Storia dei Minerbi, una famiglia ebraica ferrarese

Libri

di Anna Lesnevskaya

I Minerbi Una famiglia ebraica ferrareseCi sono voluti trent’anni di ricerche per raccogliere tutte quelle storie, notizie e fatti che hanno caratterizzato secoli di vita familiare. Questo materiale è stato pazientemente e tenacemente raccolto da Sergio Minerbi in un libro a metà tra storia, narrativa e autobiografia, I Minerbi. Una famiglia ebraica ferrarese (Salomone Belforte & C., Livorno, 2015), presentato dall’autore alla Festa del Libro Ebraico a Ferrara.

“Sempre corretti negli affari e pronti ai sacrifici per l’Italia, che invece con le leggi razziali li abbandonò e li perseguitò, i Minerbi sono rimasti una famiglia alla quale abbiamo l’onore di appartenere”, si dice nell’epilogo del libro. “Abbiamo l’onore di appartenere”, appunto. Il plurale non è casuale, visto che l’autore si sente parte di un insieme inscindibile, una collettività, una famiglia con i cui membri continua a dialogare anche oggi. Racconta i loro fatti, li giudica, si associa alle loro azioni o ne prende le distanze.

Così, parlando di Arrigo Minerbi, scultore preferito del D’Annunzio, Sergio Minerbi è intransigente: “Ha fatto una cosa per me inammissibile, nel momento del pericolo si è convertito”. O ancora quando si imbatte nel caso dell’unico Minerbi che ha fatto bancarotta fraudolenta, scappando da Trieste a New York, è incerto se includerlo nel libro. Alla fine vince l’amore per la verità storica. In omaggio ai propri avi Minerbi non ha voluto censurare niente.

Nato a Roma nel 1929 dove ha vissuto le leggi razziali e poi ha visto l’arrivo della Brigata Ebraica, Minerbi nel ’47 emigra nell’allora Palestina, milita nei movimenti socialisti, vive nel kibbutz. Poi diventa diplomatico israeliano, professore universitario, autore di importanti pubblicazioni. E’ conosciuto soprattutto come esperto dei rapporti tra Vaticano e Israele.

Sergio Minerbi2“Ho avuto una storia personale del tutto particolare perché ero di madre polacca”, racconta. Alla madre rimarrà sempre grato per avergli fatto conoscere l’ebraismo polacco, “che era all’epoca ricchissimo ed è stato distrutto dalla guerra”. Il padre, ingegnere, patriota italiano e capitano dell’esercito nella Prima guerra mondiale, ha trasmesso a Minerbi non solo l’amore per la conoscenza (“Mi ha dato una lezione importante: quella di studiare e studiare), ma anche l’attaccamento all’ebraismo ferrarese di cui era impregnata la famiglia. “Gli ebrei ferraresi hanno visto a Ferrara e nel ferrarese un addentellato importante del loro ebraismo”, – dice Minerbi. – Poi le cose sono cambiate, e questo spirito oggi mi sembra svanito”.