di Roberto Zadik
Mesi difficili a livello internazionale e per il mondo ebraico, con la strana convergenza di due virus. Quello sanitario del Covid 19 e quello ideologico dell’antisemitismo, con una vistosa “impennata” degli episodi antiebraici negli ultimi mesi. A sottolineare questa situazione, l’interessante editoriale del giornalista Ben Dror Yemini , 66enne nato a Tel Aviv da famiglia yemenita, che sul sito Ynetnews venerdì 17 luglio ha espresso alcune considerazioni. Prima fra tutte l’aumento di manifestazioni antisemite nel mondo in concomitanza col virus e di slogan antiebraici presenti, secondo il giornalista israeliano, perfino, e sembra davvero paradossale, in alcuni cortei contro il razzismo.
“Nei paesi occidentali” ha ricordato “negli ultimi decenni gli ebrei hanno vissuto in condizioni di benessere” ma qualcosa è cambiato. Fino al 2017 come ha evidenziato l’autore dell’articolo “nei sondaggi americani gli ebrei riscuotevano grande ammirazione, anche se però successivamente, negli Stati Uniti i gesti di violenza, commessi da “pochi individui violenti sarebbero aumentati vistosamente spingendo le Comunità ebraiche statunitensi a ingaggiare forze di sicurezza per proteggersi”.
Ma cosa sta succedendo nel mondo e quali i legami con la paranoia collettiva da Covid? Nel Regno Unito, secondo l’editorialista di Ynet, le statistiche rivelano “livelli bassi di antisemitismo” ma l’ideologia antisemita ha visto una preoccupante rinascita sospinta dal leader Laburista Jeremy Corbyn e dalla sua politica ostile verso Israele. “L’antisemitismo di Corbyn” ha sottolineato “si esprime attraverso stereotipi antisionisti ma purtroppo non finisce qui”. Infatti ultimamente stando a recenti sondaggi il giornalista di Ynet ha affermato che“19 percento dei cittadini inglesi sostengono che ci siano dei collegamenti fra il Coronavirus e gli ebrei”. Complottismo e antisionismo sarebbero in grande aumento nel Paese. La pandemia del Covid quindi si starebbe sovrapponendo, secondo l’articolo, al virus dell’antisemitismo e non si tratterebbe solo di avversione verso Israele.
Fra i casi presentati anche i post antisemiti del giocatore di football americano, il 33enne DeSean Jackson, che avrebbe espresso sui social network una dichiarazione fortemente antisemita. “Gli ebrei ricatteranno l’America, con il loro piano di dominare il mondo e questo non funzionerà se i Neri capiranno chi sono” ha scritto anche se poi si è scusato in maniera “evidentemente insincera” ha puntualizzato Dror Yemini. Commentando la vicenda, Yemini ha evidenziato che Jackson è un ammiratore di un antisemita risaputo come Louis Farrakhan leader del movimento afroamericano Nation Islam. Recentemente egli sarebbe stato invitato erroneamente dall’emittente tv FOX a tenere un discorso in occasione del Giorno dell’Indipendenza americana, lo scorso 4 luglio. Ma poi fortunatamente l’invito è stato revocato.
Sempre in tema di antisemitismo statunitense, a tutto questo si aggiunge, un recente articolo pubblicato dal New York Times intitolato “Non credo più all’esistenza di uno Strato ebraico” che negherebbe il diritto di Israele ad esistere. Citando la frase iniziale dell’articolo “La vecchia piaga incontra quella nuova”, coniata originariamente dai ricercatori dell’Università di Tel Aviv del dipartimento di Studi sulla Sicurezza Nazionale, l’opinionista ha amaramente concluso “Prima o poi da qualche parte si troverà un vaccino per il Covid ma per l’antisemitismo non penso ci sarà mai una cura”.