Un Papa ambiguo con le derive islamiste; la sinistra antisionista e antisemita: i pericoli (e il male) del XXI secolo

Opinioni

di Angelo Pezzana

[La domanda scomoda] Quando il Papa lancia certe accuse contro Israele l’Italia si dimentica di essere un Paese laico. Non è un sospetto, è proprio un’accusa: Israele ha commesso un “genocidio” ha detto. E in questo caso nessuno, salvo gli ebrei, pare avere nulla da ridire.

Il Papa sta diventando star dei musulmani? Le sinistre tacciono e consentono, impegnate come sono a diffondere paura per l’arrivo di un immaginario fascismo, capace però di ritornare a governare il Paese. La testata italiana numero uno difende l’UNRWA, quando è la stessa ONU, a maggioranza di paesi filo-terroristi, a riconoscerlo colluso con Hamas? Anche qui le sinistre sono fuori strada, non riconoscendo che il problema è l’islam che sta invadendo l’Occidente. È evidente che non piace vedere un Israele che risponde alle aggressioni e vince. Non piace più a nessuno perché contraddice il mantra di tutte le cancellerie occidentali: “Due Popoli Due Stati”. Una pia illusione (gli arabi non volevano uno Stato di Israele nel 1947, non lo vogliono oggi) che però ipnotizza tutti. Giorgia Meloni in questo non è diversa dai suoi predecessori di sinistra, come dimostra la bandiera della Palestina, uno Stato non riconosciuto, esposta a Palazzo Chigi, durante la visita di Abu Mazen. Il Presidente Mattarella vuole “Due Popoli Due Stati”, lo ha ribadito ancora nel suo discorso di fine anno.

Come ricorda Deborah Fait su Informazione Corretta “La politica occidentale, obnubilata dalla battente propaganda che sta ammorbando il mondo da decenni, è convinta che premiare i cosiddetti palestinesi dando loro uno Stato, li farebbe diventare buoni, civili, rispettosi dei più elementari valori umani”. Pia illusione: è la logica del Lodo Moro, durante il quale i palestinesi hanno compiuto due attentati a Fiumicino, uno alla sinagoga di Roma, oltre al dirottamento dell’Achille Lauro.

Israele che reagisce e vince viene maledetto da tutti, anche da chi dovrebbe ringraziare tutti i giorni per la sua esistenza. È l’unico paese mediorientale in cui si realizza la piena parità tra uomini e donne, ma le femministe hanno sempre rifiutato la partecipazione di attiviste e organizzazioni israeliane nelle loro proteste. Lo stesso vale per alcune organizzazione gay di sinistra: maledicono Israele, l’unico paese mediorientale in cui gli omosessuali godono pieni diritti. Non una parola sulla persecuzione che subiscono a Gaza. Anzi, un film che solleva il problema, La Belle de Gaza di Yolande Zauberman è stato rimosso da un festival cinematografico di Bruxelles perché troppo… israeliano.
Si preferisce solo parlare moralisticamente di “PACE”, dimenticando il monito di Winston Churchill “Un pacifista è colui che nutre un coccodrillo sperando che non lo mangi per ultimo”. E dimenticando anche la lezione di Marco Pannella (quanto sarebbe necessario, oggi!) che ai pacifisti ricordava: “Prima ci si batte per la giustizia, solo così poi ci sarà la pace”.

 

In alto: il rettore dell’Università delle Religioni  e delle Denominazioni dell’Iran, Abolhassan Navab, con Papa Francesco di cui ha lodato la “posizione coraggiosa in difesa dei palestinesi”. (Gennaio 2025 – Sala stampa vaticana)