di Redazione
Un percorso espositivo che racconta come la biblica regina Esther sia stata fonte di ispirazione e di riflessione per il celebre pittore e incisore olandese Rembrandt van Rijn (1606-1609) e per suoi contemporanei nei Paesi Bassi del XVII secolo. È l’intento della mostra The Book of Esther in the age of Rembrandt che aprirà il prossimo 7 marzo al Jewish Museum di New York, con oltre 120 opere fra dipinti, stampe e disegni di Rembrandt, Aert de Gelder e Jan Steen. Sotto le luci spiccheranno altresì preziosi pezzi d’arte cerimoniale ebraica e oggetti decorativi. Il libro di Esther nell’epoca di Rembrandt illustrerà in particolare come la storia dell’eroica regina abbia influenzato l’arte e la cultura olandesi in un’epoca caratterizzata da vivaci scambi interculturali, ma anche come la figura di Esther sia divenuta un fermo e universale simbolo di trionfo sulle avversità. L’esposizione, realizzata in collaborazione con il North Carolina Museum of Art di Raleigh, sarà proposta al Jewish Museum fino al 10 agosto 2025.
“Il Libro di Esther nell’epoca di Rembrandt svela l’universalità di una storia biblica che ha suscitato un dialogo di tipo artistico tra culture e comunità nel corso della storia del mondo, e in particolare nell’epoca di Rembrandt – ha dichiarato James Stewart Snyder, a capo del Jewish Museum di New York -. Come museo d’arte che esplora la ricca trama dell’esperienza ebraica nella diaspora globale e all’interno di contesti culturali più ampi, ci auguriamo che questa mostra incoraggi il pubblico di ogni provenienza a sperimentare questi capolavori e a riflettere sui modi in cui dimostrano la nostra comune umanità”.
Il Libro di Esther è entrato nell’ambiente culturale e intellettuale di Amsterdam e dei Paesi Bassi nel corso del 1600, in seguito all’immigrazione di comunità ebraiche che nel Paese convivevano con una crescente popolazione cristiana. In Olanda, gli immigrati ebrei avevano la libertà di celebrare Purim più apertamente che nelle loro precedenti patrie, così il Libro di Esther divenne simbolo della nuova libertà acquisita, mentre, per gli olandesi in generale, l’eroismo della regina Esther contro l’oppressore simboleggiava l’identità della nazione nella lotta per la liberazione dal dominio spagnolo.
“La storia della regina Esther, una storia di resilienza e di coraggio di fronte alle persecuzioni, ha avuto una grande risonanza nei Paesi Bassi del XVII secolo, quando Amsterdam era un rifugio sicuro per molti – ha dichiarato Abigail Rapoport, curatrice del settore Judaica del museo newyorchese-. Questa mostra rivela il modo in cui gli artisti e i mecenati dell’epoca di Rembrandt, ebrei e cristiani, abbiamo modellato le figure del Libro di Esther immaginando l’eroica regina Esther come una propria eroina, come una giovane donna che dava voce a chi non aveva voce, a rischio della propria sicurezza”.
Lungo l’esposizione, una serie di sezioni tematiche svela al visitatore il modo in cui gli artisti olandesi del 1600 inquadravano la vicenda del Libro di Esther nell’ambito della cultura della loro repubblica e l’influenza esercitata dalla storia narrata nelle generazioni, ma anche l’interesse per l’“esotico” della società, illustrata attraverso scene di festa, nonché le rappresentazioni del Libro di Esther nel teatro popolare olandese, nei luoghi privati ebraici e i modi in cui si svolgevano le celebrazioni del Purim all’epoca di Rembrandt.
Proprio con importanti dipinti di Rembrandt, tra cui Eroina ebrea dalla Bibbia ebraica (1632-33 circa), la mostra vuole comunicare come l’artista abbia reinterpretato l’eroina biblica dipingendola come una donna olandese del XVII secolo: ritratta in abiti tipici dell’epoca, con alle spalle lussuose merci importate, le opere che raffigurano Esther evidenziano lo status dei Paesi Bassi come centro commerciale internazionale e potenza coloniale del 1600. Lo stile naturalistico di Rembrandt, che si avvale dell’uso di colori ricchi, di pennellate espressive e di un drammatico gioco di chiari e scuri, rendeva così la regina una figura più famigliare per le masse, un fatto che ha influenzato molti degli artisti di quel tempo, che si sentivano ispirati a ritrarre Esther in un contesto loro contemporaneo.
Tra i pezzi forti della mostra si contano inoltre l’Autoritratto di Rembrandt (1629), una presentazione speciale di opere di Jan Steen fra cui La festa di Esther (1625 circa) e L’ira di Assuero (1668-1670 e 1670 circa), il Ritratto di Elisabetta Stuart come Esther di Gerrit van Honthorst (1632 circa) e rari oggetti d’arte cerimoniale ebraica provenienti dalla Sinagoga portoghese di Amsterdam, tra cui un copri-leggio riccamente decorato e rotoli di Esther realizzati da Salom Italia, il più noto produttore di rotoli all’epoca di Rembrandt. La mostra comprende anche pezzi prestati da importanti istituzioni, tra cui il British Museum, il Victoria and Albert Museum, la National Gallery of Canada, il Rijksmuseum di Amsterdam, il Cleveland Museum of Art, l’Isabella Stewart Gardner Museum, la National Gallery of Art di Washington, il J. Paul Getty Museum, il North Carolina Museum of Art, oltre che pezzi delle collezioni del Jewish Museum di New York.
La mostra
The Book of Esther in the age of Rembrandt
Dove
Jewish Museum
1109 5th Ave at 92nd St
New York, NY 10128
Quando
Dal 7 marzo al 10 agosto 2025
Informazioni
info@thejm.org
(Foto: Jan van Steen, L’ira di Asssuero)