di Roberto Zadik
Spesso e volentieri in questi tempi cupi e violenti si tende a generalizzare, a ragionare drasticamente, ma ci sono anche piacevoli eccezioni e sorprese inaspettate. A questo proposito il sito Times of Israel ha recentemente pubblicato la lettera di una giovane musulmana, Nadiya Al Noor, che da tempo si batte per il dialogo interreligioso, materia complessa e di non facile applicazione e che studia Pubblica Amministrazione a New York.
Poco dopo l’omicidio della tredicenne Hallel Yaffa Ariel, accoltellata brutalmente nel suo letto da un 17enne palestinese che era furtivamente entrato in casa sua, la Al Noor ha sentito il bisogno di condannare il terrorismo e l’integralismo, sostenendo le vittime israeliane dei tanti atti di violenza che si sono verificati negli ultimi mesi.
Qui alcune parti della sua toccante lettera: “Mentre milioni di ragazzi escono dalle loro camere da letto eccitati per le vacanze estive, un’altra giovane vita è stata strappata da questo mondo con un gesto di insensata violenza solo perché ebrea. Questo a causa del terrorismo palestinese. Ma pochi hanno pianto la sua morte, perché Hallel era ebrea e molti islamici sono ipocriti, vittime del distruttivo antisemitismo che invade la comunità islamica”
Parole forti e intense quelle di Nadiya, che mettono in discussione il silenzio di tanti cosiddetti “musulmani liberali e pacifici che giustificano il terrorismo palestinese e legittimano la violenza contro Israele lamentandosi del Sionismo”. “Inneggiamo alla resistenza e contro l’occupazione e l’apartheid” ha proseguito “gridiamo contro gli israeliani che ci distruggono la Moschea di Al Aqsa e ci tolgono l’acqua. Ma sparare alla gente e accoltellare allo stomaco non è resistenza e non lo sono nemmeno gli attentati e il terrorismo. Esso è un crimine ingiustificabile e la maggioranza degli islamici nel mondo si dissociano dall’Isis ma gran parte del terrorismo viene commesso in nome dell’Islam”.
“Conosco diversi attivisti musulmani che vogliono cambiare la situazione, difensori della pace, dottori, sostenitori dei diritti degli omosessuali e sinceramente tutti noi odiamo l’Isis e il terrorismo con passione e contrastiamo le persecuzioni contro chiunque e condanniamo il terrorismo anche verso gli ebrei. Ogni vittima conta alla stessa maniera, non importa dove venga uccisa o chi sia, se a Bruxelles, a Parigi, a Istanbul o in Siria. Una vita israeliana è uguale a una palestinese e le competizioni fra tragedie sono inaccettabili. Se giustifichiamo il terrorismo, lo sosteniamo e ci comportiamo in maniera ipocrita e Allah non ama gli ipocriti.”
Concludendo la sua lettera, la giovane musulmana ha ribadito “abbiamo perso una ragazza meravigliosa e non dobbiamo lasciare che la morte di Hallel venga ignorata. Dobbiamo combattere il terrorismo in ogni sua forma e specialmente lottare contro il terrorismo palestinese. Spero che Dio ci aiuti”.