Quando la “pace” è nemica della “giustizia”. Ucraina e Israele devono resistere o arrendersi? (Mai!)

di Angelo Pezzana

[La domanda scomoda] Dal 24 febbraio 2022, quando la Russia ha invaso l’Ucraina, il mondo assiste di fatto a un massacro quotidiano, prendendone semplicemente atto. Invece di giustizia la parola più diffusa continua a essere pace, rivolta non soltanto all’invasore russo ma ad entrambi i paesi. Prima di arrivare alla sentenza del Tribunale dell’Aja, che ha dichiarato Putin un criminale degno di arresto, i paesi democratici hanno discusso se il paese invaso era degno di ricevere le armi che disperatamente chiedeva per difendersi dall’invasore.
Il presidente americano offriva l’invio di un aereo, interpretando nella fuga del premier Zelensky la soluzione migliore per avere la pace!
Abbiamo assistito in Italia, da sinistra e destra, da parte degli autonominatisi “pacifisti” attribuire la responsabilità della guerra alla Ucraina, bastava arrendersi e la pace sarebbe diventata reale. Non sono mai mancati in prima fila gli appelli quotidiani alla pace del Vaticano, parole purtroppo senza seguito.
Dopo più di un anno di Resistenza, l’esempio eroico di Zelensky ha scosso i leader occidentali. Voglio citare Bernard-Henri Lévy che lo ha paragonato a Churchill, quando di fronte ai paesi europei che, uno dopo l’altro, cadevano davanti a Hitler invasore, gridava agli inglesi di RESISTERE invece di arrendersi. Anche Putin deve essere battuto nel senso militare del termine. Grande BHL!
Ma c’è un altro esempio, Israele.
Viene minacciato apertamente dall’Iran di essere cancellato dalle carte geografiche, dipende soltanto dalla produzione definitiva dell’arma nucleare. E quale reazione provocano queste minacce di sterminio? UE, USA, NATO, non risulta che abbiano ancora deciso come agire. Certo, riconoscono a Israele il diritto di difendersi, ma non interrompono i finanziamenti ai movimenti arabi terroristi che si aggiungono a quelli iraniani. I razzi continuano a piovere su Israele da Gaza, dal Libano (zona Unifil), ma i Tg informano soltanto dei raid israeliani. Vogliamo ricordare l’uso della moschea di Al Aqsa ? Altro che preghiere, piuttosto un magazzino colmo di pietre e altre armi per attaccare le guardie israeliane. Ebbene, solo servizi in Tv che raccontano i raid israeliani! Poi veniamo informati che l’antisemitismo è in forte aumento! Le accuse contro Israele a base di parole come “apartheid” sono sempre più presenti nei nostri comuni e regioni, seguiti a ruota da manifestazioni negli istituti scolastici. Dovrebbero essere tanti quelli che orgogliosamente si dichiarano “amici di Israele”, perché non fanno sentire le loro voci?