Aurelia Josz, un concorso letterario in onore di una innovatrice. Iscrizioni entro il 20 febbraio

Personaggi e Storie

di Ilaria Myr

aurelia1«La Signorina è piccola, magra e pallida, vestita molto semplicemente». Così scriveva la pedagogista Alice Hallgarten Franchetti di Aurelia Josz: una donna moderna per quei tempi – come del resto la sua amica Alice (vedi Bollettino novembre 2012) -, a cui va l’enorme merito di avere capito l’importanza di dare un insegnamento professionale in ambito agricolo alle donne nei primi anni del ‘900. Ma il suo destino si intrecciò con quello di molti altri ebrei d’Italia durante la seconda guerra mondiale: morì ad Auschwitz nel giugno del 1944.

Nata nel 1869, Aurelia era figlia di Ludovico Josz, triestino di origini ungheresi, e di Emilia Finzi, di colta famiglia ebraica italiana. Diplomatasi a Firenze in lettere italiane presso il Regio Istituto superiore di Magistero femminile, Aurelia fu molto influenzata dal clima cosmopolita della sua città che favoriva una mentalità progressista e aperta ai problemi della condizione femminile. A ventun anni si trasferì a Milano, per insegnare nella Scuola Normale “Gaetana Agnesi”, dove insegnò fino al 1920. Nel 1902 fondò la prima Scuola pratica femminile di agricoltura nell’Orfanotrofio della Stella a Milano, di cui fu organizzatrice e direttrice a titolo gratuito fino al 1931, e che verrà trasferita in una sede autonoma a Niguarda nel 1905. Convinta della necessità di una visione moderna dell’agricoltura, la Josz chiamò a insegnare i più importanti agronomi italiani e istituì molti corsi, tra cui bachicoltura e apicoltura; nel 1921 fu la volta del primo Corso magistrale agrario per maestre rurali. Il valore del lavoro agricolo e di un ritorno alla terra era un tema caro all’ebraismo sionista, tanto che Aurelia aderì al Gruppo sionistico milanese di Bettino Levi.

La scuola, che inizialmente il fascismo aveva sostenuto perché compatibile con il suo progetto di formazione per le “massaie rurali”, venne dal regime progressivamente emarginata e chiusa nel 1930 – 1931, sia per ostilità nei confronti della Josz, sia per evitare una possibile concorrente delle scuole rurali istituite dal regime. Nella prima metà degli anni Trenta Aurelia impiantò, in soli sei mesi, un’altra scuola agraria a Sant’Alessio in provincia di Roma. Il governo fascista, che le aveva dato l’incarico, inaugurò la scuola come fosse la prima del genere, escludendo la Josz e affidando il nuovo istituto ad un’altra direttrice più gradita; inoltre tolse i finanziamenti statali alla scuola di Niguarda e l’incarico di direttrice ad Aurelia che aveva rifiutato la tessera del partito fascista.

A partire dal 1931 Aurelia Josz si chiuse in un progressivo isolamento, lasciando infine nel 1936 l’insegnamento alla scuola normale per non dovere fare il giuramento al fascismo e dedicandosi alla scrittura. Dopo l’approvazione delle leggi razziali da parte del fascismo nel 1938, Aurelia rifiutò di espatriare e restò sola alla morte del fratello Italo, importante pittore, il 1 dicembre 1942.Aurelia targa Dopo l’8 settembre 1943 raggiunse la sorella Valeria ad Alassio, loro usuale luogo di villeggiatura, dove trovò rifugio in un convento, ma venne comunque arrestata il 15 aprile 1944 e condotta nelle carceri di Marassi (Genova) e da lì deportata, prima al campo di concentramento di Fossoli, poi al campo di sterminio di Auschwitz- Birkenau, dove giunse il 30 giugno 1944. Venne uccisa, durante le selezioni iniziali, il giorno dopo il suo arrivo. Dopo alterne vicende, la scuola venne trasferita nel 1957 nella Cascina Frutteto nel Parco di Monza, dove tuttora risiede e dove forma ogni anno “professionisti del verde” di altissimo livello. Un’eccellenza tutta italiana, che si deve a quella donnina di nome Aurelia.

Foto: Archivio Fotografico Fondazione CDEC

In onore di Aurelia

Il concorso letterario dedicato ad Aurelia
Aurelia Josz fu una vera innovatrice della pedagogia, la cui storia, sconosciuta ai più, è oggi al centro di alcune iniziative promosse dalla Scuola Agraria di Monza e dalla Casa della Poesia di Monza. Fra queste, un concorso letterario, che ha il patrocinio della Comunità Ebraica di Milano, aperto agli adulti e ai ragazzi a partire dai 13 anni. Tema è l’attesa, legata all’agricoltura ma non solo, ben sintetizzata nella frase “L’agricoltura è l’arte di saper aspettare” (Riccardo Bacchelli). Due le sezioni previste: poesia (massimo 45 righe) e racconto breve (massimo 8000 battute). Tutte le opere dovranno essere inviate entro il 20 febbraio 2015 alla Casa della Poesia di Monza tramite posta elettronica premio.aureliajosz@libero.it. Per informazioni: segreteria@lacasadellapoesiadimonza.it; casadellapoesiamonza@libero.it