Dopo la serata/dibattito.
Caro Yoram, sono reduce dalla serata organizzata per discutere della questione dell allontanamento dalle nostre Comunità di tanti iscritti. Il problema non è evidentemente risolvibile in una lettera al Bollettino ma vorrei solo sottolineare che le cause sono molteplici. Ovunque nel mondo (come ci ha ben ricordato Cobi Benatoff nel suo ruolo di rappresentante del World Jewish Congress) si assiste allallontanamento dai gruppi Comunitari soprattutto se religiosi. Non dimentichiamo che le religioni danno delle risposte alle domande esistenziali delluomo, pertanto più questo ruolo lo assolvono la scienza e la tecnologia o più altre esigenze annullano la brama umana di risolvere queste eterne domande, meno la religione potrà fungere da collante di una Comunità. Si è detto anche che lebraismo non è una semplice religione ma una organizzazione con proprie leggi (halachà) cui i maestri si rifanno per dirimere questioni che sono difficili e incidono sullarmonia della nostra vita. Ma la halachà nasce da secoli di evoluzione e discussioni, perché proprio oggi la si considera cristallizzata? Immutabile? Alla fine dell800 nel nord Europa le comunità ebraiche si trovarono di fronte alle sfide che fronteggiamo noi oggi: disaffezione alle Sinagoghe, individualismo, alti tassi di assimilazione.Tra le tante cause alcune ne vennero identificate come determinanti: la lunghezza delle funzioni religiose, la mancanza di musica per allietare i cuori dei fedeli e la difficoltà a seguire preghiere che non si capivano. Ovviamente in primis il matrimonio misto, inevitabile in presenza di numeri decrescenti (che costringerebbero a matrimoni endogamici) e di un mondo moderno fatto di scambi e di movimenti.
Piaccia o non piaccia queste semplici ragioni portarono alla nascita del movimento riformato ebraico. Di certo non la soluzione ideale ai problemi delle Comunità ebraiche in Italia oggi, ma in realtà una formula molto vicina a quella delle Comunità ebraiche italiane di quegli stessi anni, di fatto quindi Comunità progressive o riformate di rito ortodosso. Usciti dai Ghetti attorno alla metà del secolo, gli ebrei si inserirono appieno nel tessuto sociale italiano applicando una halachà non particolarmente rigida. Ma da circa 20 anni le gerarchie rabbiniche ortodosse hanno imposto una maggiore rigidità soprattutto nelle conversioni. Con una evidente conseguenza: laccelerazione nella fuga degli iscritti che non sentono più di appartenere ad una impostazione dellebraismo che non riesce a rispondere alle sfide dei tempi. Parallelamente mentre lebraismo italiano si chiede dove sono finiti gli ebrei, fa finta di non vedere che una certa parte ha trovato una risposta alle sue esigenze allinterno di varie Associazioni che si ispirano allebraismo progressivo. A Milano Lev Chadash e Bet Shalom. Con numeri di tutto rispetto se comparati a quelli delle sinagoghe ortodosse.
Le Comunità ufficiali, al di là di quanto singoli rappresentanti possano pensare e anche coraggiosamente dichiarare, si comportano come se il fenomeno non esistesse, e anzi si irrigidiscono di più. Non sono così superficiale da non capire quale responsabilità si sentano addosso i nostri maestri e la dirigenza politica delle Comunità, ma non credo che volere ignorare la minaccia la neutralizzi (vedi invito alla festa di Yom Haazmaut dove le due associazioni progressive non erano incluse pur essendo nel mondo la componente più attiva e numerosa dellebraismo, e vedi anche il lunario dellanno ebraico diffuso dal Bollettino che non reca traccia di indirizzi di Lev Chadash e Bet Shalom).
Sono molto perplesso di fronte a chi dichiara di voler risolvere un problema (lallontanamento degli ebrei) e si comporta ignorandone i termini ormai chiari a tutti, con decine di ebrei iscritti o vicini alle associazioni progressive che in esse trovano risposta ai propri bisogni sentendosi a pieno titolo ebrei che si vedono negare lappartenenza al popolo ebraico da una gerarchia ecclesiastica e dallestabilishment politico. Non parlo qui delle conversioni ma degli ebrei che per ragioni familiari non possono esibire un certificato di rabbino ortodosso.
La domanda chiave è quella ben posta ieri sera da Joe Shama. Chi è ebreo? Voler adottare un sistema anacronistico e punitivo nei confronti della assimilazione anziché rendere attrattiva lofferta dellebraismo costringerà sempre più velocemente a trovarci nella Diaspora in pochi ebrei vicini, dovendo constatare che ormai lunico ebraismo possibile come sistema di vita è oggi nello Stato di Israele, non a caso denominato lo Stato Ebraico. Io non mi sento rappresentato da nessuna delle congregazioni milanesi ma al tempo stesso sono stato educato al culto del libero arbitrio che è il bene fondamentale che è stato dato allumanità, trovo dunque inaccettabile che dei fratelli ebrei vengano tenuti ai margini delle Comunità (con i relativi problemi di studio vita sociale e
sepoltura) se non portano un bollino ortodosso di appartenenza. Quindi io combatto per affermare la libertà di tutti!
Colgo loccasione per complimentarmi ancora per liniziativa di aver voluto affrontare il tema così spinoso, e per constatare la grandissima riuscita del rinnovato Bollettino sempre più influente organo di informazione e riflessione della nostra Comunità oggi inserito in un sistema integrato di comunicazione comunitaria molto apprezzato da tutti (i vicini e i lontani!).