di Ilaria Ester Ramazzotti
Il Parco Nazionale di Tel Ashkelon, nel sud di Israele, è oggetto di un progetto di ristrutturazione su larga scala che aprirà al pubblico preziosi e inediti siti, tra cui una basilica romana di duemila anni fa. Una basilica romana è un grande edificio oblungo con doppio colonnato, con una o due absidi semicircolari, che nell’antica Roma veniva utilizzato come tribunale o per le assemblee pubbliche. Secondo l’Autorità israeliana per le antichità si tratterebbe della più imponente basilica di questo tipo esistente nel territorio israeliano. La notizia è stata riportata dal Times of Israel lo scorso 31 maggio.
Con le sue centinaia di colonne e di statue di marmo riccamente intagliate, era stata scoperta negli anni Venti del Novecento, ma solo in anni recenti è stata completamente riportata alla luce, attraverso due importanti scavi effettuati tra il 2008 e il 2012 e poi nel 2016-2018. Oggi, gli archeologi vorrebbero anche restaurare alcune parti dell’edificio che erano andate distrutte in un terremoto nel 363 d.C., erigendo sculture e colonne di marmo trovate nel corso degli scavi con l’obiettivo di rievocare nei visitatori il senso dello splendore che la basilica emanava quando si erigeva al centro della Ashkelon di epoca romana.
Nell’ambito dell’intero parco archeologico sono inoltre in progetto circa due chilometri di percorsi pedonali accessibili ai turisti. Oltre alla basilica, il pubblico potrà vedere per la prima volta l’antico odeon (teatro) scoperto nel sito, anch’esso oggetto di restauro. Il progetto complessivo è nato da una collaborazione tra l’Israel Antiquities Authority, l’Israel Nature and Parks Authority, il Comune di Ashkelon e la Leon Levy Foundation.
“Durante il periodo romano, la vita pubblica della città ruotava attorno alla sua basilica, dove i suoi cittadini trattavano affari, si incontravano per questioni sociali e legali e tenevano spettacoli e cerimonie religiose – ha spiegato l’Autorità per le antichità israeliane -. L’enorme edificio era coperto da un tetto e diviso in tre parti: una sala centrale e due sale laterali, mentre le colonne e i capitelli di marmo che circondavano la sala e sostenevano il tetto erano di circa 13 metri”. Anche il pavimento e il tetto erano in marmo, importato dall’Asia Minore.
Tra gli oltre duecento oggetti di marmo trovati al suo interno, si contano dozzine di capitelli di colonne decorate con motivi vegetali o con la tipica aquila che simboleggia l’Impero Romano. Negli angoli dell’edificio si trovano invece colonne e capitelli a forma di cuore. Durante i primi scavi effettuati negli anni Venti, sotto il mandato britannico, sono inoltre state rinvenute enormi statue votive, tra cui una raffigurante la dea romana della vittoria Nike e una statua di Iside.
Secondo i direttori degli scavi Rachel Bar-Natan, Saar Ganor e Fredrico Kobrin, l’edificio fu costruito durante il periodo di re Erode il Grande e in seguito ampiamente ristrutturato durante la dinastia romana dei Severi, nel II e III secolo d.C. “Gli scritti dello storico Giuseppe Flavio menzionano la costruzione di Erode nella città di Ashkelon e vi elencano delle fontane, uno stabilimento balneare e elle sale colonnate. Oggi, sulla base delle nuove prove archeologiche, possiamo comprendere le origini di quella documentazione storica”, hanno affermato.
“Sono convinto che i lavori di restauro e conservazione, le nuove scoperte archeologiche e il lavoro di sviluppo del parco, compresi i nuovi percorsi accessibili, contribuiranno in modo significativo alla sua bellezza naturale e rafforzeranno il suo status di parco nazionale più bello e curato in Israele”, ha dichiarato il sindaco di Ashkelon Tomer Glam.