di Fiona Diwan
Narrativa/Amarcord: una cavalcata nella Milano di 30 anni fa
Un intero decennio può essere racchiuso in una lista di nomi? L’avventura di una generazione evocata da fitte nomenclature più che da un trattato di storia sociale o politica? Sì. Perché in verità i nomi non sono parole ma risonanze magnetiche capaci di attrarci in un campo gravitazionale tutto loro. I nomi sono simboli, potenti pezzi di vita, ricordi che sanguinano come punture di spillo, profumo di volti perduti e di universi sensoriali dimenticati. Viviamo immersi in un’estetica del Vintage, in un passato prossimo che non diventa mai remoto e che risorge con sconcertante puntualità dopo 30-40 anni di dimenticatoio e di obsolescenza demodè; un passato che torna per essere risemantizzato e ricreato in forma di nostalgia-canaglia, dolcezza soffusa e generazionale nel più puro stile “notte prima degli esami”. È quanto accade nel romanzo di Roberto Franco, scrittore milanese di 46 anni, Il segreto degli anni Ottanta, con pagine dotate di potenza evocativa capace di catapultarci nell’atmosfera di quel decennio come se ancora sostassimo davanti al mitico Burghy di Piazza San Babila o sotto gli spalti di un concerto dei Simple Minds, ad applaudire i Pink Floyd o gli Spandau Ballet, a ballare con Boy George o Cyndi Lauper o i Righeira di No tengo dinero.
Dani, il protagonista tredicenne, è il doppio narrativo dell’autore in questo romanzo di formazione che narra di un gruppo di ragazzini alla scoperta del mondo, dei primi amori, del senso dell’amicizia, in un tempo delle mele scandito al ritmo delle note di Wild Boys dei Duran Duran, della musica dei Dire Staits e degli Eurythmics. Ed ecco, dietro ai nomi, gli emblemi di un epoca: il walkman e le Timberland, gli occhiali Ray-ban, la cintura di El Charro e il Moncler, Naj Oleari e Benetton, i primi video giochi, l’Atari, il Commodore 64, le polemiche nazional popolari (ma era meglio Mozart o Salieri?).
Milano ci scorre davanti, riattraversata a cavallo di una moto Gilera o Zundapp. Chi non ricorda quell’esplosione di leggerezza ed edonismo, la voglia di dimenticare la cupezza degli Anni di Piombo, la Pop culture, il Riflusso e le prime pallide avvisaglie di una stagione che si scoprirà ingorda di beni di consumo e fast food? È la musica il vero filo di Arianna che come un pifferaio magico Roberto Franco srotola e fa risuonare nei cuori e nelle menti. Una cavalcata irresistibile nei labirinti dell’adolescenza, nei primi tormenti puberali, negli struggimenti che solo la purezza dei 13 anni sa provare. Assistiamo così alla nascita delle nuove tribù urbane, i paninari e i metallari, i dark e i punk… Non si riesce a star dietro alla lista interminabile delle melodie evocate, in una irresistibile colonna sonora del libro e all’esilarante lessico di allora: truzzo, cuccare le tipe, sfigato, tamarro…
Roberto Franco, Il segreto degli anni Ottanta, Algra Editore, pp 345, euro 20,00