Un nuovo libro: “Amy Winehouse raccontata dalle sue parole”

Libri
di Roberto Zadik
Quarant’anni fa nasceva la star ebrea inglese Amy Winehouse; il nuovo libro, Amy Winehouse raccontata dalle sue parole, ne svela il lato ebraico sconosciuto.
Scomparsa a soli ventisette anni, il 23 luglio 2011, famosa sia per le straordinarie doti vocali ed espressive, dimostrate in brani come la ritmata Rehab e la struggente Back to Black, sia per i suoi svariati eccessi, la cantante londinese Amy Winehouse nascondeva una forte identità ebraica.
Fino alla sua morte ben poco si sapeva dell’ebraicità di quest’artista, esplosiva ma riservata, tormentata e carismatica, delle origini bielorusse ashkenazite della sua famiglia e della sua laicità permeata però da un forte senso di appartenenza al popolo di Israele. Ad occuparsene l’atteso volume Amy  Winehouse in Her words che, stando alla notizia pubblicata dal sito Forward.com venerdì primo settembre, rivela una serie di particolari estremamente rari ed interessanti; questo avviene in occasione di quello che sarebbe stato il suo quarantesimo compleanno, il prossimo 14 settembre.
Stando all’articolo, firmato dalla giornalista Myra Zalali, il  volume è caratterizzato da una vasta gamma di materiale inedito raccolto dalla sua famiglia e dalla Fondazione Amy Winehouse. Qualche esempio di ebraicità nascosta di questa trasgressiva popstar? Le  foto del suo bat mitzvah, le immagini  di lei all’asilo ebraico e nelle varie feste religiose e la Stella di David che, spesso, portava al collo.
Amy Winehouse non fu mai “religiosa” ma era molto legata alla musica ebraica sinagogale e ad alcuni canti solenni come Maoz Tzur, che cantava ripetutamente, a squarciagola in famiglia  finché i suoi parenti non le dicevano “Ok Amy, ora basta però”. Profondamente influenzata dalla musica Jazz, da Frank Sinatra ad Ella Fitzgerald, la cantante esprimeva la sua identità ebraica con canti inerenti le feste religiose.
La Winehouse strinse anche una profonda amicizia con l’importante produttore discografico correligionario Mark Ronson che, oltre che con lei, collaborò con grandi artisti come Lady Gaga e Bruno Mars. Nel libro viene anche enfatizzata la sua passione per lo scrivere, dal diario personale alle lettere; nello stesso viene evidenziato anche il suo carattere sincero e l’attaccamento alla famiglia, nonostante le sue intemperanze, e lo spiccato interesse per la recitazione unito al desiderio che venissero maggiormente rappresentati temi ebraici nel teatro e nella musica. Un libro da non perdere non solo per i fan della favolosa cantante, a cui, anche in precedenza, sono stati dedicati vari omaggi tra i quali il documentario Amy che, nel 2015, ha riscosso un grande successo di pubblico e critica.