Un autorevole e recente sondaggio ha rivelato che il 40 per cento dei cittadini europei, dai 16 anni in su, pensa che Israele sia uno Stato nazista e che stia conducendo una guerra di sterminio contro i palestinesi. Di questa percentuale spaventosa è al corrente soltanto chi segue le cronache sulla crescita dell’antisemitismo-antisionismo di Manfred Gerstenfeld che escono puntualmente sul sito Informazione Corretta. Nessun media le ha mai riportate. Non stupisce quindi la decisione dell’Unione Europea di aderire alla campagna internazionale del boicottaggio di Israele denominata BDS, la versione moderna del “Kauf nicht bei Juden” (Non comprate dagli ebrei) di hitleriana memoria. Ricordiamolo allora in questo mese che richiama la Memoria della Shoah, un esito che fu preceduto, nel novembre 1938, dalla Kristallnacht, la Notte dei Cristalli, che non fu un incidente isolato ma l’esplosione più violenta del boicottaggio degli ebrei nella Germania nazista e l’inizio della loro sistematica eliminazione, anche fisica.
Come è possibile che oggi il 40 per cento degli europei giudichi vera una menzogna così platealmente falsa come quella attribuita al governo israeliano?
Se lo saranno anche chiesto in Olanda, quando, proprio nel giorno dell’anniversario della Kristallnacht, il 9 novembre, hanno invitato a commemorare il ricordo di quell’infamia anche la deputata israeliana Hanin Zoabi, del Partito Arabo Unito? La domanda è lecita, perché la sua attività fanaticamente anti-israeliana è più che nota, e che la esibisse anche qui c’era da aspettarselo. Ed è quello che è avvenuto; nelle parole del suo intervento, Israele è diventata la reincarnazione della Germania nazista.
Gli olandesi non hanno invitato un israeliano, sopravvissuto ai coltelli che nelle strade d’Israele colpiscono per uccidere, no, la scelta è caduta invece su una diffamatrice che approfitta della democrazia israeliana e delle sue leggi per diffondere menzogne. È giusto che le venga permesso, pur considerando l’immunità che le deriva dall’essere membro della Knesset? Non c’è dubbio che la sua attività, parallela a quella propriamente parlamentare, si possa definire terrorista. Domande lecite, alle quali però non vi sarà risposta. Israele è una robusta e forte democrazia, e lo è proprio perché non teme la propaganda degli avversari, soprattutto quelli interni. Zoabi e altri come lei, non solo arabi, sono liberi di esprimere ciò che pensano, anche le opinioni più ripugnanti. Nessuno glielo impedirà; le sue armi, per quanto possano infangare il nome di Israele, non riusciranno a modificare le leggi democratiche che governano il Paese.
Certo, il prezzo che Israele sta pagando è alto, sappiamo tutti che una menzogna ripetuta molte volte può diventare una verità, la prova è nelle percentuali che abbiamo citato all’inizio. Ma il punto è che la differenza tra coltelli e bombe molotov che insanguinano le strade israeliane e le affermazioni di Hanin Zoabi non sono poi tante, l’obiettivo è sradicare un popolo dalla propria terra. Non riuscendoci militarmente, non gli rimane che la guerriglia urbana, con spargimento di sangue, morti, feriti, e con la supervisione giustificativa delle parole, con le quali Hanin Zoabi gioca sporco. Ma neanche così vinceranno.
Hanin Zoabi e il terrorismo delle parole. È giusto che una fanatica odiatrice di Israele sieda alla Knesset?
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