Luzzatto (Cdec): “Il Mein Kampf con il Giornale? Pura propaganda”

Opinioni

di Ilaria Myr

Gadi4
Gadi Luzzatto Voghera, direttore del Cdec

“Una falsa operazione culturale, offensiva della memoria, dell’intelligenza e della professionalità dello storico. È una pura opera di propaganda di cui però mi sfugge il senso”. Parla così a Mosaico Gadi Luzzatto Voghera  nuovo direttore del Centro Documentazione Ebraica Contemporanea (Cdec) -, subentrato a Michele Sarfatti dell’operazione del quotidiano Il Giornale di allegare il Mein Kampf di Hitler dall’11 giugno. Un’iniziativa, questa, che ha suscitato moltissime reazioni sia in Italia sia sui media esteri. Qui da noi ha reagito l’Ucei, il cui presidente Renzo Gattegna ha dichiarato: “La distribuzione gratuita nelle edicole del Mein Kampf, domani accompagnato al quotidiano Il Giornale, rappresenta un fatto squallido, lontano anni luce da qualsiasi logica di studio e approfondimento della Shoah e dei diversi fattori che portarono l’umanità intera a sprofondare in un baratro senza fine di odio, morte e violenza. Bisogna dirlo con chiarezza: l’operazione del Giornale è indecente. E bisogna soprattutto che a dirlo sia chi è chiamato a vigilare e a intervenire sul comportamento deontologico dei giornalisti italiani”.

“Da anni sostengo la necessità di leggere il Mein Kampf come documento storico che ha avuto importanti conseguenze nella costruzione di un’ideologia, quella nazista – spiega Luzzatto Voghera -. Ma ovviamente queste sono operazioni che devono essere fatte cum grano salis, e non distribuendo in edicola un volume spacciandolo per edizione critica quando in realtà non lo è affatto. Anzi, mi vergogno per lo storico Francesco Perfetti che firma questa edizione: in questo caso non svolge il mestiere dello storico, ma vi rinuncia per motivi ideologici.  Mentre un’edizione critica è quella che presenta il testo a un pubblico e che guida i lettori nella sua lettura. Questa invece è un’edizione pubblicata nel periodo fascista, quindi da un paese alleato alla Germania nazista: definirla ‘critica’ è mettere una foglia di fico davanti a un’operazione di pura propaganda“.

Ma perché poi mettere in vendita il Mein Kampf oggi, si chiede Luzzatto. “Mi sfugge il senso di questa propaganda: nessuno, neanche nel mondo delle destre, sente la necessità di mettere in distribuzione questo testo, che è oggettivamente noioso, e che non dà neanche particolari risultati commerciali”.

Il Mein Kampf, però, è solo uno – sicuramente il più criticato – dei testi storici che Il Giornale sta pubblicando: è in atto infatti un’iniziativa editoriale che prevede la pubblicazione di testi vari sulla Germania nazista. “Ma sono tutti testi vecchissimi, che non tengono conto che quella del nazismo è una storia in continua evoluzione – commenta -. Si pensi solo alle scoperte che sono state fatte su quel periodo con l’apertura degli archivi dell’ex Urss”.

Per quanto riguarda le reazioni che l’iniziativa ha suscitato, Luzzatto è molto chiaro: “Il mondo ebraico ha risposto in modo molto reattivo, ma come al solito è rimasto solo, come se il Mein Kampf fosse un’opera che riguarda SOLO gli ebrei e non, invece, un testo che ha impattato su tutta l’Europa. Prova ne è che lo stesso Renzi ha espresso solidarietà agli ebrei, e non invece a tutta l’Italia…”.

Valida, invece, l’iniziativa di Radio Popolare, che ha organizzato in Piazza san Fedele a Milano la lettura di alcuni brani del Diario di Anna Frank. “È stata un’operazione di testimonianza legittima e gioiosa – commenta -, perché il diario della Frank è una storia di vita, non di morte, nonostante la sua fine tragica”. Così come apprezzatissimo è stato il rifiuto di alcuni edicolanti di non vendere il libro: “una grande dimostrazione di resistenza civile. Kol hakavod”.