di Angelo Pezzana
[La domanda scomoda] Un 3 marzo 2021 di terrore a Vetlanda una cittadina non lontana dalla capitale della Svezia, dove in pieno giorno un giovane ha attaccato i passanti con un grosso coltello: otto persone sono rimaste ferite, tre in modo grave. Per classificare terrorismo l’accaduto, è dovuto trascorrere parecchio tempo prima che la polizia rivelasse che l’assalitore era un profugo afgano. Spesso rimane un terrorista anonimo, come è avvenuto pochi giorni dopo, un uomo armato ha tentato di fare irruzione in una scuola ebraica di Marsiglia. L’individuo ha estratto un coltello e ha cercato di entrare nella scuola, ma è stato respinto dagli agenti della sicurezza. Fuggito, si è diretto verso un negozio di alimentari kasher, situato nelle vicinanze, dove è stato bloccato. In questo caso è un “individuo”, spesso la parola usata è un “giovane”, senza rivelarne l’etnia.
Qualcuno ricorderà il capodanno 2016 a Colonia, quando un migliaio di giovani migranti arabi assalirono centinaia di donne. La polizia tedesca per una settimana non diede ai media nessuna spiegazione, solo dopo che 400 donne denunciarono di essere state aggredite e violentate venne reso pubblico: “temevamo che avrebbe rafforzato i movimenti populisti”, fu la giustificazione.
Casi simili avvengono in molte città europee, dove ormai molti quartieri sono “no go areas”, una realtà ormai accettata, soprattutto in Svezia, dove persino le ambulanze, i pompieri e gli addetti alla consegna della posta possono accedere solo se scortati dalla polizia che viene accolta sempre con lancio di pietre e biglie di ferro e, non di rado, con colpi di armi da fuoco.
Una introduzione fuori luogo in un momento in cui l’interesse/attenzione di tutti è puntata sull’attesa spasmodica dei vaccini che ci salveranno la vita, le nostre abitudini sconvolte, prigionieri come siamo di un male che non sappiamo ancora come sconfiggere?
A virus sconfitto, perché così sarà, il mondo che ci attende sarà quello di prima, forse peggiore, ce lo confermano le democrazie occidentali che non hanno ancora capito come il multiculturalismo, che noi progressisti attendevamo come l’arma pacifica che ci avrebbe liberato dal provincialismo, era in realtà il primo passo verso una società che vedrà la messa in discussione e poi la scomparsa dei diritti civili.
Un esempio? Gli Accordi di Abramo, nati da una reciproca volontà di vivere in pace tra Israele e i Paesi sunniti mediorientali sono scomparsi dalle politiche estere dei governi occidentali democratici. Riprendono invece i rapporti con gli Stati che sono al centro del terrorismo. Il grido Gott mit uns di nazista memoria, è di nuovo fra noi, cambia soltanto il Dio che viene invocato. Ce ne accorgeremo in tempo?