di Angelo Pezzana
[La domanda scomoda]
Chi ha paura di Alan Dershowitz? Parlo dell’Italia, perché negli Usa non solo è uno degli avvocati più famosi, insegna Legge a Harvard, è tra i più presenti nelle interviste televisive, frequente editorialista sulle testate più importanti. In Israele, anche se raramente per evitare l’accusa di censurarlo, lo pubblica persino Ha’aretz.
In Italia no, sul suo nome esiste una congiura del silenzio, comune a tutti i media, nessuno escluso. Cerchiamo di capirne il motivo, anche perché Dershowitz avrebbe tutte le carte in regola, è un democratico da sempre, il che significa non aver votato Trump. Però non basta, in quanto il nostro non si è mai intruppato in quella unione sacra che attribuisce al presidente Usa la responsabilità di tutto ciò che ha da essere criticato, l’aveva anche difeso dimostrando l’illegalità della procedura di “impeachment”. Dershowitz è sì un dem, ma ha la colpa di non essere un fanatico odiatore, i suoi giudizi sono al di sopra degli ordini di partito, fosse anche il suo: in poche parole, ragiona con la sua testa. Ma oltre a questo di motivo ce n’è un altro, non meno grave: non è afflitto da incubi contro Israele. Anzi, grazie alla sua riconosciuta capacità professionale di avvocato, smonta le accuse contro lo Stato ebraico, mandando in fumo tutti i tentativi di delegittimazione che negli Usa sono particolarmente presenti nel partito democratico ad opera dei nuovi eletti musulmani al Congresso.
Ma se queste osservazioni valgono per gli Usa, perché il suo nome è off limits in Italia? Perché nessun quotidiano ritiene le sue idee interessanti per i propri lettori? Mentre i critici, meglio se hanno un cognome ebraico, trovano aperta accoglienza. Evito di citare le testate, perché anche le meno coinvolte nell’ostilità pregiudizionale anti-Israele, adottano la stessa censura. Per essere degno di pubblicazione, l’esperto deve essere critico, evitare con la massima severità ogni tentativo di raccontare la Storia mediorientale per quella è, infilandoci un buona dose di spettacolari menzogne su Israele, tanto a disinformare i lettori tutto l’anno ci pensano già, quando va bene, le omissioni. E se provassimo a chiedere alle direzioni dei nostri media perché non pubblicano Alan Dershowitz?