di Nathan Greppi
Con la crescente scomparsa dei sopravvissuti alla Shoah, è sempre più difficile tramandarne la memoria e contrastare i negazionismi. È anche per questo che è stato recentemente ripubblicato, dopo 25 anni, il volume Voci dalla Shoah, che racchiude le prime testimonianze scritte di Goti Bauer, Liliana Segre e Nedo Fiano. Il libro, curato dall’insegnante e giornalista Claudio Facchinelli e riedito da Gaspari Editore, è stato presentato giovedì 13 febbraio nel locale Après-Coup, in zona Porta Romana.
Facchinelli si è detto orgoglioso del fatto che “questo libro è stato un pioniere, un apripista. Tra i tre personaggi Liliana è quella che più ci ha dato uno sguardo sull’universo indicibile della Shoah.” Subito dopo è stato proiettato un breve video di Grazia Licari sul contenuto del libro, dopodiché alle spiegazioni di Facchinelli si sono alternate letture del testo da parte dell’attrice Lorella De Luca, che ha letto un estratto per ogni testimone.
Per spiegare cosa lo spinse in origine a pubblicare il libro, Facchinelli ha raccontato un fatto accadutogli negli anni ’90: “Stavo organizzando incontri di formazione per gli insegnanti, e in uno fatto con Goti Bauer nelle scuole superiori dei gesuiti, al termine il preside mi disse: ‘Ecco, avete ascoltato un testimone. Ora vi è stato passato questo testimone, siete voi che potrete andare avanti e mettere a tacere coloro che negano. Quello che è successo l’abbiamo sentito da chi si trovava lì e l’ha vissuto’.” Ha ricordato che è importante tenere viva la memoria, soprattutto dato che la Segre da maggio di quest’anno smetterà di andare a parlare nelle scuole, mentre Fiano e la Bauer hanno smesso da tempo.
È stato chiamato a dare la sua testimonianza Roberto Carusi, attore e scrittore che negli anni ’90 aiutò Facchinelli a presentare il libro nel comune di Peschiera Borromeo (MI): “Claudio e io condividiamo da tempo 2 grandi amori: il teatro e la scuola. Io credo che la scuola deve permettere la riflessione su questi fatti, e di confrontarsi con queste persone.”
Ha parlato anche l’editore Marco Gaspari, che gestisce anche una libreria Einaudi a Udine: “Un giorno notai uno sputo sulla vetrina della libreria, in corrispondenza del libro Voci dalla Shoah. All’inizio pensavo fosse una casualità, ma quella notte mi ricordai di ciò che diceva la Segre, sui ragazzini della sua stessa età che le sputavano addosso quando usciva dalla fabbrica in cui era costretta a lavorare. La mattina dopo ho denunciato l’accaduto ai giornali e alla Digos, perché non bisogna mai lasciar andare le cose. Mi sento contento di averlo fatto, perché non bisogna mai abbassare la guardia.”
Infine è intervenuta la senatrice a vita Liliana Segre, che riguardo al libro ha detto: “Ho sempre avuto paura del foglio bianco aperto, perché io sono diventata, seppure in età avanzata, una testimone dopo che Goti Bauer mi ha rimproverato il fatto di non aver voluto essere una testimone. Lei ha una forza speciale, un modo di parlare diverso da tutte le persone che conosco. Lei è una donna forte, e ha sofferto moltissimo anche dopo la Shoah. Parlare della Shoah era già difficile per me, e scriverne lo era ancora di più.” Ma grazie agli incoraggiamenti della Bauer, “buttai giù senza pensarci troppo quella piccola parte scritta da me.”
Parlando del negazionismo, ha detto: “Leggendo Primo Levi, mi sono resa conto che nell’indicibile di Auschwitz, c’è la spiegazione dei negazionisti: in questo indicibile c’è tutta la potenza che hanno i negazionisti, perché se qualcosa è talmente aldilà della realtà conosciuta da molti, è più facile credere che Auschwitz non sia mai esistita. Per questo è un bene che esista il libro e l’editore che riceve lo sputo sulla vetrina, perché lo sputo non è che l’inizio. Chi lo riceve dovrà andare a denunciare, in modo che le parole d’odio che vengono subito dopo lo sputo si trovino in un mondo che sta a sentire, e condanna le parole dell’odio”.