Io vorrei che lasciassimo in pace Eluana e suo padre.
Vorrei che fosse lui a permettere alla volontà di Eluana espressa in vita, di esplicarsi, e vorrei anche che per tutte le Eluane e i papà che si trovano di fronte alla scelta inestricabile che hanno loro da fare, il Parlamento fosse in grado di adottare una legge sul testamento biologico che evitasse, ad una famiglia, di dover attendere da un giudice supremo l’autorizzazione ad eseguire la propria volontà o quella di un proprio congiunto.
Nessuno ha, o dovrebbe avere, in uno stato laico e di diritto, il potere di decidere per noi della nostra vita, non un tribunale, non la chiesa, non il Parlamento, non il governo.
L’Italia deve darsi una legge che permetta ad ognuno di noi in anticipo di decidere sui momenti terminali della nostra vita, sulla questione dell’accanimento terapeutico o dell’alimentazione forzata.
Cali il silenzio sulla famiglia Englaro e sulle loro intime scelte; e se anche dovessi parlar loro, io non saprei certo che consiglio dare, non saprei cosa fare se mi trovassi nella stessa situazione.
Sia lieve la terra a Eluana quando sarà il suo momento.