AME, Associazione Medica Ebraica, risponde alla lettera degli Accademici contro Israele

Opinioni

di AME, Associazione Medica Ebraica

Come Associazione Medica Ebraica e UDAI, scrivo per segnalare il nostro grande stupore nel leggere la lettera anti-israeliana firmata da molti membri delle università italiane e diffusa “a gran voce” da giornali e social media.
Mi riferisco a: Appello di 3.000 accademici (ormai diventati 5000 e più) pro Palestina e per il cessate il fuoco: “Stop alla collaborazione tra atenei italiani e israeliani”. Essi chiedono di “pronunciarsi con chiarezza sulla necessità da parte dei singoli atenei italiani di procedere con l’interruzione immediata delle collaborazioni con istituzioni universitarie e di ricerca israeliane”. Questo appello era indirizzato al ministro degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale Antonio Tajani, alla ministra dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini, e alla Conferenza dei Rettori delle Università italiane.

Noi sappiamo che la stragrande maggioranza del popolo italiano conosce la verità e la realtà medio orientale – dove l’unico paese democratico è Israele che combatte da quasi 80 anni per sopravvivere.

L’attacco del 7 ottobre ha mostrato al mondo la vera faccia di Hamas.

L’appello dei cattedratici è una pagina oscura prodotto di disinformazione e cinismo che vorremmo non facesse breccia sui tanti italiani onesti e democratici.

In allegato invio la lettera della Associazione Medica Israeliana, in risposta a tale appello, che noi sottoscriviamo totalmente.

Rosanna Supino, Presidente AME

 

Lettera della Associazione Medica Israeliana

Come organizzazione rappresentativa dei medici israeliani, siamo rimasti scioccati e costernati nel leggere il contenuto di “Appello per un’azione urgente per un cessate il fuoco immediato e il rispetto del diritto internazionale umanitario” firmato da accademici italiani.

Non possiamo parlare a nome del governo israeliano o dell’esercito israeliano. Parliamo come medici israeliani.
Ci sono molte inesattezze fattuali nella sua lettera che altri hanno sottolineato, così come il quasi totale disprezzo del massacro terroristico e dei rapimenti del 7 ottobre. Tuttavia, vorremmo concentrarci su un aspetto molto preoccupante della sua lettera, e cioè il suo appello per un boicottaggio accademico degli accademici e delle istituzioni israeliane.

Il concetto stesso di sfruttare il campo accademico per promuovere agende politiche piuttosto che impegnarsi nel perseguimento e nella condivisione della conoscenza è contrario a ciò che è il mondo accademico e spesso dannoso per le stesse persone che cerca di proteggere. Lo scambio di conoscenze e informazioni e la collaborazione accademica sono vantaggiosi per tutta l’umanità, e in particolare per le popolazioni svantaggiate.

I medici israeliani hanno sempre fornito, e continuano a farlo, cure ai pazienti palestinesi malati e feriti a cui Hamas ha permesso di lasciare la Cisgiordania o la Striscia di Gaza. Formiamo i medici palestinesi negli ospedali israeliani in modo che possano tornare e prendersi cura delle loro popolazioni.

Nel caso di un boicottaggio accademico contro Israele, chi pensi che soffrirà di più? Come medici, naturalmente piangiamo la perdita di ogni vita umana, e specialmente quella dei bambini. Questo è il motivo per cui sosteniamo l’alleviamento della crisi umanitaria a Gaza con ogni mezzo, che si tratti di fornire aiuti umanitari, garantire un passaggio sicuro per i civili di Gaza o curare i civili malati e feriti in Israele.

Purtroppo, anche se i fatti non sono del tutto chiari, ci sono prove crescenti che Hamas ha usato la popolazione di Gaza in generale, e le strutture sanitarie (insieme a asili, scuole e case di riposo) in particolare, come basi per la loro guerra e il terrorismo. È stato Israele che ha costruito e aiutato il personale dell’ospedale Shifa, fino a quando quei medici e amministratori sono stati sostituiti in larga misura da complici di Hamas. Anche ora, sembra che ci siano prove che Hamas abbia reindirizzato il carburante destinato agli ospedali per i propri usi. Rispettiamo le strutture sanitarie come sacrosante, quando vengono utilizzate come strutture sanitarie e non come basi terroristiche.

Vi esortiamo a considerare attentamente i vostri fatti, così come le ripercussioni del vostro appello per un boicottaggio accademico contro Israele. Chiediamo un dialogo aperto, non l’odio e il boicottaggio. Soprattutto, chiediamo la pace e la protezione di tutte le persone innocenti.

Prof. Zion Hagay,
Presidente dell’Associazione Medica Israeliana