di Roberto Zadik
Il grande regista ebreo americano William Friedkin è scomparso lunedì 7 agosto. Mezzo secolo fa usciva il suo sconvolgente horror L’Esorcista
Autore intenso ed esistenziale, il cineasta americano William Friedkin è stato assai celebrato dopo la sua scomparsa avvenuta, lunedì 7 agosto, tre settimane prima del suo ottantottesimo compleanno. Ben pochi, tuttavia, si sono soffermati sulla sua identità ebraica e su varie curiosità caratteriali; a questo proposito il sito Forward.com sottolinea alcuni aspetti decisamente inediti dell’autore di capolavori, anni ’70, come Il braccio violento della legge, poliziesco di alto livello, con un Gene Hackman da Oscar, e lo sconvolgente horror L’Esorcista, campione di incassi del 1973, che, come affermò successivamente il regista, “essendo ebreo rappresentò una grande sfida per me”.
Nato a Chicago, il 29 agosto 1935, da una famiglia di ebrei ucraini piuttosto osservanti sfuggiti ai pogrom, sviluppò un rapporto estremamente contraddittorio con l’ebraismo. Con il suo abituale senso dello humour e la sua lucidità affermò, in una intervista del 2012, “sono ebreo e nel mio cuore credo profondamente nei Dieci Comandamenti ma penso che nessuno sia perfetto ed è impossibile liberarci di questa umana imperfezione”.
Friedkin, nella sua lunga carriera iniziata negli anni ’60 come documentarista e regista televisivo, mostrò interesse anche verso il cristianesimo oltre a definirsi, spesso, anche ateo o agnostico. Tema costante del suo cinema è stato il rapporto fra l’uomo ed il male da cui la precaria condizione umana. A questo proposito il sito Jweekly.com racconta che egli volesse girare un film sulla Shoah anche se, da perfezionista qual era, temeva di sbagliare con “tutto il materiale già uscito sul tema” e che, come disse negli ultimi anni, fosse interessato a realizzare “una pellicola sulla follia della Germania nazista e su come quell’ideologia avesse travolto una nazione tanto sofisticata e intellettualmente stimolante fino a quel momento”.
Egli fu costantemente attratto da temi introspettivi ed etici e la passione della sua vita fu il cinema cosicché, dopo un percorso scolastico decisamente svogliato, decise di dedicarsi al grande schermo. Data la sua versatilità, egli eccelse nel genere poliziesco e thriller, con pellicole coinvolgenti come Vivere e morire a Los Angeles, e nel genere horror, con il suo “cult” L’Esorcista che, assieme a Rosemary’s baby del correligionario Polanski, fu uno dei primi film del fortunato genere dell’horror “diabolico”. La pellicola, tratta dal romanzo dello scrittore William Blatty, ebbe un enorme successo anche grazie alla folgorante interpretazione di Linda Blair nei panni della ragazza indemoniata.
Superattivo fino all’ultimo, brillante nelle interviste ed eccentrico e inquieto nella quotidianità, Friedkin ebbe una vita sentimentale decisamente irrequieta, legandosi a varie donne come l’attrice francese Jeanne Moreau, “musa ispiratrice” del grande Francois Truffaut nel suo Jules et Jim, con cui fu sposato per nemmeno due anni per poi sistemarsi con la produttrice Shelley Lunsing, sua concittadina e correligionaria, dal 1991 fino alla sua scomparsa.