di Angelo Pezzana
La domanda che segue è rivolta alle istituzioni sovranazionali, a una parte non indifferente della politica italiana e a tutti i redattori di cartografie geografiche e guide turistiche che continuano a considerare le Alture del Golan un territorio “occupato” e non annesso come invece lo è nella realtà dal 1981.
Forse vale la pena ricordare che da quelle alture la Siria bombardava la valle sottostante, causando spesso distruzione e morti fra gli abitanti. Con la Guerra dei Sei giorni Israele liberò quella zona al confine siriano, la difese da continui attacchi fino alla Guerra del Kippur del 1973, dopo la definitiva sconfitta della Siria. Con poche eccezioni, Onu, Ue e molti governi democratici occidentali hanno continuato a richiederne la restituzione, incuranti del fatto che da quel confine – indifendibile se il Golan rimaneva sotto il dominio siriano – sarebbero entrati senza difficoltà gruppi terroristi arabi per commettere stragi. Ricordiamo il massacro nella scuola Netiv Meir di Maalot nel 1974, dove vennero subito uccisi alcuni bambini e il guardiano della scuola, mentre altri alunni e insegnanti venivano presi in ostaggio, per essere poi uccisi per impedire alle forze di difesa israeliana di liberarli. Tutto dimenticato, il Golan deve essere “restituito” alla Siria! È la cantilena che dura tuttora.
Ma veniamo ad avvenimenti recenti: la guerra civile siriana, milioni di persone in fuga, centinaia di migliaia di morti, sterminati dalle truppe siriane o dai movimenti terroristici che combattono Assad. In tutta la regione è un massacro continuo, mentre l’unico Stato che ha avuto la capacità e la forza di restarne fuori è Israele. Ma questo non è mai oggetto di attenzione da parte dei media occidentali, mai che qualche analista o “esperto” metta in evidenza che l’unico confine sicuro nella zona è quello del Golan che divide Israele dalla Siria. Scrivessero il vero, dovrebbero chiedersi quel che sarebbe avvenuto se il Golan fosse stato restituito alla Siria. Ma se ne guardano bene. Dovrebbero riconoscere il ruolo di Israele nella difesa della pace in quel che resta del Medioriente, ovunque stravolto da guerre continue. Perché allora non lo scrivono? Perché la signora Mogherini, che rivendica la funzione di stabilità dell’Europa, non la racconta giusta, invece di schierarsi contro l’unico Stato democratico del Medio Oriente? Se l’Iran non ha ancora realizzato il progetto di conquista della regione è perché teme la reazione del piccolo, ma determinato Stato ebraico. Dall’Europa ha solo ricevuto consensi. È così che si crea stabilità?