QOF, di Raffaella Procaccia, tratto da I segni della creazione, Psiche 2 editore.
di Redazione
Speciale Libri Estate 2022: per sorridere, riflettere, stupirsi. Ma anche per capire questo presente destabilizzante e complesso. Romanzi, memorie, saggi…Libri come cura, terapia, “farmacia” dell’anima
«Scrivere romanzi significa prendersi cura degli altri. Se io ci tengo veramente a te, se voglio avere una relazione con te, ti racconto storie». Parola di Jonathan Safran Foer, autore di capolavori come Ogni cosa è illuminata e Eccomi.
Ai nostri affezionati lettori offriamo qui, come ogni anno alle porte dell’estate, una serie di proposte di narrativa, saggistica, pensiero ebraico, per condividere le storie che amiamo, che ci appassionano, intrattengono, divertono, insegnano. Buone letture!
È una fotografia chiara e ben documentata dell’estrema destra in Europa quella che emerge dal nuovo libro dello storico Elia Rosati. Specializzato nella storia dei movimenti nazionalisti di estrema destra e autore, fra gli altri, del libro CasaPound Italia, in questo testo Rosati analizza come si sono evolute, trasformate e organizzate le destre radicali europee occidentali dagli anni ‘90 a oggi nei diversi paesi europei – in particolare Spagna, Portogallo, Grecia, Germania – con le differenti caratteristiche. Un viaggio stimolante nel fascismo del terzo millennio.
Ilaria Myr
Elia Rosati, L’Europa in camicia nera. L’estrema destra dagli anni 90 a oggi, Meltemi, pp. 191, euro 16.00.
Tra i rari resoconti di fonte diretta sul genocidio armeno, Quattro anni sotto la Mezzaluna (Four Years Beneath the Crescent, 1926) è la testimonianza di una voce singolare. Nogales, sudamericano arruolato nell’esercito ottomano, cristiano non simpatizzante degli armeni, osserva fatti e persone con lo stupore dello straniero in terra straniera e il distacco del militare di professione. Dalle lotte di potere dei “Giovani Turchi” al tragico assedio di Van, dalla Gerusalemme flagellata dal tifo alle battaglie di Gaza, le sue pagine narrano un conflitto che cambierà per sempre il volto del Medio Oriente. Diario di guerra e di viaggio insieme, quest’opera pregevole finora inedita in italiano è anche un importante documento sull’Anatolia, la Mesopotamia e la Palestina quali erano tra il 1915 e il 1918. Il racconto ricco di pathos di un “cavaliere errante” del XX secolo, una specie di Lawrence d’Arabia, che ci tuffa in un periodo storico tra i più tragici, raccontando le atrocità che ha sotto gli occhi.
Rafael de Nogales Méndez, Quattro anni sotto la Mezzaluna, prefazione di Antonia Arslan, trad. Fabrizio Pesoli, Guerini e Associati, pp. 368, euro 28,00.
Un originale punto di vista sull’antisemitismo, dalle origini fino alle democrazie di oggi. Per quanto si cerchi di scacciarlo, ritorna assumendo sempre forme nuove col mutare dei tempi. Un odio atavico indebellabile, proprio per questo da tenere costantemente sotto controllo. Basti pensare che già Lutero incitava allo stermino dei “figli del diavolo”. «A uno sguardo di insieme l’antisemitismo si presenta come l’Idra dalle molte teste […] tuttavia, diversamente dal mito […] l’Idra dell’antisemitismo si è rivelata immortale fino ai nostri giorni». A parlarne è Peter Schäfer, direttore fino al 2019 del Museo ebraico di Berlino, uno dei massimi esperti di ebraismo dell’antichità e dell’età medievale.
Michael Soncin
Peter Schäfer, Storia dell’antisemitismo, trad. Stefania De Lucia e Davide Di Maio, Donzelli, pp. 344, euro 28,00.
La Shoah resta ancora oggi uno dei temi al centro della nostra cultura visiva e d’immagine. Ma con un interrogativo: «mentre la documentazione storiografica è diventata talmente capillare da coprire quasi ogni suo segmento, perché un episodio così lugubre rimane costantemente al centro della rappresentazione estetica?». Nelle varie rielaborazioni di scrittori, intellettuali, artisti e registi, delle quali alcune fondamentali e altre futili o inutili, il saggio di Mazzarella mostra come la centralità della Shoah, in particolare nella cultura letteraria e visuale, crei un «conflitto delle immagini». Un saggio per indagare e capire i motivi per cui la Shoah rischia di ridursi a merce da sacrificare al moderno tritacarne del consumo come intrattenimento. Marina Gersony
Arturo Mazzarella, La Shoah Oggi. Nel conflitto delle immagini, Bompiani, pp. 30, euro 13,00.
«Un libro scritto davvero bene, il focus rimane l’Affaire ma i contorni sono davvero geniali! In due giorni soli ho letto 560 pagine, una lettura avvincente e coinvolgente». E uno dei commenti entusiasti su Amazon riguardo a L’Affaire. Tutti gli uomini del caso Dreyfus, libro pieno di ritmo che tratta la nota vicenda in modo esaustivo ma soprattutto insolito. Ma non lasciatevi spaventare dalla mole e dal peso del volume: il testo, costruito come un romanzo, rispetta il dato storico e lo arricchisce di avvenimenti, dettagli e divagazioni ricostruendo in modo originale gli umori di un’epoca che si intrecciano alla storia principale.
Marina Gersony
Piero Trellini, L’Affaire. Tutti gli uomini del caso Dreyfus, Bompiani, pp. 1376, euro 28,50.
L’edizione italiana del volume di Pierre Savy, (rivista e adattata da Anna Foa), tratteggia una storia universale degli ebrei in tutte le epoche storiche, chiarendo subito che la loro vicenda non si vuole come historia lacrimosa e dolente, né come racconto costituito solo di pogrom e sofferenze, quanto invece le traversie di un popolo senza uguali: l’unico ad abbracciare una dimensione mondiale. Che inoltre, nei millenni, ha dato prova di un’ineguagliabile resistenza spirituale e intellettuale. Dal regno del faraone Merenptah (1207 a.e.v.) alla nascita dello Stato d’Israele, da Gerusalemme, a New York, da Mosca fino a Buenos Aires, arrivando anche a toccare luoghi impensabili. Michael Soncin
Pierre Savy, Storia mondiale degli ebrei, trad. di Michele Sampaolo, Laterza, pp. 485, euro 28,00.
Negli ultimi anni, termini come “fake news” e “post-verità” sono diventati sempre più diffusi nel di-battito pubblico, principalmente in relazione ai social. Tuttavia, occorre ricordare che la disinformazione messa in atto a fini politici è sempre esistita, in ogni epoca e luogo. Basti pensare alla Germania nazista, dove la propaganda di stato di Joseph Goebbels mirava a plasmare la percezione della realtà nell’opinione pubblica. Il modo in cui era strutturata tale macchina di mistificazione della realtà, è stato ricostruito mirabilmente nel saggio La propaganda nell’abisso di Giovanni Mari, giornalista del quotidiano ligure Il Secolo XIX. Il libro si concentra su un episodio in particolare, ad oggi poco studiato: tra il 22 e il 29 aprile 1945, mentre l’Armata Rossa metteva Berlino sotto assedio, Goebbels continuò fino all’ultimo ad attuare la propaganda di regime e, grazie a una rotativa di fortuna, rifugiatosi in un bunker sotto la Nuova Cancelleria, diede alle stampe il Panzerbär, l’ultimo giornale del Terzo Reich. Nel mezzo del frastuono dei carri armati sovietici, questo giornale, del quale uscirono solo otto numeri, continuava a riportare un’immagine della guerra totalmente falsa e sconnessa dalla realtà, per incitare i berlinesi ad opporre resistenza fino alla fine e a continuare una guerra che non potevano più vincere. Nel volume sono riprodotti tutti gli otto numeri del giornale, che l’autore è riuscito a vedere nonostante siano introvabili. Attraverso di essi e a un’attenta ricostruzione storica, emerge fin dove ci si può spingere per rendere indistinguibile la verità dalla menzogna, la realtà dalla finzione. Uno strumento utile per capire anche la disinformazione di oggi, che pur con le dovute differenze legate ai nuovi media e al contesto, presenta molte somiglianze.
Nathan Greppi
Giovanni Mari, La propaganda nell’abisso. Goebbels e il giornale nel bunker, Lindau, pp. 296, euro 24,00.