno, nel futuro prossimo. Haifa e Tel Aviv sono state distrutte da esplosioni atomiche, l’esercito è annientato. Un uomo al quale “Dio ha parlato nel deserto” è il solo in grado di cambiare il destino, rovesciare le sorti della guerra, ricostruire il Tempio sul monte di Gerusalemme per riportare la Shekhinà tra gli ebrei. È Yehoaz che si proclama Re e Gran Sacerdote. Ma chi racconta la storia? Suo figlio, il principe Yehonatan, dalle segrete di un carcere amalecita. E allora, a che cosa ha portato il fanatismo e la violenza? Quale “Dio” viene servito con il sangue dei sacrifici? Una lettura inquietante. (Ester Moscati)
Ishai Sarid, Il Terzo Tempio, Giuntina, trad. A. Shomroni, pp. 248, euro 17,00
Tutti noi abbiamo avuto, almeno una volta nella vita, un debole per la nostra attrice preferita. Tuttavia, in alcuni, questo “primo amore” lascia tracce più forti. È così per David, protagonista di una storia a Los Angeles, durante la Seconda Guerra Mondiale, un ragazzo di 14 anni, figlio di un giardiniere ebreo convertito al cattolicesimo e con una zia dalla religiosità esasperata. Un giorno accompagna il padre a sistemare il cortile di Lupe Velez, nota attrice dell’epoca, la quale si abbandona a una carezza affettuosa al giovane David. Il ragazzo non rivedrà più Lupe, che morirà suicida nel dicembre del ’44. Tuttavia, quella carezza gli lascerà un segno indelebile, un desiderio che diventerà ossessione. (Nathan Greppi)
Tommy Cappellini, Rigor mortis per Lupe, Gabriele Capelli Editore, pp. 128, euro 14,50
“Rachel Kadish si muove avanti e indietro nel tempo (inclusa un’incursione in Israele negli anni ’50) con grande abilità, sa come generare suspense e simpatia per la sua grande galleria di personaggi e la sua scrittura è ricca di dettagli affascinanti”. Così scrive il Jerusalem Post a proposito di questo romanzo storico ambientato tra la Londra del 1660 nel periodo della Grande Peste e il XXI° secolo, vincitore del National Jewish Book Award. È il racconto intrecciato di due donne, sapienti intellettuali, vissute in secoli diversi e insieme di una testimonianza della persecuzione ebraica nel corso dei secoli, con ricchi dettagli sulla vita degli ebrei nel 1600. (Marina Gersony)
Rachel Kadish, Il peso dell’inchiostro, Neri Pozza, trad. A. Zabini, pp. 576, euro 18,00
Interessantissimo, attuale, ricco di spunti. Considerato tra le voci più originali sui temi del pluralismo religioso e della convivenza, Goodman fornisce un’interpretazione provocatoria e concetti utili per far fronte alle nostre società globalizzate. Il tema: poco prima di morire Mosè affronta per l’ultima volta il popolo di Israele e pronuncia il suo discorso più importante sulla fede, il potere, la forza e il senso della vita in tutte le sue sfaccettature. Un discorso coraggioso e rivoluzionario che Mosè consegna al suo popolo in modo tale che possa affrontare il domani in assenza della sua voce profetica; un messaggio etico, profondo e denso di significati che getta le basi e indica la via per gestire quelle responsabilità politiche di cui un leader e un popolo dovranno farsi carico. Da meditare. (Marina Gersony)
Micah Goodman, L’ultimo discorso di Mosè, Giuntina, trad. R.Volponi, pp. 315, euro 20,00
“Nella parte di Venezia di cui scrivo io, vi sono i poveri rumori quotidiani, i giorni si susseguono monotoni… e i canti che si percepiscono sono lamenti crescenti, che non si elevano ma ristagnano sulle calli come foschia fluttuante. Appena si fa buio, vi si aggira una marmaglia esitante, frotte di bambini dimorano sulle piazze… e giocano con i cocci e gli scarti variopinti delle vetrerie, gli stessi con cui i maestri hanno composto gli austeri mosaici di San Marco”. Sono le parole del breve, curioso e ispirante racconto di Rilke, tratto da Le storie del buon Dio. Suggestioni, immagini, incanti del grande scrittore e poeta austriaco di origine boema per ambientare la vicenda nel ghetto di Venezia, nel Settecento. Protagonisti il vecchio orafo ebreo Melchisedek, che si propone di raggiungere il cielo a suo modo, e la più giovane delle sue nipoti, Esther, che concepisce un bambino tra mistero e poesia. (M. G.)
Rainer Maria Rilke, Una scena nel ghetto di Venezia, Edizioni Dehoniane, trad. F. Iodice, pp. 56, euro 6,50
Yaniv Iczkovits ha pubblicato tre romanzi di cui il terzo, Tikkun, ha ricevuto il prestigioso Premio Agnon. Spassoso, irriverente, ricco di inventiva e sense of humor, racconta le avventure rocambolesche di Fanny Keismann, macellaia-shochet nella Russia dei primi del ’900. La donna sta dando la caccia al cognato che ha abbandonato la famiglia, per presentargli un ultimatum: tornare a casa da sua sorella o concederle il divorzio. Il romanzo inizia così: “Imploro gli illustri lettori di avere misericordia di me, donna sola e infelice. Mio marito mi lasciò durante la festività di Pesach, dopo soli cinque anni di matrimonio, abbandonata e madre di tre figli sani. Partì per Pinsk al fine di procacciarsi un lavoro, con la promessa di farmi chiamare. Ora è scomparso senza lasciare tracce; fu visto in una locanda a Minsk, poi ravvisato sul vagone di un treno diretto a Kiev, e io rimango ad aspettarlo sconsolata, galeotta, deprivata e denudata di ogni bene, senza speranza di salvezza. Di grazia, illustri lettori, c’è qualcuno fra voi che possa indicarmi ove si trovi il mio coniuge? […]”. Inizia così un’avventura che rischia di minare le fondamenta stesse dell’Impero russo… (M. Gersony)
Yaniv Iczkovits, Tikkun
o la vendetta di Mende Speismann per mano della sorella Fanny, Neri Pozza, trad. R. Scardi, pp. 292, euro 17,00
I protagonisti di questo romanzo d’amore e musica, Annamaria, Marco, Stella e Beniamino, vivono la loro storia attraversando guerre, incidenti e incomprensioni, tra l’Italia e l’Israele di oggi. Stella è ufficiale dell’esercito quando incontra Beniamino, un giovane che arriverà a dirigere la Jerusalem Orchestra e a diventare un musicista acclamato in tutto il mondo, ma con un passato misterioso e inquietante… (E. Moscati)
Marisa Giaroli, Concerto d’addio, SelfPublishing, pp. 239, euro 12,47
È una vita dolorosa quella di Shlomo Batai, nato a Tel Aviv alla fine della Guerra dei sei giorni, protagonista di questo romanzo di formazione. Col passare degli anni Shlomo si consegna al silenzio e all’azione sospesa, coltivando l’amore per la conoscenza e lo studio, che diverrà il suo scudo. Il ritrovamento, al sopraggiungere della maturità, di alcuni testi del padre, scoperti dopo la morte di questi, segneranno la svolta. Sarà un viaggio, con l’idea di una rinascita, all’inseguimento delle proprie origini ma con occhi puntati al futuro, a preludere una trasformazione. (Ilaria Myr)
Stefano Iori, La giovinezza di Shlomo, Gilgamesh Edizioni, pp. 128, euro 10,00
Memoria, Diari, Autobiografie
Due ebrei americani sulle tracce di Ulisse, padre e figlio a spasso per il Mediterraneo alla riscoperta del mito greco, ma soprattutto del ritorno-a-casa più famoso del mondo, di terra in terra: Ogigia e l’isola dei Feaci, i lotofagi, Polifemo e Circe, Tiresia, Calypso e le sacre vacche del Sole… Un viaggio alla scoperta del padre – e dell’amore filiale -, prima dell’addio finale, prima che egli discenda per sempre nell’Ade. Una navigazione alle radici di noi stessi in cerca di verità profonde su colui che credevamo conoscere benissimo e che scopriamo improvvisamente – affettuosamente inorriditi – quanto ci somigli. Dopo l’indimenticabile memoir Gli Scomparsi, oggi Mendelsohn ci ripropone nientemeno che l’epica di Omero, l’universalità degli archetipi padre-figlio, la triade letteraria di Laerte-Ulisse-Telemaco che corre parallela al rapporto dello scrittore Daniel con il padre matematico Jay, ebreo ipercritico e arcigno che si scopre inaspettatamente aperto, socievole, spiritoso, dotato della stessa forza di Ulisse il polythropos, l’uomo dalle mille svolte. (Fiona Diwan)
Daniel Mendelsohn, Un’Odissea – Un padre, un figlio, un’epopea, trad. N. Gobetti, Einaudi, pp. 320, euro 20,00
Appassionante e piena di pathos, la vicenda narra non solo la vita della pittrice ebrea tedesca Emma Dessau Goitein, ma anche i tormenti della prima metà del XX° secolo, mentre la Belle Epoque volgeva al termine e l’Europa stava rapidamente sprofondando verso gli orrori della Shoah. Ricostruendo lettere, documenti e materiale su questa dotata artista, Gabriella Steindler restituisce mirabilmente un avvincente ritratto biografico, storico e artistico di una grande figura che pur essendo nata a Karlsruhe da famiglia molto religiosa decide di seguire la sua passione per l’arte lottando tenacemente contro tutto e tutti. Dotata di straordinario talento sia come pittrice che nei disegni e incisioni, fu donna combattiva nel perseguire un destino artistico contro l’ambiente familiare, le peripezie ebraiche fra i due conflitti mondiali, gli ostacoli incontrati nella sua vita. (Roberto Zadik)
Gabriella Steindler Moscati, La mia vita incisa nell’arte. Una biografia di Emma Dessau Goitein, Mimesis/narrativa Meledoro, pp. 240, euro 20,00
Attraverso la trama dei ricordi di Sonia Oberdofer, insegnante ebrea nata nel 1918, si narrano gli usi e i costumi di una famiglia ebraica, la Forti-Castelfranco (la famiglia materna di Sonia), che visse guerra e persecuzioni, ma riuscì a sfuggire alla deportazione. Nella prima parte del volume le curatrici, Marta Baiardi, Alessia Cecconi e Silvia Sorri, ricostruiscono nel dettaglio la storia della famiglia di Prato – gli zii di Sonia, Matilde Forti e Giorgio Castelfranco, erano entrambi pronipoti di Beniamino Forti, capostipite della famiglia di imprenditori pratesi che fondarono la fabbrica Forti – e dell’officina artistico culturale del villino Serristori prima e dopo le Leggi razziali. Nella seconda parte sono raccolte le memorie che l’insegnante aveva iniziato a scrivere quando era settantenne, volendo che quanto da lei vissuto rimanesse. Con le Leggi razziali Sonia non poté più fare l’insegnante nelle scuole pubbliche e trovò lavoro in una famiglia come donna di servizio. (Ilaria Myr)
Sonia Oberdofer, La tela di Sonia, Giuntina, pp. 208, euro 12,00
Paul Celan, vero nome Paul Antschel, è stato un grande poeta ebreo del Novecento, autore di versi intensi e dolenti, dalla vita breve e tormentata. Sopravvissuto al lager, dopo la morte dei genitori visse anni di inquietudini e di successi, sposando la pittrice francese Gisele Lestrange. Si suicidò a Parigi, nemmeno cinquantenne, gettandosi nella Senna il 20 aprile 1970. Ebreo romeno di lingua tedesca, nato in Bucovina nella città di Czernowicz, ora Ucraina, mantenne una stretta corrispondenza con un’altra talentuosa poetessa ebrea: Nelly Sachs. La loro amicizia fu molto solida anche se tormentata, basata su uno stretto e serrato rapporto epistolare che viene documentato con precisione in questo volume che raccoglie frammenti poetici, missive e foto dei due poeti.(Roberto Zadik)
Paul Celan – Nelly Sachs, Corrispondenza, Giuntina, pp. 198, euro 16,00
Jordana Lebowitz ha 19 anni; i suoi nonni sono scampati alla persecuzione nazista rifugiandosi in Canada e così decide, adolescente, di visitare Auschwitz, partecipando con molti giovani alla Marcia della Vita. Tre anni dopo, in Germania, si apre il processo contro Oskar Gröning, ex membro delle SS conosciuto come il “contabile di Auschwitz” e Jordana vi partecipa con una delegazione canadese. Lì conosce una giornalista che deve “coprire” il processo. Tra le due nasce un sodalizio (e questo libro); l’incontro con i sopravvissuti e le testimonianze aiutano a delineare la consapevolezza dei propri ruoli nel tramandare la storia della Shoah e la Memoria. Il taglio e la spontaneità della narrazione ne fanno un’opera originale e priva di retorica, da proporre anche a ragazzi e scuole. (E. M.)
Kathy Kacer con Jordana Lebowitz, Ho guardato un nazista negli occhi, Sonda editore, trad. M. T. Milano, pp. 176, euro 14,00
Il dipinto Il cartone della pace è l’immagine di copertina di un libro in cui si racconta la storia di una famiglia ebraica salvatasi dalla guerra e dalle persecuzioni naziste dando, specialmente ai giovani, un messaggio positivo. In questo modo l’autore realizza il desiderio di suo padre, David Di Segni, di condividere i suoi ricordi, dalla paura alla rinascita del dopoguerra.
Settimio di Segni, Il cartone della pace, testo in italiano/inglese, trad. in inglese G. Aguzzi, pp. 63, euro 12,00
Il dialogo è serrato, nasce dal dolore, e si nutre del bisogno di condividere, a trent’anni dalla triplice perdita – del padre, della moglie, della figlia -, dopo una lunghissima elaborazione. “Se io fossi un leone, Thàlassa, mi resterebbe solo un unico linguaggio: il ruggito della disperazione”. Ma l’autore ha la parola, e la usa per rivolgersi quotidianamente alla sua bambina perduta, e al suo vivere in lui. Un flusso di coscienza toccante, un lungo percorso per curare la memoria, la parola, le ferite che non cicatrizzano. Una terapia del dolore, ingrediente cosmico e primigenio, compagno ineludibile. (E. Moscati)
Roberto De Pas, Lontananza Utopica, Bolis Edizioni, pp. 167, euro 18,00
Una coppia leggendaria. Li chiamavano MoranteMoravia, tutto attaccato, come se la loro fosse un’unica vita. Eppure, non potevano essere più diversi. Ironico, entusiasta Alberto Moravia; giovane, timida Elsa Morante; lui è l’enfant prodige della narrativa italiana, l’autore celebrato e discusso degli Indifferenti, scritto a 18 anni. Lei vive dando ripetizioni e compilando tesi di laurea, ma scrive anche racconti e vuole diventare scrittrice. Elsa e Alberto vivono la letteratura come una fede religiosa. La fede di origine di entrambi, ebraica, li lascia invece indifferenti. Anna Folli ripercorre in queste pagine il tempestoso rapporto che per 25 anni ha legato la più celebre coppia della scena letteraria italiana. (E. Moscati)
Anna Folli, MoranteMoravia. Una storia d’amore, Neri Pozza, pp. 336, euro 18,00
Saggistica
Corriere dell’Est è il risultato degli 11 anni di profondo scambio intellettuale e umano tra Norman Manea, geniale esule ebreo rumeno e scrittore, e Edward Kanterian, filosofo e germanista di origini armene. Gli argomenti trattati vanno dalla letteratura al confronto tra Olocausto e Gulag; dall’antisemitismo alla dittatura rumena, dal ruolo degli intellettuali alle più recenti sfide alla modernità, all’islam radicale e al senso dell’identità occidentale. Un viaggio da Bucarest, a Berlino, fino a New York. Si raccontano gli incontri, fondamentali, con Saul Bellow e Philip Roth, che danno vita ad amicizie che le differenze non fanno che rendere più ricche e prolifiche. (E. Moscati)
Norman Manea, Corriere dell’Est, Conversazioni con Edward Kanterian, il Saggiatore, trad. A. N. Bernacchia, pp. 252, euro 24,00
Da quando nel 1965, dopo l’orrore della Shoah, il Concilio Vaticano II ha riconosciuto e riconfermato il legame spirituale con “la stirpe di Abramo”, molto è cambiato nella relazione tra cristiani ed ebrei. Dopo secoli, la dottrina del disprezzo, delle discriminazioni, persecuzioni e violenze, le principali Chiese cristiane del XX secolo hanno promosso una riconsiderazione dell’ebraismo. Tuttavia, luoghi comuni e antichi errori s’insinuano ancora sulla strada della comprensione reciproca. Ecco allora un agile volume, in cui 34 studiosi ebrei e cristiani prendono in esame 58 parole, dalla A alla Z, per correggere gli aspetti più problematici e favorire il dialogo. Da Abba, Padre, a YHWH, il Tetragramma nelle traduzioni cristiane. (Marina Gersony)
P. Petzel e N. Reck, L’Ebraismo dalla A alla Z. Parole chiave per rimuovere errori e luoghi comuni, Editore EDB, trad. G. Montaldi, pp. 144, euro 15,00
Non è difficile pensare che Auschwitz, nato per produrre silenzio, nel silenzio esprima la sua peculiarità. Nonostante rappresenti il simbolo del Male Assoluto, questo luogo di tragedia sembra tuttavia essere ancora avvolto da un silenzio cupo, indicibile, che parla di reticenze, di mancate elaborazioni, di tentativi di celare complicità… fino alla negazione o alla semplice necessità dell’oblio. Che siano le conseguenze di un eccesso di retorica? La catena di questi silenzi consente di percorrere un itinerario intorno e dentro la Shoah cercando di rispondere a degli interrogativi che chiamano risposte. (Marina Gersony)
Enrico Mottinelli, Il silenzio di Auschwitz. Reticenze, negazioni, indicibilità e abusi di memoria. Editore San Paolo, pp. 356, euro 22,00
Unica allieva italiana di Moshe Feldenkrais che ha introdotto il Metodo in Italia negli Anni ‘80, fondando l’IsFel di Milano, anche Mara Della Pergola forma generazioni di insegnanti. Non si tratta di un semplice manuale ma di “un ponte tra osservazione, pensiero ed esperienza somatica che, attraverso le opere d’arte, guida alla scoperta di spazi interiori e apre a nuove modalità di percezione e azione”. Un libro ricco di stimoli, che integra le diverse sfere del nostro essere (sensitiva, motoria, cognitiva, emotiva) utilizzando lo sguardo verso l’arte e, di ritorno, verso noi stessi come motore di avvio alla curiosità e all’apprendimento (M. Gersony)
Mara Della Pergola, Lo sguardo in movimento. Arte, trasformazione e metodo Feldenkrais, Casa Editrice Astrolabio, pp. 204, euro 20,00
In occasione del centenario dalla nascita di Bruno Zevi, ecco una riedizione dell’unico libro “in cui l’autore fa finalmente i conti con il suo ebraismo che certo non era sostenuto da sentimento religioso”. I saggi raccolti affrontano temi diversi, dal punto di vista dell’ebreo non osservante che era Zevi, ma profondamente legato a Israele: dall’esistenza di un’arte ebraica al rapporto fra ebraismo e marxismo, dall’arte della Shoah all’incidenza ebraica nell’architettura. Molto forte il testo “Assassinato un altro bambino ebreo”, scritto due giorni dopo l’attentato alla sinagoga di Roma, in cui morì il bimbo di due anni, Stefano Gaj Taché, in cui Zevi accusa il mondo cattolico, l’antisemitismo comunista e la viltà dello Stato, che dimostra solidarietà “soltanto quando ci sono ebrei morti, bambini di due anni assassinati”. (Ilaria Myr)
Bruno Zevi, Ebraismo e architettura, Giuntina, pp. 132, euro 10,00
“Cinesi e giapponesi erano immuni dal virus dell’antisemitismo. Anzi, classificavano gli ebrei secondo i crismi di un pregiudizio positivo”, scrive Paolo Salom nell’introduzione. Alla fine degli anni Trenta, Shanghai offrì un rifugio a oltre 18.000 ebrei d’Europa, incalzati dal nazismo. Tra le testimonianze raccolte, quella di Sonja Mühlberger, nata a Shanghai nel 1939. E poi la storia esemplare del console cinese a Vienna ,Ho Feng Shan, oggi Giusto tra le Nazioni di Yad Vashem, che opponendosi ai suoi superiori concesse il visto di espatrio a molti ebrei in fuga dal Terzo Reich. Una pagina di storia poco nota che parla anche del fiorire di una città, la “Parigi d’Oriente”, grazie al contributo e all’incontro di popoli così diversi tra loro. (Ester Moscati)
A cura di Elisa Giunipero, pref. Paolo Salom, Ebrei a Shanghai. Storia dei rifugiati in fuga dal Terzo Reich, ObarraO edizioni, pp. 89, euro 14,00
Durante il ventennio tra le due guerre mondiali furono molti i filosofi, scrittori e artisti che appoggiarono il nazismo e il fascismo: da Giovanni Gentile a Tommaso Marinetti, da Ezra Pound a Louis-Ferdinand Céline, tutti diversi per origini e stile ma uniti dalla comune attrazione per le ideologie totalitarie. Cosa li spinse? Perché menti tanto brillanti hanno fatto scelte simili? Questi i quesiti del saggio del giornalista Andrea Colombo, che racconta le vite di 16 figure chiave schierate “dalla parte sbagliata della storia”. Così scopriamo che questi intellettuali presentavano differenze anche sostanziali su molti temi, compreso il rapporto con l’antisemitismo: mentre Céline vedeva l’ebreo come la causa di tutti i mali, il pittore futurista Tommaso Marinetti si espresse contro le Leggi Razziali, mentre il poeta tedesco Gottfried Benn ebbe un’amante ebrea. Atei o credenti, statalisti o anarchici, avevano tutti un comun denominatore: a loro, le ideologie nazi-fasciste apparivano come una “rivolta” contro il progresso e la civiltà borghese. (Nathan Greppi)
Andrea Colombo, I maledetti – Dalla parte sbagliata della storia, Lindau, pp. 264, euro 21,00
La riflessione di Vittorio Robiati Bendaud, che dichiara in incipit il debito con il proprio Maestro, Rav Giuseppe Laras z’ tz’ l, si concentra su alcune parole chiave: essere umano, corpo, profano, peccato, calunnia, genocidio, dialogo, futuro. Con una scelta precisa: che entri in gioco il pensiero ebraico, o la Torà, il passato o l’attualità, non sia mai dimenticata la concretezza, il piano del reale sul quale l’uomo si muove in modo imprescindibile. (Ester Moscati)
Vittorio Robiati Bendaud, Peccati di senso. Parole logore e riflessioni abusate nel sentire comune, San Paolo edizioni, pp. 125, euro 16,00
Non è da tutti riuscire a difendere le proprie idee bilanciando emozioni e ragione. Eppure, questo fa il giornalista de Il Foglio Giulio Meotti nel suo libro dedicato ai 70 anni di Israele. Meotti riesce a esporre in modo lucido le ragioni di Israele, spesso messe in discussione dalle sinistre occidentali, e lo fa elencando sia dati e statistiche, che riportando testimonianze dirette. Dai successi nell’innovazione a quelli nell’agricoltura, dai diritti umani al diritto all’autodifesa, ogni singolo aspetto viene argomentato nel migliore dei modi. Prendendo posizione ferma a difesa di uno Stato che “è la speranza di tutto il mondo libero”. (N. Greppi)
Giulio Meotti, Israele. L’ultimo Stato europeo, Rubbettino, pp. 176, euro 13,00
Sebbene Israele abbia “solo” 70 anni, nel corso della sua esistenza ha partorito grandi talenti musicali nei generi più disparati: dal rock alla classica, dal metal al rap, senza dimenticare la tipica musica “misrachi”. Alla musica israeliana, il giornalista Roberto Zadik già autore di racconti brevi, ha dedicato il suo primo saggio. E riporta in ordine alfabetico i maggiori musicisti, di cui descrive le generalità, la vita e le canzoni più celebri. Si trova di tutto: sia i grandi direttori d’orchestra, come Zubin Mehta e Daniel Barenboim, sia le grandi star del passato, come Arik Einstein e Yehoram Gaon, sia le giovani promesse come Chen Aharoni e Adi Bezait. Inoltre, Zadik ha riportato testi e traduzioni delle sei canzoni ebraiche più famose al mondo, Evenu Shalom Alechem, Hava Nagila…, e di ognuna ha raccontato la storia. Un’opera di grande utilità e intelligenza, una buona guida per orientarsi su Youtube e Spotify. (Nathan Greppi)
Roberto Zadik, Isramix, Proedi, pp. 192, euro 15,00
Ben prima della nascita dello Stato d’Israele, nella Palestina Mandataria e già a fine Ottocento, numerosi ebrei mitteleuropei e provenienti dalla Russia decisero di andare in quella Terra portando stimoli, cultura e intraprendenza e fondando le prime compagnie teatrali ebraiche. Di questo argomento appassionante e poco conosciuto tratta questo saggio che fornisce un ritratto di compagnie teatrali dimenticate e personaggi stimolanti, da Habima, gruppo teatrale ebraico che si segnalò al pubblico europeo in tourneè e spettacoli, o i drammaturghi Edna Mazya e Ephraim Kishon che contribuirono con le loro performance e il loro impegno culturale alla nascita di Israele rafforzando gli ideali sionisti e l’identità ebraica. Il libro è anche un’interessante ricostruzione storica delle vicende politiche e militari dello Stato ebraico. (Roberto Zadik)
Maddalena Schiavo, Teatro ebraico. La realizzazione di un sogno, Mimesis, pp. 160, euro 18,00
Con precisione e trasporto, Meotti descrive il declino della cultura occidentale, l’avanzare dell’Islam radicale, la decadenza di un Vecchio continente sprofondato in un molle liberalismo, fra “globalizzazione ed erosione”, e i “detriti della cultura”. Nel testo vengono puntualmente analizzati fatti e misfatti di questi anni, come l’abbandono, da parte dell’Occidente, di Israele e dei cristiani d’Oriente, il conflitto fra la cultura godereccia e pigra dell’Europa, la violenza dell’integralismo islamista. (Roberto Zadik)
Giulio Meotti, Il suicidio della cultura occidentale, Lindau, pp. 227, euro 16,00
Un’analisi dettagliata di quello che è stato il movimento extraparlamentare di estrema destra Ordine Nuovo: è il tema del volume scritto dal giornalista storico Aldo Giannuli e dal ricercatore Elia Rosati, nato da una serie di incarichi ricevuti da parte dell’Autorità giudiziaria di Milano e di Brescia e dalla Commissione Parlamentare di Inchiesta sulla mancata individuazione delle Stragi. Il libro ripercorre, in modo documentato, tutto il corso di vita del movimento: dalla sua nascita – prima come Centro Studi Ordine Nuovo, nel 1956, e poi come Ordine Nuovo nel 1969 – fino al 1974, anno successivo al decreto di scioglimento promosso dal ministro Taviani con l’accusa di tentativo di ricostituzione del Partito Fascista. Ne emerge una fotografia precisa e dell’importante ruolo che ricoperto nella Strategia della tensione attuata negli anni Settanta. Accanto alle luci, però, rimangono ancora molte ombre su alcuni terribili fatti di sangue, come la strage di piazza Fontana e piazza della Loggia. (Ilaria Myr)
Aldo Giannuli, Elia Rosati, Storia di Ordine Nuovo, Mimesis Edizioni, pp. 244, 18 euro
Da secoli l’uomo si avvale di animali d’affezione per ricavarne compagnia, ma anche per obiettivi terapeutici e altre utilità. Secondo il Midrash i pet partecipano del disegno di Dio e godono dell’amore e della pietà di HaShem. Non c’è dunque da stupirsi se molte persone si sentano profondamente afflitte quando perdono i loro beniamini. Nel libro, lo psicologo e psicoterapeuta Pier Luigi Gallucci affronta un tema spesso poco compreso da chi non possiede un animale (pet loss). (M. Gersony)
Pier Luigi Gallucci, Il dolore negato. Affrontare il lutto per la morte di un animale domestico, Editore Graphe.it, pp. 42, euro 6,00
Poesia
Gioco, divertissement raffinato, filosofia in forma lapidaria, ricamo di parole: ecco i versi mirabili di Miro Silvera in questo prezioso volumetto che raccoglie le poesie inedite di una vita vissuta sapendo che “tutte le cose dell’universo sono perfetti miracoli, ciascuna profonda come qualsiasi altra”. Guardando a Walt Withman, Silvera tocca corde profonde e risonanze segrete, e una naturalezza birichina con cui Miro passa dall’italiano al francese all’inglese, specie nel poemetto Metro di poesia scritto nel 1968 per Pianeta Fresco, la rivista di Ettore Sottsass e Fernanda Pivano. Si passa dal senso di dissipazione (e dona/ il tuo pane/ a chi ha/ fame/ di te), alla ricerca del proprio Sé (Salire/ più in basso/ per scendere/ più in alto:/Non posso fare/ altro/ le mie strade/sono bruciate/ho le labbra/seccate/e le mani/ piagate/ma tu/per favore/dimmi/di sì). Con un divertito consiglio finale al lettore: “Tempo, date tempo/al tempo/e se avrà/tempo/ve lo/restituirà. (F. D.)
Miro Silvera, Perfetti miracoli – Poesie, Edizioni La vita felice, pp. 84, euro 12,00
Le rose che si disfano nel caldo dell’estate, il papavero rosso che sviene stanco di guerra, le fioriture capovolte di corolle sazie di giorni, quando “…saremo estinti, saremo cenere/ saremo linfa per un nuovo frutto,/ limpida e chiara a disegnare/ nuove trame, rovescio esangue/ che si apre alla domanda…”. Fioriture capovolte, corolle e pistilli che guardano all’ingiù, verso la terra, schiacciati dalla stessa forza di gravità che imprime alla nostra bellezza una pausa. Il lato rovesciato dell’esistenza, quello oscuro del buio e del dolore. Ma che cela una faticosa ricchezza da esplorare e cogliere. I versi di Rosadini sono tra i più limpidi e toccanti della produzione poetica di oggi, esito di maturità stilistica ed emotiva nella sua più intensa fioritura. (Fiona Diwan)
Giovanna Rosadini, Fioriture capovolte, Einaudi, pp. 96, euro 11,00
Pensiero
Una pietra miliare del pensiero ebraico contemporaneo, la filosofia di Emil L. Fackenheim, la sua riflessione sulla Shoah e su Auschwitz, ci catturano, ci ingaggiano in un tour de force etico fuori dal comune. Non a caso inventa la 614 mitzvà: “non date una vittoria postuma a Hitler perdendo la speranza in Dio e nell’uomo”. Non precipitare nel disinganno e nell’abisso del disgusto verso la natura umana, diventa allora un dovere all’indomani dalla Shoah: le sue riflessioni sul Tikkun olam, la riparazione di un mondo ferito da un Male senza precedenti, non lasciano scampo. Lo studioso Massimo Giuliani ci porta nel cuore di un pensiero coraggioso e definitivo, e raccoglie i contributi di un convegno organizzato da Giuliani stesso e dal Master UCEI a Roma, con scritti di Liliana Picciotto, Mino Chamla, Irene Kajon, Claudia Milani e molti altri. Dal Sionismo a Heidegger, dalla Shoah al pensiero cristiano. Una riflessione imperdibile sull’ebraismo, il suo monoteismo etico e lo Stato d’Israele. (Fiona Diwan)
Massimo Giuliani, Emil L. Fackenheim: un filosofo tra Aushwitz e la nuova Gerusalemme, Università di Trento, pp. 230, euro 12,00
Questa edizione dei Salmi contiene una inedita e attuale novità: è anche multimediale! In pratica con i codici QR posizionati a fianco di ogni brano permette di ascoltare tramite qualsiasi cellulare la lettura corretta sia dei Salmi che delle preghiere e delle benedizioni che vi sono contenute. Con le preghiere di Minchà e Arvit, il Kaddish e varie benedizioni, anche quelle sui cibi.
Tikkun Tehillim, Moise Levy editore, pp. 544, euro 7,00
Eroi romantici o vili transfughi? Personaggi ipocriti o eroi dal tragico destino? Una disarmonia prestabilita governa la loro vita, una lacerazione inemendabile ne fa dei profughi eterni: i marrani fondano la modernità politica ed esistenziale ed esplorano i recessi abissali di un’interiorità scissa. Dal Gherush Sefarad in poi, dall’espulsione iberica nel 1492. Una doppia identità vissuta nell’irrimediabile dissonanza della loro vita, anime clandestine, non più ebree ma nemmeno cristiane, che hanno eletto a patria un segreto della memoria custodito negli scantinati del ricordo. Angoscia, lacerazione, dualità, sincretismo: una lunga serie di dolorose sfumature esistenziali innervano la condizione marrana. Donatella Di Cesare interroga così una delle pagine criminali della storia d’Europa, regalandoci una disamina folgorante, svelta e insieme profonda, della condizione marrana, sia essa dissidente, radicale o disperatamente contemporanea. Convinta che, come diceva Walter Benjamin, “nulla di ciò che è avvenuto va dato mai perso per la Storia”. (Fiona Diwan)
Donatella di Cesare, Marrani, L’altro dell’altro, Einaudi, pp. 120, euro 7,99
La fascinazione eterna delle lettere dell’alfabeto ebraico, Zohar e Talmud, midrashim e il pensiero della Qabbalah spagnola e di Safed. L’energia della Creazione non passa forse attraverso le lettere ebraiche? E ogni lettera non è portatrice di una forza in grado di guidare il saper vivere eticamente? L’idea è che il mondo spirituale e il linguaggio formino un’entità indissolubile, un grumo di senso inestricabile capace di guidarci tra le asperità dell’esistere. Fonti alla mano, ivi comprese quelle più remote e inaccessibili, Yarona Pinhas ha una capacità tutta sua di raccontare mirabilmente cose difficili, di addentrarsi nei tesori della spiritualità ebraica per restituirli in modo luminoso e accessibile. (Fiona Diwan)
Yarona Pinhas, Le lettere del cielo, Giuntina, p. 180, euro 20,00
Come nasce il Male nel mondo? Se Dio è puro Bene e se l’uomo è creato a sua immagine, come può esistere la malvagità? Davvero Satana fu il primogenito di Dio? Non ci sono forse scintille divine anche nel Diavolo? Le tenebre sono l’antitesi di Dio o una parte di Lui, il quale creò contemporaneamente l’una cosa e il suo opposto, la pace e la guerra, l’amore e l’odio, la luce e il buio…? Le domande poste da questo saggio complesso e affascinante sono in verità un viaggio nella Qabbalah ebraica, nel sapere religioso e nel problema filosofico della teodicea. Con un’erudizione sterminata e una ricchezza infinita di rimandi e citazioni, tra i massimi studiosi di mistica ebraica, Moshe Idel ci prende per mano e ci conduce nei segreti del Tohu-va-Vohu, della polarità del principio maschile e femminile, del caos primordiale e delle Sefirot. Un libro di studio pieno di spunti di riflessione. (Fiona Diwan)
Moshe Idel, Il male primordiale nella Qabbalah, Adelphi, pp. 411, euro 31,00
Madame le Rabbin, così la chiamano in Francia, si pone domande cruciali e scomode: si nasce ebreo o lo si diventa? Perchè le madri ebree hanno una così cattiva fama? L’ebraismo si trasmette solo in via matrilineare?
Un saggio che si interroga sulla trasmissione dell’identità: la quale non è mai una replica identica, ma una dimensione in cui l’inedito riemerge in ogni generazione e fertilizza il tempo presente. Horvilleur sa che una parziale fedeltà è sempre un parziale strappo dal retaggio ancestrale. La fulgida e brillante intelligenza dell’autrice ci conduce verso nuove prospettive dell’interiorità ebraica e della sua vicenda spirituale. Un saggio prezioso, ricco, stimolante.
(F. Diwan)
Delphine Horvilleur, Come i rabbini fanno i bambini – Sessualità, trasmissione, identità nell’ebraismo, Giuntina, pp. 160, euro 15,00
Storia
Guardare il mostro negli occhi, imparare a conoscerne gli aspetti più abominevoli e perversi. Un viaggio alle radici del modo di agire e pensare dei nazisti con la loro ossessione per la “legge del sangue”. Per capire come un’intera società potè farsi complice e testimone dell’orrore. Una immane ricostruzione storica, un certosino lavoro di scandaglio di fonti, documenti, articoli, libri. Cercando di dar conto di un enigma sociologico, lo storico Chapoutot sonda gli abissi di un delirio di massa e disegna una mappa di credenze, saperi, discorsi e forme mentali che furono il preludio di quanto accadde. (Fiona Diwan)
Johann Chapoutot, La legge del sangue, Einaudi, pp. 472, euro 32,00
La riedizione di un libro epocale, una pietra miliare della ricerca storica, arricchita di nuovi capitoli, di uno tra i più grandi storici italiani. Un saggio per capire come il potere arriva a fabbricare il Nemico Pubblico per darlo in pasto alla folla e deviarne la rabbia sociale, una ricostruzione esemplare di un fenomeno eterno (non solo medievale e rinascimentale), attraverso la lente dei processi contro ebrei, eretici, streghe, lebbrosi. Un’analisi intramontabile su come si costruisce l’ossessione per il complotto immaginario, su come la marginalità si trasforma in segregazione con le presunte streghe murate vive e i ghetti per gli ebrei. Re di Francia, prelati e nobili d’Europa, riti magici, fiaba e mito, sciamani e inquisitori si intrecciano in un racconto antropologico appassionante. Un classico irrinunciabile. (Fiona Diwan)
Carlo Ginzburg, Storia notturna, Adelphi, pp. 400, euro 40,00
Come raccontare la storia degli ebrei d’Italia nel Medioevo se la nostra penisola, all’epoca, nemmeno esisteva come entità politica? Come descrivere la vita e le condizioni degli ebrei quando non c’è nessun fil rouge che leghi le varie realtà regionali, un arcipelago di usanze, norme, riti religiosi tutti diversi tra loro? Solo a patto di sbarazzarsi dell’idea tipicamente risorgimentale di un’Italia “come soggetto storico unificato dalla religione cristiana”. E a patto di dimenticare lo stereotipo storiografico di una storia ebraica medievale come storia italiana di convivenza felice bruscamente interrotta dall’età dei ghetti nel 1500. Todeschini ci regala una visione d’insieme inedita, una chiave di lettura originale: dalla questione del credito alla svolta determinata dalla nascita dei Monti di Pietà, dalla predicazione francescana alle politiche dei vari Papi…. Un saggio importante, che mancava. (F. Diwan)
Giacomo Todeschini, Gli ebrei nell’Italia medievale, Carocci, pp. 266, euro 24,00
Lo storico Claudio Vercelli riesce in otto, densi e chiari capitoli, ad accompagnare il lettore attraverso la storia di Israele, da “Genesi: il Sionismo alle origini del progetto nazionale”, su su fino a “globalizzazione e il futuro di Israele”. La sua nascita, nel 1948, costituisce il risultato di un lungo percorso di consolidamento, iniziato già nella seconda metà dell’Ottocento con i primi insediamenti di pionieri sionisti nella Palestina ottomana. Nel corso della sua breve esistenza, ha già conosciuto diversi mutamenti, confrontandosi sia con i molti conflitti che hanno attraversato il Medioriente, a partire da quello con i palestinesi, sia con gli effetti di una modernizzazione accelerata, che ha portato il Paese a essere protagonista dei processi di globalizzazione. Con efficacia e lucidità, Vercelli indaga e interpreta la storia. E ci aiuta a capire quali siano i nodi che ci consegna il presente, confrontandosi con i grandi temi dell’identità collettiva, della politica, delle relazioni sociali. Perché Israele, in definitiva, è uno specchio della nostra modernità. (E. M.)
Claudio Vercelli, Israele, 70 anni. Nascita di una nazione, Capricorno editore, pp. 160, euro 12,90
Cucina
Un libro di ricette nato dalle donne della Comunità ebraica che hanno offerto un piatto per una buona causa, sollecitate dalla Women’s Division del KH. Grazie alla gradevolissima impaginazione di Daniela Haggiag e alla chiarezza delle ricette, si possono apprezzare la varietà e la ricchezza dell’ebraismo milanese e italiano. Ci sono piatti da tutto il mondo, a 360 gradi dal Canada all’Asia, per le Feste e per tutti i giorni, e il piacere di ripercorrere tradizioni millenarie. Imperdibile. (E.M.)
Per ordinare: wdmilano@kerenhayesod.com. Offerta minima €35 a copia. La WD Italia devolve a Israele tutto il ricavato della vendita del libro, a sostegno dello speciale progetto Net@ per i 70 anni di Israele. Info: 02 48021691.
AA. VV., Di casa in casa – Sapori Kasher dal mondo in Italia, Women’s Division del Keren Hayesod, pp. 359
[La Top Ten di Claudio Vercelli: Israele, dieci titoli (più uno) per capire]
Dieci titoli per raccontare 70 e più anni di storia. Una impresa ai limiti dell’arbitrario. Il mercato italiano non abbonda di opere al riguardo e i volumi qui indicati non sono necessariamente recenti. Sono però opere di orientamento e comprensione imprescindibili per farsi un’idea il più possibile equilibrata ed esaustiva.
1 Lorenzo Cremonesi, Le origini del sionismo e la nascita del kibbutz, Giuntina. Competenza e un invidiabile stile narrativo: fonti, relazioni, dibattiti, posizioni politiche e prime esperienze del Movimento nazionale ebraico, a cavallo tra Ottocento e Novecento.
2 Amos Elon, Israele, padri fondatori e figli, Editoriale Viscontea. Il grande storico giornalista si sofferma sulle generazioni succedutesi nella realizzazione dell’impresa sionista. Ne scaturisce un ritratto a più tinte, una sorta di affresco a tempera dove i colori, a volte tra loro dissonanti, si compongono, sovrappongono per poi scomporsi.
3 L’idea di “mosaico” sta anche alla base del volume di Ruthie Blum, Gente d’Israele. Storia, destini, voci, Lindau, tutto focalizzato sul presente e sugli anni recenti.
4 Amos Oz, In terra d’Israele, Marietti.
5 Dello stesso autore, se si vuole ragionare sulle scaturigini, vale la pena rileggere l’autobiografico Una storia d’amore e di tenebra, Feltrinelli (ma ci permettiamo di dire, che un po’ tutti gli scrittori israeliani andrebbero presi in considerazione).
6 David Goldberg, Verso la terra promessa: storia del pensiero sionista, Il Mulino, un saggio che si confronta con la stratificata composizione delle culture politiche alla base della rinata nazione ebraica.
7 Zeev Sternhell, Nascita d’Israele: miti, storia, contraddizioni, Baldini Castoldi, una bella disamina storica.
8 Orientato al presente, una delle ultime fatiche di Dan Segre, Le metamorfosi d’Israele, Utet, dove tuttavia non difetta la profondità storica e temporale di colui che fu anche protagonista in prima persona degli eventi che portarono alla fondazione dello Stato.
9 Abraham Yehoshua, Ebreo, israeliano, sionista: concetti da precisare, Edizioni e/o: un lessico del parlare politico e letterario, per comunicare con rigore ma anche con immedesimazione.
10 -Mi sia concesso un rimando a me stesso con due saggi.
Claudio Vercelli, Israele. Storia dello Stato (1881-2007). Dal sogno alla realtà, Giuntina, al quale, in questi giorni, si è andato ad aggiungere, Israele, settant’anni, Il Capricorno.
Adin Steinsalz, la vitalità di un anima luminosa
di Ugo Volli
Ci sono dei temi di cui oggi anche in ambienti religiosi si tende a non parlare o ad accennare solo con qualche imbarazzo. Uno di questi temi è l’anima, che è oggetto del libro di rabbi Adin Steinsaltz appena tradotto in Italiano da Giuntina. Se di anima o di neshamà parlano spesso le scritture ebraiche e di psyché parlava la filosofia greca, almeno dall’invenzione della psicologia e della psicoanalisi, che dopotutto l’hanno etimologicamente come oggetto, non si discute più di anima ma di io, di soggetto, di mente, di inconscio, ecc. La differenza è che l’anima, se esiste, non è una funzione del cervello, non è una risorsa del corpo, ma un’essenza separata, a partire da Socrate pensata come immortale e nel pensiero religioso ritenuta come “una scintilla della divinità”.
Rabbi Steinsaltz, che è notissimo al mondo ebraico come autore della grande traduzione del Talmud in ebraico moderno e di un suo commento molto popolare, oltre che di libri di mistica e di morale, non ha paura di prendere l’anima nel senso tradizionale e di definire rispetto a essa l’io, la mente, la coscienza. Il libro non è dogmatico, non parte da dati di fede e da invocazioni di autorità, ma si sforza di chiarire dati di esperienza. Non tenta neanche di dimostrarne l’esistenza, dice che ciascuno ne diviene consapevole progressivamente, alla stessa maniera in cui si acquista coscienza del nostro corpo. Può essere che la sua presenza sia nascosta, occultata, o silente, ma queste condizioni sono il risultato di problemi e patologie, non ragione di dubbio. L’Anima non è un libro che cerchi di fare una teoria dell’anima, nel senso di spiegarne la genesi e la struttura; è piuttosto una limpida e leggibilissima fenomenologia delle sue manifestazioni, dei suoi disturbi, delle sue eclissi, delle forze e delle debolezze che inducono nella persona, dei diversi livelli cui l’anima individuale si può collocare. Non si raccontano casi individuali, le affermazioni più difficili sono illustrate con metafore e parabole piuttosto che con esempi, talvolta si cita dalle fonti classiche dell’ebraismo rabbinico; ma è evidente che la trattazione non è solo teorica, si basa su esperienze concrete, su un vivo interesse umano. E se all’inizio il lettore estraneo a questo tipo di discorsi si muove inevitabilmente con circospezione e qualche diffidenza, poi la voce del rav prende la guida, suggerisce domande personali, sfida la coscienza, indirizza verso percorsi di arricchimento. Un libro importante, lucido, pieno di apertura e di capacità di trasformazione.