di Paolo Salom
Voci dal lontano occidente
Strane cose accadono sotto i nostri occhi. Vi siete mai chiesti in che epoca stiamo vivendo? A volte mi sembra di sentir soffiare un vento antico e per certi versi di rivivere gli anni Trenta, quando fosche nubi si addensavano su un’Europa che correva verso la tragedia del Secondo conflitto mondiale. Per altri, questo nostro periodo storico ricorda invece la Guerra fredda, quando le due Potenze egemoni, Stati Uniti e Unione Sovietica, si minacciavano (per fortuna solo a parole) della reciproca distruzione e intanto si combattevano attraverso i loro “clienti” in ogni parte del pianeta. Le similitudini non possono naturalmente oscurare le novità che ogni epoca storica porta con sé. Ma quel che preme far notare -e che non è mai cambiata, allora come oggi -, è la realtà difficile degli ebrei che continuano a essere nel mirino di molteplici organizzazioni terroristiche (e Stati-canaglia) il cui unico pensiero non riguarda lo sviluppo, la crescita economica o il benessere della propria gente, ma la distruzione dell’ebraismo, sia nella Diaspora sia nella Terra di Israele.
Questo anno che sta per finire è stato un anno difficile. La consapevolezza che ancora esistano tanti nemici degli ebrei – nemici che spesso non hanno mai avuto a che fare con un ebreo in carne e ossa, che spesso non ne hanno mai visto né conosciuto neppure uno – non si stempera né si lenisce nella pur importante coscienza che, comunque, abbiamo anche molti amici. E che soprattutto abbiamo uno Stato degli ebrei cui guardare nella buona come nella cattiva sorte.
E tuttavia non possiamo prescindere dalla realtà, da quanto sta accadendo intorno a noi. Mi riferisco ai social media, per esempio, com’è tristemente noto un ricettacolo delle peggiori pulsioni umane, antisemitismo compreso.
Un giro nei meandri di Twitter o di Facebook rende l’idea: ovunque parole di odio e minacce di sterminio nei nostri confronti. Denigra, denigra, qualcosa resterà. Grazie al megafono del web la calunnia non è più un venticello ma un violento maestrale. La demonizzazione dell’altro è sempre stata l’anticamera della violenza di gruppo. Come stupirsi allora se quanto “promesso” online diventa poi un atto fisico tutt’altro che virtuale? Penso ai nuovi “pogrom” che si scatenano nelle nostre città. Come l’attacco di un gruppo di giovani musulmani a colpi di mazza e coltelli al quartiere ebraico di Stamford Hill e di Golders Green di Londra all’indomani del terribile rogo della Grenfell Tower. Motivo? Si era sparsa la “voce” (su Internet!) che ad appiccare il fuoco fossero stati gli ebrei. Solo per un caso non ci è scappato il morto: qualche ferito non grave e, chissà perché, nessun arresto.
Eccolo il nuovo Medioevo, questo clima che ammorba il presente e, appunto, ricorda epoche passate che credevamo per sempre superate. Si dice che gli ebrei siano la cartina di tornasole della democrazia e della civiltà di una nazione: quel che accade a loro poi si riverbera ovunque. Non sappiamo se sia vero. Ma fa paura.