86 anni e una vita all’insegna della lotta – per le donne, per la libertà, per l’eguaglianza dei diritti; alla fine anche della malattia. E’ stata quest’ultima l’ultima grande battaglia combattuta da Miriam Mafai. Giornalista e scrittrice, protagonista della vita pubblica e culturale italiana per tutta la seconda metà del novecento, Miriam Mafai ha smesso di combattere contro la malattia, ieri, 10 aprile nella sua amata Roma.
Nata a Firenze nel 1926 dal pittore Mario Mafai e della scultrice Antonietta Raphael De Simon, nel 1938 venne allontanata dal Liceo in quanto figlia di madre ebrea. Proprio con la madre e le sorelle Giulia e Simona, nel 1938 Miriam fugge a Genova dove trova ospitalità presso Emilio Jesi e Alberto Della Ragione.
Tornata a Roma, fra il 1943 e il 1945 Miriam partecipa attivamente alla Resistenza e nel 1944 entrò a lavorare nell’ufficio stampa del ministero dell’Italia occupata, diretto da Mauro Scoccimarro. Lì conoscerà anche una figura fondamentale per la sua vita affettiva e politica, Giancarlo Pajetta, al quale rimarrà legata dagli anni 60 fino alla morte di quest’ultimo nel 1990.
La Mafai cominciò la sua carriera giornalistica all’Unità per proseguirla poi come inviato per vari giornali (Vie Nuove; Paese Sera). Negli anni ’70 fu tra le firme più prestigiose e brillanti della neonata “La Repubblica” di Eugenio Scalfari e tra il 1983 e il 1986 fu la prima donna ad assumere l’incarico di presidente della Federazione nazionale della stampa italiana.
La Mafai oltre ad una intensa attività giornalistica e politica, ha pubblicato anche numerosi saggi fra i quali ricordiamo: L’uomo che sognava la lotta armata (1984); Pane Nero. Donne e vita quotidiana nella seconda guerra mondiale (1987); Il lungo freddo. Storia di Bruno Pontecorvo, lo scienziato che scelse l’Urss (1992); Botteghe Oscure addio. Com’eravamo comunisti (Premio Cimitile nel 1996); Dimenticare Berlinguer (1996); Il sorpasso. Gli straordinari anni del miracolo economico 1958-1963 (1997); Il silenzio dei comunisti (2002), scritto insieme a Vittorio Foa e Alfredo Reichlin.
Nel 2006 ha pubblicato Diario italiano, la raccolta degli articoli scritti per “La Repubblica”, a partire dalla fondazione nel 1976. I temi sono gli stessi per i quali ha combattuto la sua intera vita e che raccontano il secondo Novecento italiano: la politica italiana, ma anche il divorzio, l’aborto, la laicità dello Stato, la condizione femminile.
Con Miriam Mafai se ne va un altro pezzo della storia italiana, una testimone e una protagonista di primo piano del nostro Novecento.