“Arte, Resistenza, Vita” è il titolo della mostra dedicata al pittore ebreo Aldo Carpi (Milano, 6 ottobre 1886 – Milano, 26 marzo 1973), curata da Maurizio Guerra. Inaugurata il 29 aprile, la mostra sarà aperta fino al 29 maggio al Memoriale della Shoah (Largo Safra 1), nello Spazio Mostre Caprotti.
All’inaugurazione hanno preso pare, tra gli altri, Ferruccio de Bortoli, Presidente della Fondazione Memoriale della Shoah di Milano, Liliana Segre, tra i 22 superstiti dei 605 ebrei partiti da Milano con il convoglio del 30 gennaio 1944, destinazione Auschwitz, e Bernardo Caprotti.
L’esposizione comprende l’esposizione di disegni, dipinti e documenti legati all’esperienza di persecuzione e all’idea di resistenza di Aldo Carpi.
Figura di grande rilievo per l’arte del Novecento italiano, Carpi è stato un grande maestro per generazioni di pittori. La sua ricchissima e complessa opera di artista entra in relazione con autori e correnti diverse: dal «realismo magico» del Novecento a Corrente, senza però mai essere integralmente inseribile all’interno di nessuna; Mario De Micheli lo definisce un «irregolare». L’«irregolarità» di Carpi discende da un confronto aperto e libero con tutti i modi di intendere la pittura, ma con unico fine, di raggiungere quella che Carpi stesso descrive come «espressione classica» cioè l’espressione «eterna, quella che sale dal fondo dell’anima come umanità e come persona».
Durante gli anni ultimi anni del fascismo è attivo con i figli nella Resistenza a Milano e in Brianza. Su delazione dello scultore fascista Dante Morozzi – anch’egli docente a Brera –, viene arrestato a Mondonico, dov’era sfollato, con l’accusa di essere il più «pericoloso antifascista di Brera» e in quanto ebreo; incarcerato a San Vittore, insieme a due partigiani che erano rifugiati a casa sua, viene poi caricato su un treno con destinazione Mauthausen, partito dal cosiddetto binario 21, dove oggi sorge il Memoriale della Shoah.
Fin dai primi giorni di detenzione, inizia a tenere un diario clandestino sotto forma di lettere alla moglie Maria Arpesani e raffigura su foglietti di fortuna sottratti all’infermeria immagini di ciò che rimane della vita nel lager, rischiando ogni giorno la propria vita in nome dell’impellente necessità di testimoniare l’orrore della Shoah. Grazie a Carpi è così tramandata una delle rare testimonianze scritte, coeve, sopravvissute alla furia distruttiva del terrore nazifascista.
Il percorso espositivo prosegue nella Galleria di Arte Contemporanea di Villa Clerici, in cui sono raccolte importanti opere di Carpi: opere pittoriche, disegni preparatori e le splendide vetrate della cappella di Santa Teresa, ancora poco note rispetto alle vetrate di Carpi presenti nel Duomo di Milano, a San Simpliciano e nella chiesa dell’Annunciata dell’ospedale di Niguarda.
La mostra segna l’inizio del periodo di apertura straordinaria del Memoriale della Shoah di Milano in occasione di EXPO Milano 2015, che si concluderà il 30 settembre.