di Angelo Pezzana
[La domanda scomoda] I gruppi Keshet Lgbt all’interno delle comunità ebraiche italiane si sono rifiutati di partecipare ai Pride che si sono svolti nelle principali città, prime fra tutte Roma e Milano, di fronte alle minacce anche fisiche, se si fosse mai vista una bandiera israeliana. Tutto invece l’opposto per quello che riguarda le bandiere palestinesi, benvenute sotto lo sguardo più che affettuoso di Elly Schlein.Non dimentichiamo il trattamento riservato agli omosessuali a Gaza, ammazzati e buttati giù dagli ultimi piani degli edifici.
Il sindaco di Milano Beppe Sala a differenza di Giorgio Gori, sindaco di Bergamo – entrambi dello stesso partito PD – , si è rifiutato di revocare il patrocinio al corteo. Il presidente di Keshet-Italia, Raffaele Sabbadini, al riguardo ha dichiarato: “non partecipare è stata una decisione sofferta ma necessaria”.
Al Pride di Milano, poi, su un carro era scritto “tutti i poliziotti sono bastardi” e anche Klaus Davi, reduce dall’aggressione subita fuori dalla Moschea di Milano, ha accusato gli organizzatori della manifestazione, come anche Andrée Ruth Shammah che ha ricordato a chi, ormai, ha trasformato i pride in caravan serraglio simili a quelli del Carnevale di Viareggio, che la vera lotta per i diritti è di chi li possiede già e si batte per chi non li ha. Tutto il contrario di quello che sta avvenendo: come è successo alle femministe che hanno preferito il silenzio sulla condizione femminile nei paesi islamici, lo stesso sta avvenendo nella comunità Lgbt.
La sinistra italiana non ha nulla a che fare con la sinistra inglese che è riuscita, sotto la guida di Keir Starmer, che si definisce sionista, a ripulire il partito da Jeremy Corbyn (e dai suoi seguaci) che, pur essendo stato reintegrato, dovrà accontentarsi di sedere in Parlamento come un semplice deputato indipendente.
Starmer ha sempre combattuto seriamente l’antisemitismo nel suo partito, a differenza della nostra Schlein. Purtroppo, non stupisce che un recente convegno dei Giovani Democratici di Milano abbia invitato la scrittrice Cecilia Parodi che ha dichiarato: “odio tutti gli ebrei, odio tutti gli Israeliani, dal primo all’ultimo, odio tutti quelli che li difendono, tutti i giornalisti, tutti i politici, tutti i paraculi. Spero di vederli tutti impiccati! Giuro che sarò la prima della fila a sputargli addosso”. La Parodi si è esibita anche a Roma nei Dialogues for Gaza, giornata pro Pal promossa anche da Oxfam e Medici senza Frontiere.
È fantascienza sperare che in Italia arrivi uno Starmer per creare un partito nuovo e davvero moderno quando sarebbe sufficiente copiare l’esempio inglese?